VIENI AVANTI, LOTITO! - IL SOGNO DEL “SENATORE CLAUDIO” E’ DURATO SOLO QUALCHE ORA - LA CANDIDATURA PER IL PDL IN CAMPANIA E’ NAUFRAGATA: LA CONDANNA IN SECONDO GRADO PER AGGIOTAGGIO HA AZZOPPATO IL PRESIDENTE - ANCHE L’EX “PARENTE” CARFAGNA SI E’ MESSA DI TRAVERSO, E A LOTITO NON RESTA CHE PUNTARE ALLA VICEPRESIDENZA DELLA FIGC - LAZIO “RISPARMIATA” DAL CALCIOSCOMMESSE? MAURI NEANCHE DEFERITO…

Gianfrancesco Turano per L'Espresso

Pochi giorni bastano per passare dal trionfo sui Fori imperiali alla crocifissione. È la metafora del calcio e Claudio Lotito la conosce per diretta esperienza. I suoi dieci anni alla guida della Lazio sono stati una successione di alti e bassi, dalle contestazioni dei nostalgici dell'epopea cragnottiana al risanamento finanziario del club, dall'inferno di Calciopoli alla vittoria elettorale in Lega calcio, dove Lotito ha imposto il suo protégé Maurizio Beretta mettendo nell'angolo gente che si chiama Massimo Moratti (Inter, 18 scudetti) e Andrea Agnelli (Juventus, 28 scudetti e/o 30 sul campo).

Uno smacco terrificante incassato da due famiglie storiche del capitalismo italiano ad opera di un imprenditore di prima generazione che fattura qualche decina di milioni di euro con quattro imprese di pulizie e una di vigilantes. Accadeva a gennaio, il mese scorso, una vita fa. La Lazio era candidata allo scudetto e finalista di Coppa Italia dopo avere eliminato la Juve campione d'Italia. Il multiproprietario Lotito, che controlla il greco antico, il latino e anche la Salernitana insieme al cognato Marco Mezzaroma, si apprestava a sbarcare in Parlamento con il Pdl in Campania. Come ben sa un uomo di cultura classica, sussistevano le condizioni ideali per la "fthonos theon" (invidia degli dei), che puntualmente ha colpito.

La faida delle candidature in Campania, con l'estromissione di Nicola ‘o Mericano Cosentino motivata da due rinvii a giudizio, ha tolto di lista "a fortiori" il presidente della Lazio, che a marzo del 2012 è stato condannato in secondo grado a 18 mesi per aggiotaggio sui titoli della Ss Lazio insieme allo zio di sua moglie Cristina, il costruttore Roberto Mezzaroma.

La candidatura a Salerno è saltata anche per altri motivi. La reginetta del Pdl locale, Mara Carfagna, fresca di separazione dal marito Marco Mezzaroma (fratello di Cristina), ha assistito con apprensione ad alcune iniziative impopolari tipiche della parsimonia lotitiana. Per esempio, la richiesta di fare pagare il biglietto di ingresso allo stadio Arechi ai portatori di handicap e ai loro accompagnatori, oltre che ai ragazzini delle giovanili, ad esclusione però di quelli impegnati come raccattapalle.

Ma la Salernitana occupa una frazione residuale delle cure che richiede la Lazio. Dopo una lunga fase di quiete, lo scandalo delle partite truccate è tornato ad oscurare l'orizzonte del club romano. La vicenda è esemplare di come funziona la giustizia sportiva. Un rapido riassunto s'impone. Il 28 maggio 2012 il capitano biancoceleste Stefano Mauri viene arrestato dai giudici di Cremona per l'inchiesta sulle scommesse clandestine. Logica vorrebbe che, dopo un fatto di rilevanza penale, scattasse un'indagine della giustizia sportiva. Invece Mauri non viene neppure deferito al tribunale della Federcalcio (Figc), mentre decine di altri calciatori coinvolti nel calcioscommesse mai incarcerati e a volte nemmeno indagati dalla magistratura penale subiscono pesanti squalifiche sportive.

I maligni attribuiscono la circostanza all'accresciuta moral suasion del patron laziale sul sistema del calcio italiano. Oltre alla sua capacità di indirizzare il governo della Lega calcio, in alleanza con Adriano Galliani e Aurelio De Laurentiis, Lotito punta con decisione alla vicepresidenza della Figc e ha buone carte per raggiungere l'obiettivo. Fatto sta che fino a tutto gennaio il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, non conferma né smentisce l'inizio di un procedimento sportivo contro Mauri. Il capitano delle Aquile continua a giocare (29 partite e 4 gol in stagione finora).

Poi, lunedì 4 febbraio, l'Europol ufficializza i risultati dell'indagine sulle partite truccate a livello continentale per opera del clan degli ungheresi. E l'incubo ricomincia. Tra gli oltre 300 match aggiustati c'è Lecce-Lazio del maggio 2011 dove, secondo il pentito Gabor Horvath, giocatori e dirigenti si erano impegnati per un punteggio finale con almeno quattro gol sul tabellino (finì 4-2 per la Lazio).
C'è di che mettere a rischio l'operazione di immagine della squadra per la stagione 2012-2013, affrontata con un tecnico emergente (il croato-svizzero Vladimir Petkovic) che faceva il volontario alla Caritas del Canton Ticino e che Lotito dice di avere scelto «perché è un bravo allenatore e perché ha alti valori morali», un attaccante (Sergio Floccari, matador della Juve in semifinale di Coppa) pellegrino al santuario di Medjugorje, e una campagna contro il razzismo molto lodevole.

Abbastanza lodevoli anche i bilanci del club, che ha chiuso il 2011-2012 con un utile di 3 milioni di euro e fa segnare nel primo trimestre 2012 una perdita di 5 milioni. La squadra ricava circa 80 milioni, quasi la metà dei 145 incassati dalla Roma nel 2011, ma ha costi più equilibrati. Per sostenere i ricavi Lotito ricorre, come altri, alla vendita anticipata dei diritti tv Sky. A comprare è la società di factoring di Unicredit, la banca che controlla il 40 per cento dell'As Roma e che ha Beretta come capo delle relazioni esterne.

I buoni acquisti fatti sul calciomercato a prezzi e salari convenienti non dicono tutto del talento di Lotito per gli affari. Il vero colpo della Lazio, completato a ottobre dell'anno scorso, è l'immobile di via Valenziani a Roma. L'edificio (2.500 metri quadrati con 450 metri quadrati di giardino in una zona di grande pregio) è stato acquistato al prezzo stracciato di 7,5 milioni complessivi. Ironia della storia, a vendere è la curatela Cirio, il gruppo alimentare proprietario della Lazio fallito per mano di Sergio Cragnotti e affidato ai commissari Luigi Farenga e Attilio Zimatore, professionista scelto da Unicredit per traghettare la Roma della famiglia Sensi nelle mani dei proprietari americani.

Il talento di Claudio per il mattone è scritto chiaro nei conti della sua immobiliare. La Appia srl ha un patrimonio valutato in 50 milioni tra la villa presidenziale sull'Appia antica e le proprietà di Cortina d'Ampezzo dove Lotito è arrivato al seguito della moglie Cristina Mezzaroma, di professione imprenditrice agricola e figlia di Gianni, palazzinaro romano e romanista.

Il colpo più grosso non è andato a segno e riguarda proprio l'azienda agricola Alpa di Cristina e Marco Mezzaroma, a nord della capitale. Lì il proprietario della Lazio vuole costruire lo stadio delle Aquile ma l'area è considerata a rischio di dissesto idrogeologico. Lotito per ora resterà all'Olimpico. Tra scommesse e zona Champions a rischio bisognerà difendere più che attaccare.

 

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