venditti

V PER VENDITTI - “MA TUTTO QUEL CHE VOGLIO, PENSAVO, È SOLAMENTE AMORE”, 40 ANNI FA IL CANTAUTORE PUBBLICAVA ‘SOTTO IL SEGNO DEI PESCI (CHE ORA RIPROPONE DAL VIVO): "QUEL DISCO CAMBIÒ LA MIA VITA. USCÌ UNA SETTIMANA PRIMA DEL RAPIMENTO MORO. UN PAESE CHE RIESCE, IN UN MOMENTO DEL GENERE, AD AVERE COME SUA COLONNA SONORA UNA CANZONE COME QUELLA È UN PAESE MOLTO FORTE” (VIDEO) – "LA MUSICA OGGI? È COME SE SI PARLASSE CON UN ROBOT, È LA RISPOSTA CHE VORRESTI DA SIRI” – E SUL CAMBIAMENTO, SOPRATTUTTO IN POLITICA, RISPONDE CHE… - VIDEO

 

Ernesto Assante per la Repubblica

 

Quarant' anni fa, nel 1978, Antonello Venditti pubblicava Sotto il segno dei pesci.

venditti

Era un album bellissimo, ricco di canzoni diventate oggi dei classici, e che all' epoca furono un clamoroso successo.

 

Quarant' anni dopo Venditti arriva a proporlo dal vivo, dopo l' anteprima all' Arena di Verona, in due concerti al Palalottomatica di Roma, il 21 e il 22 dicembre, e poi dall' 8 marzo in un lungo tour in tutta Italia. Sotto il segno dei pesci fu importante perché contribuì a cambiare il corso della canzone d' autore italiana: «Di sicuro cambiò la mia vita», sorride Venditti, «quel disco è stato importante per me, non ero più il cantautore solitario seduto dietro al pianoforte, potevo alzarmi, anche se non lo facevo spesso,

 

e potevo dire di non essere solo, avevo una straordinaria band che fondeva gli Stradaperta, che erano i miei amici di sempre, con il Canzoniere del Lazio, con Carlo Siliotto e Marcello Vento. Era una cosa nuova, con un suono nuovo, interessante, una di quelle cose che fai una volta nella vita e basta. Lo riproporremo al centro di un concerto facendo tutti e otto i pezzi del disco».

 

Non c' erano solo le parole, ma al centro arrivava la musica

venditti

«Sì, perché è stato il primo disco in cui ho messo nella canzone tanti elementi diversi, rock, pop, country. E cambiava anche il mio modo di suonare. Anzi, quando sarò morto, il più tardi possibile s' intende, mi piacerebbe che qualcuno studiasse il modo in cui suono il pianoforte. Non faccio quello che insegnano a scuola, se lo avessi fatto non sarei arrivato a scrivere quello che ho scritto».

 

Era un disco che raccontava l' Italia che avevi davanti agli occhi, un' Italia, violenta ma anche appassionata.

«Anche molto contraddittoria. E anche un' Italia paradossalmente libera. Il disco uscì l' 8 marzo, una settimana dopo ci fu il rapimento di Aldo Moro, in teoria sarebbe stato molto difficile incastrarlo in quei tre mesi di assoluto incubo che l' Italia stava vivendo. Invece il disco non fu cancellato dagli eventi, perché diceva una cosa piccola, semplice e vera: "...Ma tutto quel che voglio, pensavo, è solamente amore. Ed unità per noi, che meritiamo un' altra vita. Più giusta e libera se vuoi". Era quello che volevano tutti. Un paese che riesce, in un momento come quello, ad avere come sua colonna sonora una canzone così è un paese molto forte».

 

Quando scrive pensa che ancora oggi le canzoni possano incidere sulla realtà?

venditti

«Tutte le arti possono farlo, l' importante è che esista la libertà di poter esprimere la propria arte. E oggi siamo sicuri che esista la libertà? Dovremmo rifondarla, ricominciare da capo, pensare che quando si nasce non sappiamo di essere italiani o svizzeri, non sappiamo se siamo bianchi o neri, abbiamo tutto il tempo per sapere e capire chi siamo. Dovremmo fare così anche oggi, cambiare».

 

Ma oggi si parla molto, soprattutto in politica, del cambiamento.

«E io sono favorevolissimo ai cambiamenti, perché so che se l' Italia cambia in peggio può cambiare anche in meglio. Ma il problema oggi è che l' unica cosa che ti dà la possibilità di scegliere, di dire no, di essere libero sono i soldi. Quando saremo liberi nelle nostre scelte senza aver bisogno dei soldi, tutto potrà cambiare davvero».

 

Sono passati quaranta anni da "Sotto il segno dei pesci", ma la musica di oggi le piace?

venditti - nozze salzano

«Potrei rispondere che dipende da quale musica si prende in considerazione. Ma preferisco sottolineare che chi non capisce i tempi che viviamo ha qualcosa di sbagliato in sé. Ogni generazione ha avuto la sua musica e la generazione precedente ha detto che era brutta o astrusa. Quello che so è che la musica è bella se ha quel piccolo quid universale che colpisce, che in qualche modo si chiama poesia. E tutte le generazioni hanno qualche goccia di poesia nella propria musica.

 

Anche oggi c' è qualcosa di sottile che striscia e che i ragazzi sentono come vera, ma che possiamo cogliere, con orecchie aperte, anche noi. Ma c' è un gap generazionale, non si coglie quel pizzico di eternità che il futuro ha con sé. Una sola critica mi sento di fare, quella di una mancanza di passionalità: è tutto basato sulla parola ma una parola non accorata, non passionale. È come se si parlasse con un robot, è la risposta che vorresti da Siri».

Uno "stile Venditti" esiste anche se nelle sue canzoni tutto è sempre cambiato.

venditti

«Chi non cambia o è stupido o è morto. Io ho ancora la curiosità di vedere come andrà a finire, e quindi la voglia di ricreare sempre il mio linguaggio. Sennò rimarrei al tempo di Sotto il segno dei pesci, che amo tantissimo, che è ancora parte di me, ma non tutto. Nel frattempo io sono cambiato».

venditti ermal metagiuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 5giuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 3totti vendittivendittigiuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 1pino daniele vendittitotti vendittivenditti tottizero vendittiVENDITTIZEMAN TOTTI VENDITTIVENDITTI VERDONE ZEMANvenditti al suo arrivo alla galleria alberto sordi (2)VENDITTI TOTTIVENDITTI DALLAVENDITTI DE GREGORIVENDITTI 1VENDITTI 3VELTRONI SCIARPA ROMA VENDITTIVENDITTI 2venditti de gregorisalvini vendittisalvini venditti 2VENDITTIvenditti ballaro'salvini venditti 1antonello venditti, francesco de gregori e riccardo cocciante antonello venditti col suo libro (2)VENDITTIVenditti attavagliato da Romolo al Portogiuseppe conte antonello venditti al canottieri roma 2antonello vendittiantonello vendittivendittiAntonello Vendittivenditti

Ultimi Dagoreport

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON HA PER NULLA DIGERITO L’INTESA TRA USA E UCRAINA (MEDIATA CON TRUMP DA BIN SALMAN E STARMER) PER UN CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI: IL “MACELLAIO” DI MOSCA (CIT. BIDEN) VOLEVA I NEGOZIATI SUBITO, NON LA TREGUA, CHE INVECE RICALCA LE RICHIESTE DI ZELENSKY – “MAD VLAD” SI STA RENDENDO CONTO CHE IN GIRO C’È UNO PIÙ PAZZO DI LUI: L’INSOSTENIBILE BIPOLARISMO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO È LOGORANTE ANCHE PER MOSCA. UNO CHE DOPO AVER ANNUNCIATO DI AVER SOSPESO ARMI E CIA A KIEV, OPLÀ!, ORA HA RINCULATO. E MINACCIA “SANZIONI DEVASTANTI” SE PUTIN NON ACCETTERÀ L’ACCORDO…

wanna marchi stefania nobile davide lacerenza

CRONACHE DI CASA MARCHI – QUANDO WANNA DICEVA AL “GENERO” LACERENZA: “PORCO, TI DOVRESTI VERGOGNARE, MERITI SOLO LA MORTE” – TRA LE INTERCETTAZIONI DELL’ORDINANZA DI ARRESTO DEL TITOLARE DELLA ''GINTONERIA'' E DI STEFANIA NOBILE, SONO CUSTODITE ALCUNE FRASI STRACULT DELL’EX TELE-IMBONITRICE – LA MITICA WANNA RACCONTA UNA SERATA IN CUI DAVIDONE “TIRA FUORI LA DROGA”: “L’HA FATTA DAVANTI A ME, IO HO AVUTO UNA CRISI E MI SONO MESSA A PIANGERE” – LA DIFESA DI FILIPPO CHAMPAGNE E LA “PREVISIONE”: “IO CREDO CHE ARRIVERÀ UNA NOTIZIA UNO DI ‘STI GIORNI. ARRIVERÀ LA POLIZIA, LI ARRESTERANNO TUTTI. PERCHÈ DAVIDE ADDIRITTURA SI PORTA SEMPRE DIETRO LO SPACCIATORE..."

volodymyr zelensky bin salman putin donald trump xi jinping

DAGOREPORT – COME SI E' ARRIVATI AL CESSATE IL FUOCO DI 30 GIORNI TRA RUSSIA E UCRAINA? DECISIVI SONO STATI IL MASSICCIO LANCIO DI DRONI DI KIEV SU MOSCA, CHE HA COSTRETTO A CHIUDERE TRE AEROPORTI CAUSANDO TRE VITTIME CIVILI, E LA MEDIAZIONE DI BIN SALMAN CON TRUMP - E' BASTATO L’IMPEGNO MILITARE DI MACRON E STARMER PER DIMOSTRARE A PUTIN CHE KIEV PUÒ ANCORA FARE MOLTO MALE ALLE FRAGILI DIFESE RUSSE - NON SOLO: CON I CACCIA MIRAGE FRANCESI L'UCRAINA PUÒ ANDARE AVANTI ALTRI SEI-OTTO MESI: UN PERIODO INACCETTABILE PER TRUMP (ALL'INSEDIAMENTO AVEVA PROMESSO DI CHIUDERE LA GUERRA “IN 24 ORE”) – ORA CHE MOSCA SI MOSTRA “SCETTICA” DAVANTI ALLA TREGUA, IL TYCOON E IL SUO SICARIO, JD VANCE, UMILIERANNO PUBBLICAMENTE ANCHE PUTIN, O CONTINUERANNO A CORTEGGIARLO? - LA CINA ASPETTA AL VARCO E GODE PER IL TRACOLLO ECONOMICO AMERICANO: TRUMP MINIMIZZA IL TONFO DI WALL STREET (PERDITE PER 1000 MILIARDI) MA I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI LO HANNO GIÀ SCARICATO…

elly schlein nicola zingaretti donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CHE FIGURA DI MERDA PER IL PD MALGUIDATO DA ELLY SCHLEIN: A BRUXELLES, TOCCATO IL FONDO, IL PD HA COMINCIATO A SCAVARE FACENDOSI SCAVALLARE ADDIRITTURA DAL PARTITO DI GIORGIA MELONI – SE FDI NON POTEVA NON VOTARE SÌ AL PROGETTO “REARM EUROPE” DELLA VON DER LEYEN, I DEM, CHE ADERISCONO AL PARTITO SOCIALISTA, SI SONO TRASFORMATI IN EURO-TAFAZZI: 10 HANNO VOTATO A FAVORE, 11 SI SONO ASTENUTI (E SOLO GRAZIE ALLA MEDIAZIONE DEL CAPOGRUPPO ZINGARETTI I FEDELISSIMI DI ELLY, DA TARQUINIO A STRADA, NON HANNO VOTATO CONTRO URSULA) – I FRATELLINI D’ITALIA, INVECE, DOPO AVER INGOIATO IL SI', PER NON FAR INCAZZARE TRUMP, SI SONO ASTENUTI SULLA RISOLUZIONE SULL’UCRAINA. LA SCUSA UFFICIALE? "NON TIENE CONTO" DELL’ACCORDO A RIAD TRA USA E UCRAINA. INVECE GLI EURO-MELONI PRETENDEVANO UN RINGRAZIAMENTO DEL  PARLAMENTO EUROPEO A "KING DONALD" PER IL CESSATE IL FUOCO TRA MOSCA E KIEV (CHE, TRA L'ALTRO, PUTIN NON HA ANCORA ACCETTATO...)

philippe donnet andrea orcel francesco gaetano caltagirone

DAGOREPORT: GENERALI IN VIETNAM - LA BATTAGLIA DEL LEONE NON È SOLO NELLE MANI DI ORCEL (UNCREDIT HA IL 10%), IRROMPE ANCHE ASSOGESTIONI (CHE GESTISCE IL VOTO DEI PICCOLI AZIONISTI) - AL CDA DEL PROSSIMO 24 APRILE, ORCEL POTREBBE SCEGLIERE LA LISTA DI MEDIOBANCA CHE RICANDIDA DONNET (E IN FUTURO AVER VIA LIBERA SU BANCA GENERALI) – ALTRA IPOTESI: ASTENERSI (IRREALE) OPPURE POTREBBE SOSTENERE ASSOGESTIONI CHE INTENDE PRESENTARE UNA LISTA PER TOGLIERE VOTI A MEDIOBANCA, AIUTANDO COSI’ CALTA (E MILLERI) A PROVARE A VINCERE L’ASSEMBLEA - COMUNQUE VADA, SI SPACCHEREBBE IN DUE IL CDA. A QUEL PUNTO, PER DONNET E NAGEL SARÀ UN VIETNAM QUOTIDIANO FINO A QUANDO CALTA & MILLERI PORTERANNO A TERMINE L’OPA DI MPS SU MEDIOBANCA CHE HA IN PANCIA IL 13% DI GENERALI…

ursula von der leyen giorgia meloni elon musk donald trump

DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI FUORI DAI CONFINI NAZIONALI - MELONI PRIMA SI VANTAVA DELL’AMICIZIA CON MUSK E STROPPA E DELLA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON TRUMP, ORA È COSTRETTA A TACERE E A NASCONDERSI PER NON PASSARE COME "AMICA DEL GIAGUARO" AGLI OCCHI DELL'UE. E, OBTORTO COLLO, E' COSTRETTA A LASCIARE A STARMER E MACRON IL RUOLO DI PUNTO DI RIFERIMENTO DELL'EUROPA MENTRE SALVINI VESTE I PANNI DEL PRIMO TRUMPIANO D’ITALIA, L'EQUILIBRISMO ZIGZAGANTE DELLA GIORGIA DEI DUE MONDI VIENE DESTABILIZZATO ANCOR DI PIU' DAL POSIZIONAMENTO ANTI-TRUMP DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO MERZ CHE FA SCOPA COL POLACCO TUSK, E LEI RISCHIA DI RITROVARSI INTRUPPATA CON IL FILO-PUTINIANO ORBAN - IL COLPO AL CERCHIO E ALLA BOTTE DEL CASO STARLINK-EUTELSAT...