SCOPRI IL VIP E GODI: DALLA CANALIS A SHARON STONE, IL ROMANZO PETTEGOLO DI PAOLA JACOBBI

Maria Luisa Agnese per "Sette - Corriere della Sera"

C'è l'attrice di origine italiana e di fama internazionale, che fa lo spelling del lusso, usando i Grandi Marchi al posto dei nomi delle città (Amiche: A come Armani, M come Marras...); che ha fatto qualche film Hollywood, ma solo particine, "tipo che entra in scena, si spoglia e l'ammazzano". E che quando ha deciso di cambiare il nome originario, Genziana, in Jenny, è andata all'anagrafe e, ad abundantiam, si è anche tolta di botto anche otto anni.

C'è poi un suo pseudo fidanzato più giovane di lei, eroe delle fiction caserecce, in odor di scarsa mascolinità, e un flirt americano forse neppure consumato ma che serve anche quello a far parlare i giornali. E poi c'è il gran circo delle vanità che si muove intorno, il regista sovrappeso e che quasi balbetta e che non è riuscito ad andare oltre il successo del primo film, la stilista ossessionata dal vestito delle celebrities, il conduttore di talk show "che si muove all'interno del suo studio celeste come se pattinasse", e l'archeologo narciso colpito da fama televisiva, che va in giro con sempre nuove conquiste al braccio.

Tutti s'incontrano in un luogo immaginario dell'America Centrale, il Tanaquil, terra di fantasia che diventa molto rappresentativa dell'ossessione contemporanea per la celebrità, da quando quel circo barnum delle vanità sbarca in loco: "Cos'è? Un incubo: La versione personalizzata dell'Isola dei famosi o una master class di star System, si chiede la protagonista Arianna, trentenne disoccupata che si trova a far da assistente improvvisata a Jenny, e spesso spaesata dalla vicinanza inconsueta (un solo grado di separazione) con questo mondo fatto di ambizioni, lustrini, piccole maldicenze e crudeltà. E pensare che sono tutti lì per una buona causa, richiamati dall'ultima delle chimere del "decennio breve", la beneficenza, che ormai fa muovere aziende e star system.

Con un cast così stellare viene quasi naturale domandarsi, di fronte a questo romanzo, Tu sai chi sono io (editore Bompiani), opera prima di Paola Jacobbi, giornalista di Vanity Fair, chi ci sia davvero dietro a quelle figure di fantasia, quale sia la chiave nascosta del gioco delle suggestioni, seguendo il collaudato e intrigante gioco letterario di chi si nasconde dietro a chi.

Per esempio quell'allusione alle comparsate lampo hollywoodiane può far pensare a Maria Grazia Cucinotta: "Certo ma anche a Monica Bellucci, così famosa all'estero e anche, perché no?, un pizzico a Elisabetta Canalis. Anche se le due giocano in campionati diversi, hanno entrambe una marcia in più e sono abili e capaci a gestire la propria immagine rispetto al sistema dei media, a usarli più che a farsi usare".

Tutte un po' figlie di Sophia Loren e poi di Sharon Stone, due maestre assolute del genere, assicura Jacobbi, che in materia di star e affini è a sua volta un'autorità, data la lunga frequentazione di Festival, Premi ed eventi nel mondo: il debutto professionale fu a Venezia, nel 1987.

A molte delle scene raccontate nel libro Jacobbi ha partecipato da vicino. Per esempio i brindisi in cui si esibisce Jenny ai party, sono ricalcati su quelli di Sharon Stone. "Eravamo in Polinesia per un... e lei tutte le sere faceva un brindisi, accompagnato da un discorso articolato, non banale. Fa parte di quello che io chiamo la sua mitomania".

Per la scena madre del libro, invece, quella del grande capriccio di Jenny sull'abito da scegliere per una serata al Festival, a Jacobbi si è parata davanti come musa ispiratrice un'altra attrice europea che ce l'ha fatta a sfondare sul piano internazionale, e universalmente nota per le sue scene di vanità ("troppo grassa, troppo magra, questo vestito non va bene per me"), Penelope Cruz.

E anche nel libro l'attrice è in piena crisi, tutti i vestiti sparsi sul letto, quando parte una frenetica consultazione fra lei e i suoi adepti: "I nomi degli stilisti rimbalzano come una pallina da ping pong: Dolce&Gabbana, Versace, Cavalli? Ti sembra il tipo da Cavalli? Casomai Valentino o Armani, scusa. Al limite Prada, anche se per la sera, insomma, non mi ha mai convinto".

"Qualcosa di vintage? Così non deve rendere conto a nessuno". Tutti bocciati dall'estro capriccioso del momento, quando Jenny vede entrare la sua assistente Arianna con un abito "equo e solidale" e capisce che quella sarà la soluzione per lei. E pretende che la povera Arianna si spogli e le ceda l'abito.

"In fondo ci consola un po' tutte pensare che le donne più desiderate abbiano i capelli sporchi, a volte, e i loro momenti di fragilità, che si sentano anche loro inadeguate".

C'è un'altra, sorprendente ossessione nella bella Jenny, quella dell'alluce valgo, che certamente sfugge ai più ma che per lei è motivo di nascosta sofferenza, fino a portarla, per una scena, a pretendere una controfigura: Chi è portatrice di alluce valgo, Jacobbi? "Mah, per la verità, quella sarei io... da sempre ho un vago complesso da alluce valgo e scruto i piedi altrui cercando una consolazione. In realtà tutte e tutti hanno piccoli difetti".

Per esempio? "Sharon Stone così bella e così intelligente non ha punto vita, è un po' mascolina, Kim Basinger ha mani davvero orrende. Tom Cruise ha le gambe corte. Spesso, anche le attrici perfette per il cinema viste da vicino deludono un po'. Natalie Portman è uno scricciolino, Scarlett Johanson ha il testone...". Una perfetta non c'è? "Forse Charlize Theron. Chissà, magari avrà l'alluce valgo, non ci ho fatto caso".

Continuando il nostro gioco dei personaggi a chiave e applicandolo alla scena italica, "l' attore bello e sospetto sembra davvero il povero Gabriel Garko, il presentatore tv è molto Bruno Vespa", dice Jacobbi. La stilista Mariolina invece è un mostro a più teste, un po' Alberta Ferretti, un po' Donatella Versace, con in più la frangetta che uccide di Anna Wintour; mentre l' esperto televisivo di ispiratori reali ne ha solo due: l'archeologo Valerio Massimo Manfredi e il giallista-magistrato Gianrico Carofiglio: "L'ho incontrato una volta in aereoporto e ho visto che si sventolava parecchio, più di Brad Pitt". Per dire che la vanità non appartiene solo ai fragili e belli. Ma anche ai pensatori.

Ps: A dimostrazione che il gioco dell'intreccio fra realtà e fantasia può rivelare sorprese, a libro già pubblicato Jacobbi ha scoperto due cose: che Elisabetta Canalis potrebbe essere la protagonista di un reality umanitario ambientato in Africa, e che gira su Youtube un esilarante video in cui due giornaliste della moda, Anna Dello Russo e Giovanna Battaglia, si affrontano a colpi di spelling con i grandi marchi.

 

 

 

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