I DOLORI DI CECCHI GORI – “NON SO SE IN ITALIA ESISTA QUALCUNO PIÙ TRUFFATO DI ME. MI HANNO MESSO DI MEZZO, SI SONO INVENTATI A TAVOLINO IL MIO FALLIMENTO, HANNO PRESO A PRETESTO UNA DISTRAZIONE, UNA CAZZATA MINORE, PER MANDARMI ALL’ARIA” - “LA COCAINA NELLA CASSAFORTE? CE LA MISERO APPOSTA, LO ZAFFERANO ERA UNA STRONZATA” - VALERIA MARINI E RITA RUSIC: “LA SPOSAI PERCHÉ…”
Anticipazione Stampa da “Vanity Fair”
greta pierotti vittorio cecchi gori foto di bacco
«Non so se in Italia esista qualcuno che sia stato più truffato di me». Così, in un’intervista a Vanity Fair, Vittorio Cecchi Gori riassume per il vicedirettore Malcom Pagani il fallimento della sua avventura cinematografico-calcistica, raccontata anche in un docufilm (Cecchi Gori - Una famiglia italiana, di Simone Isola e Marco Spagnoli) che verrà presentato in ottobre alla Festa del Cinema di Roma.
CLAUDIA GERINI - CARLO VERDONE - VITTORIO CECCHI GORI
«Mi hanno messo di mezzo, si sono inventati a tavolino il mio fallimento, hanno preso a pretesto una distrazione, una cazzata minore, per mandarmi all’aria. [Una distrazione di fondi è una cazzata] se parametrata a un gruppo enorme, che valeva una fortuna e dava lavoro a migliaia di persone. Poteva essere punita, come un debito da tre milioni per i quali me ne pignorarono centinaia, senza distruggere la Fiorentina, la Finmavi, la mia reputazione. Spero che il mio caso serva a rivedere l’intera legislazione sui fallimenti.
batistuta vittorio cecchi gori
Così com’è favorisce soltanto i predatori, gli approfittatori, gli avvoltoi. Verdone è tra i pochissimi a essermi rimasto vicino. Ho aiutato tanta gente e tanta gente mi ha abbandonato. La mia storia è stata raccontata male. A iniziare dai giornali, a cui ridere di me è sempre piaciuto. Il resto l’hanno fatto il sensazionalismo e la seconda religione nazionale: l’invidia.
C’è chi mi ha ferito e se il destino vuole avrà quello che si merita, ma non vivo augurandomi il male di nessuno. Ho una carriera che resta un patrimonio nazionale e aspetto ancora giustizia con fiducia. C’è un ricorso al Consiglio di Stato che per il “furto” delle tv, a fine anno, potrebbe farmi riavere 900 milioni di euro. Altri 400 pendono dal furto della Fiorentina. E ad avere la forza, potrei intraprendere molte altre cause. Ma ho 77 anni...».
cecchi gori e valeria marini 1
Nell’intervista a Vanity Fair, l’ex produttore più importante del cinema italiano (un Oscar per La vita è bella dopo la nomination per Il postino) ammette per la prima volta che la sostanza trovata dai poliziotti nella sua cassaforte, la mattina del 2001 in cui lui e l’allora compagna Valeria Marini furono svegliati da una perquisizione, non era «zafferano», come affermò all’epoca: «Lo zafferano era una stronzata, ma quella droga è sempre stata un mistero. Le pare che sapendo di essere perquisito avrei lasciato cocaina nella cassaforte? Ce la misero apposta: calunnia, calunnia, qualcosa resterà. Poi la cocaina è una barzelletta, non fumo, non bevo, ho fatto sempre sport».
VILLA VITTORIA A SABAUDIA CHE FU DI CECCHI GORI
Cecchi Gori parla inoltre della sua gratitudine per l’ex moglie Rita Rusic, a cui si è riavvicinato dopo l’ischemia che lo ha colpito due anni fa: «Mi è stata vicina mentre ero malato. Mi ha dato forza per smascherare i banditi e le sanguisughe che cercarono di depredarmi e isolarmi. “Cecchi Gori è più utile da morto che da vivo”, dicevano. Invece sono vivo, li ho scoperti e adesso faccio tana. Mi riprendo tutto. Spero ancora di fare qualche film».
cecchi gori e rita rusic con il figlio mario
La sposò, spiega a Vanity Fair, «perché avevo superato i quarant’anni e voltandomi indietro vedevo i miei amici che si erano sistemati, avevano mogli, figli, famiglie. Io non avevo niente. Ho capito che rischiavo di diventare un fenomeno e di rimanere solo “figlio” senza mai diventare un uomo. Poi un po’ figlio e basta sono rimasto comunque. Son stati talmente belli i miei genitori che la mia vera famiglia sono rimasti loro.
Mia madre era una donna molto intelligente e mio padre (Mario, fondatore della casa di produzione, ndr) un magnifico padre. Abito in una casa che era quella che Mario comprò ai tempi de Il sorpasso». Film di Dino Risi di cui vorrebbe ora fare il remake: «Ho scelto Andrea Purgatori e Marco, il figlio di Dino, per scrivere il copione. Il sorpasso era uno spaccato del Paese e non è che da allora sia cambiato poi molto».
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