1- AL LIDO IMPAZZA IL TOTO-LEONE. IN CORSA PER I PREMI MAGGIORI SONO I FILM DI POLANSKI, STEVE MCQUEEN, ANN HUI, SOKUROV, PERFINO DAVID CRONENBERG. QUALCUNO PROPONE ANCHE GEORGE CLOONEY, CHE È IL PIÙ FACILE DA RIPORTARE A VENEZIA 2- COME MIGLIOR ATTRICE I MALIGNI DICONO CHE VENGA MOLTO SPINTA CLAUDIA PANDOLFI PER RISARCIRE LA COMENCINI DEI FISCHI IN SALA (MA SE NON ORA QUANDO... ANDAVA FISCHIATA?) E RISOLLEVARE LE SORTI DEL FILM. PIÙ PROBABILE CHE VINCA LA PROTAGONISTA DEL CINESE “A SIMPLE LIFE” O IL DUO JODIE FOSTER-KATE WINSLET DI “CARNAGE” 3- COME MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE NON DOVREBBE AVERE PROBLEMI FASSBENDER 4- PER L’OPERA PRIMA HA NON POCHE CHANCE IL NOSTRO GIPI CON “L’ULTIMO TERRESTRE”, 5- ABATANTUONO, LA MEJO BATTUTA: “MULLER FINALMENTE SI È RIPRESO, POVERETTO SI ERA ROTTO LA MASCELLA PER LE RISATE CHE AVEVA FATTO VEDENDO IL FILM DI GREGGIO”

Marco Giusti per Dagospia

Decimo giorno di Mostra. In parecchi già se ne sono andati. E si parla solo di Totoleone e Totonomine. Resta Muller? Resta Baratta? Sono davvero incompatibili? E a Roma? Gli ultimi due film in concorso non hanno grandi chances. "Texas Killing Fields" di Ami Canaan Mann, opera seconda della figlia del Michael Mann di "Heat", è un poliziesco ottimo per una serata autunnale, meno per un festival. Certo, l'occasione di avere a Venezia il grande Michael Mann, qui in veste di produttore, era ghiotta, ma non giustifica il perché si sia messo in concorso il film.

Siamo pesantemente dalle parte del "Lo abbiamo già visto", anche se il cast è ricchissimo e il copione è scritto da un poliziotto, tal Don Ferrarone. Una coppia di poliziotti, uno, il Sam Worthington di "Avatar", belloccio e texano, l'altro, Jeffrey Dean Morgan (il "comedian" di "Watchmen"), cattolico e newyorkese, seguono una serie di delitti che vedono coinvolte ragazzine sbandate e signore del posto. Tutte le piste portano alle terribili paludi delle morte di Texas City, luogo dimenticato da Dio e dominato da formiche e avvoltoi.

Il Lido di questi tempi, pieno di produttori e ristoratori assatanati è pure peggio. Sam Worthington, che è del posto, non vuole mettere il naso nelle paludi della morte e punta su due papponi, un nero col pizzo e un bianco tatuato, mentre la sua ex moglie, la rossa Jessica Chastaim, già vista in "Wilde Salome" di Al Pacino e "Tree of Life" di Malick, ha capito che è nelle paludi che bisogna mettere il naso.

La ragazzina in pericolo di turno, Chloe Grace Moretz è già una megastar internazionale. Ha appena finito "Hugo Cabret" di Scorsese e sta girando "Dark Shadows" di Tim Burton con Johnny Depp. Pubblico tiepido. Dopo "Killer Joe" di Friedkin con la già celebre scena del pompino che Gina Gershon fa a una coscia di pollo messa a mo' di pisello da Matthew McConaughey, si aspettava chissà cosa.

Le battute più divertenti riguardano la Chiesa. "Posso dire cazzo di fronte a lui", chiede al collega Sam Worthington indicando la foto di Papa Wojtyla, presto seguita da (stravagante per un film americano) "E' vero che al nuovo papa non piacciono i froci?".

Ieri sera, invece, è passato "Life Without Principle" di Johnnie To, un complicatissimo noir legato alla Borsa e a come viene vissuta nei paesi asiatici. Il crollo delle borse europee, della Grecia in particolare, e il salire dei paesi emergenti, i Bric, scatena hongkonghesi di ogni età, sesso e classe in una corsa al denaro senza pietà che nemmeno il Kubrick di "Rapina a mano armata" si sarebbe potuto immaginare. Tra personaggi più o meno assurdi, spicca il fidatissimo uomo di fatica di un boss, detto Pantera (in romano, ovvio, er pantera), che troviamo dietro alle situazioni più assurde, ma sempre legate al salire e scendere della Borsa.

Film quasi incomprensibile per il pubblico italiano che non sia ferratissimo in economia, verrà distribuito da Fandango, come il giapponese post-Fukushima di Sjon Sono.

I film in concorso, fortunatamente sono finiti. Si può respirare. Si dice che in corsa per i premi maggiori siano i film di Roman Polanski, Steve McQueen, Ann Hui, Aleksander Sokurov, perfino David Cronenberg. Qualcuno propone anche George Clooney, che è il più facile da riportare a Venezia.

Come miglior attrice i maligni dicono che venga molto spinta Claudia Pandolfi per risarcire la Comencini dei fischi in sala (ma se non ora quando... andava fischiata?) e risollevare le sorti del film. Più probabile che vinca la vecchia protagonista del cinese "A Simple Life" o il duo Jodie Foster-Kate Winslet di "Carnage".

Come miglior interpretazione maschile non dovrebbe avere problemi Michael Fassbender, grande rivelazione della Mostra, che ha devastato in "Shame", anche se Christoph Waltz in "Carnage" e "Gary Oldman" in "Tinker, Tailor, Soldier, Spy" sono fenomenali. Per la miglior regia potrebbe essere candidato anche il Tomas Alfredson di "Tinker, Tailor" o lo stesso Steve McQueen di "Shame", forse i registi più innovativi che si siano visti.

Per l'opera prima ha non poche chance il nostro Gipi con "L'ultimo terrestre", unica vera sorpresa italiana assieme a "Scialla", che ha vinto ieri Controcampo Italiano, anche se è notevole anche il film cinese presentato come sorpresa. Come miglior promessa dovrebbe essere sicuro il premio all'incredibile Juno Temple di "Killer Joe", che è poi l'unica ragazzina che sia vista a Venezia assieme a Chloe Grace Moretz in "Texas Killing Fields" e al ragazzo siciliano di "Terraferma".

Come migliore battuta sentita al Lido quella che mi ha fatto Diego Abatantuono. "Dicono che Muller finalmente si è ripreso, poveretto si era rotto la mascella per le risate che aveva fatto vedendo il film di Greggio".

 

7m23 marco muller marco giustiPaolo Baratta gina gershon papa giovanni paolo II 0002POLANSKI ALLA REGIA David CronenbergGEORGE CLOONEY

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