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TIRA UNA BRUTTA ARIA A “LIBERO” – IL DIRETTORE EDITORIALE, DANIELE CAPEZZONE, E IL DIRETTORE RESPONSABILE, MARIO SECHI, SAREBBERO ARRIVATI ALLA ROTTURA – L’EX RADICALE NON CONDIVIDE LA LINEA DELL’EX PORTAVOCE DELLA MELONI E HA GIÀ PREPARATO GLI SCATOLONI – ALLE PROTESTE DI CAPEZZONE, SECHI AVREBBE RISPOSTO: “MI VUOI INSEGNARE TU COME SI FA UN GIORNALE?" – INUTILE LA MEDIAZIONE DI QUEL CERVELLO LATITANTE DI PIETRO SENALDI – CI SONO FORTI TENSIONI IN TUTTO IL GRUPPO EDITORIALE DEGLI ANGELUCCI, PER IL NUOVO SUPPLEMENTO ECONOMICO, LA REVOCA DELLO SMART WORKING E LO STOP ALLE AUTO AZIENDALI…
Sechi normalizza il video osceno di Trump: "È un costruttore, gli piacciono le costruzioni [...] Pensa allo sviluppo di Gaza. Gli occidentali vanno a trascorrere le vacanze in riviera" Ormai hanno perso la ragione #ottoemezzo pic.twitter.com/NBteNkIe1C
— Il Grande Flagello (@grande_flagello) February 26, 2025
Estratto dell’articolo di Giovanna Predoni per www.lettera43.it
Il segnale è stato subito interpretato come prodromico di un imminente addio. Daniele Capezzone sta portando via dal suo ufficio scatoloni di libri, e nei corridoi di Libero (ora nella nuovissima sede milanese di via Dell’Aprica) l’interpretazione è univoca sul futuro del direttore editoriale. Incomprensioni e scazzi continui col direttore responsabile Mario Sechi sono arrivati a un punto di non ritorno, così che tra i due si è superata la soglia dell’incompatibilità.
daniele capezzone foto di bacco.
L’ultimo scontro lunedì 24 febbraio, all’indomani delle elezioni tedesche, quando il titolo di apertura sulla caduta di Berlino – “S’è bruciato il würstel” – ha fatto storcere non poco il naso a Capezzone. Ma anche quello di due giorni dopo sul caso Santanchè – “Borsettate alla sinistra” – pare avergli suscitato poco entusiasmo. Da qui un piccato botta e risposta tra i due. Al direttore editoriale che sollevava i suoi dubbi Sechi avrebbe risposto gelido: «Mi vuoi insegnare tu come si fa un giornale?». Un tentativo per mettere pace, promosso dal condirettore Pietro Senaldi, non ha avuto esito [...]
prima pagina di Libero - 24 febbraio 2025
Scenario prevedibile, dicono gli esegeti di casa Angelucci. Quando metti troppi galli nel pollaio prima o poi la zuffa arriva. A complicare il tutto c’è poi l’iniziativa del nuovo supplemento economico intertestata (le altre due di proprietà della casa sono il Giornale e Il Tempo) cui sta lavorando il vicedirettore del Giornale Osvaldo De Paolini.
Progetto grafico allo studio in Spagna, ambizioni di successo non dissimulate. E per il quale sono alle viste sette nuove assunzioni e l’utilizzo (a pagamento) dei giornalisti delle rispettive redazioni economiche.
Sechi, che ha due fondamentali “uomini macchina” da tempo in malattia, lamenta di dover fare il giornale in affanno e teme che la nuova iniziativa dreni ulteriori risorse dalle attuali, già scarse. E in effetti il problema esiste, anche perché essendo i tre galli quasi sempre in trasferta a concionare nei vari talk show Rai, Mediaset e La 7 (a Otto e mezzo, da Lilli Gruber, Sechi è riuscito persino a normalizzare il distopico video sul futuro di Gaza creato con l’intelligenza artificiale e pubblicato dal presidente americano Donald Trump, difeso anche sul giornale con il titolo di prima pagina: “Gaza Park terrorizza la sinistra”), qualcuno il prodotto lo deve pur fare.
Gli Angelucci però finora sono parsi insensibili al grido di dolore del sardo direttore. E per tutta risposta, forse in omaggio al decisionismo trumpiano in materia, hanno deciso di abolire definitivamente lo smart working, con relativo conseguente mal di pancia di dipendenti e giornalisti [...]
giorgia meloni con antonio e giampaolo angelucci festa 80 anni il tempo
Malumori che però non sembrano preoccupare i due manager forti del gruppo editoriale, l’amministratore delegato Nicola Speroni e la direttrice generale Stefania Bedogni, entrambi provenienti dalle fila di Unidad Editorial, la holding spagnola di Urbano Cairo, che vanno avanti come degli schiacciasassi sulla strada della riorganizzazione e del controllo dei conti. Senza trascurare nulla.
Tra poco, per esempio, i redattori del Giornale dovranno dire addio alla possibilità di utilizzo di auto aziendali, che magari venivano buone dopo che dalla centralissima via Negri, a due passi dal Duomo, si sono tutti spostati ai periferici bordi del quartiere Isola. Toccherà prendere la metropolitana.
prima pagina di Libero - mercoledì 26 febbraio 2025
antonio angelucci
mario sechi a otto e mezzo 1