VENGO PRIMA DEL TG - IL TG1 DI ORFEO FA L’EMILIOFEDE DI MONTI E VIENE SPESSO E VOLENTIERI SORPASSATO DAL TG5 DI MIMUN (CHE E’ TUTTO DIRE) - SONO LONTANI I TEMPI IN CUI IL PRIMO TG NAZIONALE AVEVA UN VANTAGGIO DI UN MILIONE DI SPETTATORI NEI CONFRONTI DI QUELLO DI MEDIASET - MA IN ITALIA CALANO GLI ASCOLTI DI TUTTI I TG “CLASSICI”, CHE IN PARTICOLARE SOTTO ELEZIONI SUBISCONO MOLTO LA CONCORRENZA DI INTERNET E DEI TG 24 ORE SU 24...

Marco Mele da "Il Sole 24 Ore"

In quattordici serate su ottantatre il Tg5 ha superato gli ascolti del Tg1, dal primo novembre al 22 gennaio. Una percentuale (il 16,8%) che lascia la leadership d'ascolto al Tg della rete ammiraglia della Rai, ma che mostra più di una crepa nella sua credibilità presso il pubblico.

Nel periodo considerato, secondo i dati elaborati da Studio Frasi su Auditel, la media del Tg1 è di 5,6 milioni di ascolti rispetto ai 5,2 del Tg diretto da Clemente J Mimun. L'ultima volta è stato lunedì scorso: il Tg diretto da Mario Orfeo è stato superato dal Tg5, che ha avuto 286mila spettatori in più. Particolare: l'età media del Tg1 è di 60 anni. Quella del Tg5 è di 48 anni, ma qui i direttori non c'entrano.

I dati di questo periodo comprendono i giorni delle festività: il 24, il 25 e il 26 dicembre, così come il 31 dicembre e il primo gennaio, il vantaggio del Tg1 sul Tg5 oscilla tra il milione e il milione e 700mila individui in ascolto. Prima e dopo le festività, le sofferenze del primo Tg nazionale aumentano. In passato non era così: il Tg1 diretto da Gianni Riotta, dal settembre 2006 all'aprile 2009, ad esempio, aveva il 31,3% di share media e un milione di ascoltatori in più rispetto al primo mese della direzione Orfeo.

«Bisogna precisare - commenta Francesco Siliato, analista del sistema televisivo - che sino all'avvio della campagna elettorale vi è stato un calo di ascolti e di attenzione per tutti i Tg. Due ne sono le cause principali: la prima è Internet, la seconda è la presenza, sulla tv terrestre, di Rainews e SkyTg24, che offrono l'informazione del giorno in qualsiasi ora, senza aspettare le fatidiche ore venti». L'analisi degli ascolti degli ultimi sei direttori fa risaltare un calo di cinque punti percentuali e di oltre un milione di spettatori medi tra la direzione Riotta e quella di Augusto Minzolini. Va precisato, ancora una volta, che i periodi delle diverse direzioni, ovviamente, non coincidono in quanto a durata. E che la tv, negli ultimi anni, ha visto una crescita dell'offerta, anche informativa, non solo attraverso il televisore domestico.

Il calo del Tg1 è però una tendenza dell'ultimo periodo. Nel lontano 1999, quando il Tg5 diretto da Enrico Mentana "tallonava" il Tg1 diretto da Giulio Borrelli, la quota di ascolto (in quel caso nel periodo giugno-luglio) era del 32,4% per il Tg1 e del 25,4% per il Tg5. Una percentuale non lontana dal 31.3% di Riotta.

È il calo successivo che deve preoccupare i vertici della Rai: con Alberto Maccari e Mario Orfeo si è scesi sotto il 23% di share media. C'è chi attribuisce la responsabilità alla direzione Minzolini (che ha avuto un ascolto medio a metà strada tra Riotta e Maccari, del 26,3%): «Il Tg1 - prosegue Siliato - ha perso la sua patina istituzionale. È sempre stato filogovernativo, ma lì è diventato di parte, ha perso la patina. E non l'ha riconquistata con le ultime due direzioni». Non va dimenticato che il Tg5 finisce prima del Tg1, per mandare in onda la pubblicità. E così il Tg di Rai1 va spesso avanti per qualche minuto, traendone un vantaggio di ascolto. E facendo concorrenza al Tg2 digitalizzato di Marcello Masi. Tg2 che ha perso ascolti a favore di RaiUno dopo la chiusura di Radio Londra.

Vi è poi l'annosa questione del programma "traino": «Quest'anno il programma di Paolo Bonolis su Canale 5 - sottolinea Luigi Ricci, analista del consumo tv - ha ridotto, nella mezz'ora che precede il Tg5, la distanza da Rai1, dal primo al 22 gennaio rispetto allo stesso periodo del 2012. Il vantaggio si riduce da oltre un milione e 100mila spettatori a 312mila. Il Tg5, ormai, ha una curva di ascolto quasi "incollata" a quella del Tg1».

 

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