VOGLIAMO I COLONNELLI! BURIONI BATTE I TACCHI E FORNISCE ALCUNI CONSIGLI NON RICHIESTI AL GENERALE FIGLIUOLO (“FACCIA COME CHURCHILL E CHIEDA AIUTO A TUTTI”) IN UNA LETTERA PUBBLICATA DAL "CORRIERE" – IL PROF CHIEDE L’EPURAZIONE DEI SANITARI CHE RIFIUTANO I VACCINI E INVOCA LA CENSURA DEI “CIARLATANI” CHE OCCUPANO LA PRIMA SERATA TV - "LA COSTITUZIONE GARANTISCE CHE CHI AFFERMA CHE SARS-COV-2 CAUSA UNA "SEMPLICE INFLUENZA" NON VENGA ARRESTATO MA NON CONFERISCE IL DIRITTO DI..." - E PER NON FARSI MANCARE NULLA INFILA ANCHE UNA DIGRESSIONE SULLA "GRANDE GUERRA..."
Roberto Burioni per il Corriere della Sera
Carissimo generale Figliuolo, chi le scrive è una persona che ha grandissima fiducia nelle nostre Forze Armate e che ripone - come sono certo la maggior parte degli italiani - grandi speranze nel suo operato. Per questo, da cittadino che a causa della sua professione (sono un medico e insegno Virologia all'Università) ha dovuto seguire sin dal primo giorno questa terribile pandemia, mi permetto di condividere con lei alcune rispettose considerazioni.
Ci sono persone che rifiutano ideologicamente l'uso delle armi. In guerra possono essere utili a decrittare codici segreti o nelle retrovie a organizzare la logistica, ma non posso prestare servizio in prima linea: non essendo armati metterebbero in pericolo non solo loro stessi, ma pure i loro commilitoni e potrebbero pregiudicare l'esito finale del conflitto. Allo stesso modo i sanitari che rifiutano i vaccini devono essere trasferiti. Non possono stare a contatto con i pazienti perché potrebbero contagiarli e quindi dovranno essere assegnati a qualche mansione che non metta a rischio la loro salute e quella delle persone che assistono.
Dico di più: chi rifiuta un vaccino che la scienza ha definito sicuro ed efficace nel proteggere contro una malattia pericolosissima certamente non è un bravo sanitario. Fargli cambiare lavoro potrebbe essere un'ottima soluzione sia per lui, sia per i cittadini. Alla fine del mese di maggio del 1940 i soldati alleati si trovarono circondati dai nazisti a Dunkerque, senza speranza di rompere l'assedio.
A quel punto sulla costa francese c'erano la prigionia o la morte, mentre per chi riusciva a oltrepassare la Manica arrivando in Inghilterra si apriva la prospettiva non solo della salvezza, ma anche l'opportunità di combattere di nuovo il nemico nel futuro. In quella occasione Churchill «arruolò» qualunque cosa galleggiasse per portare in salvo il maggior numero possibile di soldati sulle coste inglesi. Non fece distinzioni tra navi militari, tra barche pubbliche e private, tra marinai professionisti e volontari. Chiese aiuto a tutti. Noi ci troviamo in una situazione identica.
ROBERTO BURIONI BABBO NATALE BY VUKIC
Da una parte, la malattia con il suo carico di dolore e morte, dall'altra (la sponda del vaccino) la salvezza e la possibilità di aiutare gli altri a combattere la malattia. Faccia lo stesso. Nei prossimi mesi arriveranno molti milioni di vaccini e la priorità assoluta è somministrarli a più persone possibile nel più breve tempo possibile, come non importa. L'importante è riuscirci, ed è questione di vita o di morte. Qualcuno le dirà che i vaccini sono pochi, ma lei sa che in periodo bellico si fanno cose impossibili per salvare la Patria. Nei primi 5 mesi della Grande Guerra il Regno Unito produsse in 5 mesi 500.000 proiettili per artiglieria.
Nella primavera dell'anno successivo ci si accorse che erano pochissimi: in un bombardamento di 35 minuti nella battaglia di Neuve Chapelle si erano sparati più proiettili che nell'intera guerra Anglo-Boera. Si arrivò al punto che nel maggio 1915 ogni cannone non poteva utilizzare più di 4 colpi al giorno. A quel punto gli inglesi si misero al lavoro, trovarono un nuovo modo di produrre gli esplosivi utilizzando anche i fermentatori delle birrerie e nei sei mesi successivi del 1915 produssero oltre 16 milioni di proiettili.
Nel 1917 i proiettili prodotti diventarono 50 milioni all'anno, e consentirono all'Intesa di vincere la guerra. Per i vaccini regoliamoci nello stesso modo: invece di essere strumenti di morte come i proiettili dei cannoni sono strumenti di pace e di salute, ma ci servono a tutti i costi. Senza vaccini, non importa quanto terremo duro, non importa quanti sacrifici faremo: la guerra è persa. A proposito dell'Intesa che vinse la Grande Guerra, era composta da diversi Paesi, ma su ogni fronte il comando era unificato.
francesco paolo figliuolo mattarella
Pensare di vincere questo virus con venti piani vaccinali diversi - uno per regione - è una pericolosa illusione. La battaglia è una e le regole devono essere identiche in tutto il Paese, altrimenti sarà molto difficile portare a termine questo difficile compito. Infine, «loose lips sink ships» , dicevano durante la seconda guerra mondiale gli inglesi: i chiacchieroni affondano le navi. Chi in una situazione di grave emergenza parla sconsideratamente può causare - anche involontariamente - danni incalcolabili. Incredibilmente capita di vedere in televisione, nelle ore di maggiore ascolto, individui che raccontano bugie pericolose, dicendo che Covid-19 non esiste, che le mascherine sono inutili, che i vaccini sono tossici e inefficaci.
La Costituzione - che insieme alla libertà di opinione per noi è sacra anche in guerra - garantisce che chi afferma che Sars-CoV-2 causa una «semplice influenza» non venga arrestato all'alba ma non conferisce a ogni ciarlatano il diritto di potere esporre la sua ignoranza in prima serata televisiva. I cittadini dopo un anno di sacrifici che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare sono stanchi, sfiduciati, increduli, diffidenti. Molti hanno perso persone care e quasi tutti hanno avuto danni economici che per non pochi sfortunati hanno significato la catastrofe di un progetto di vita. Tutto questo rende difficile questo ultimo periodo nel quale ognuno di noi deve tenere duro in attesa del completamento della campagna vaccinale.
Per questo è importante che la comunicazione riguardo alla situazione della pandemia, ai pericoli, alle varianti, ai vaccini sia autorevole, precisa, basata su dati solidissimi, semplice ma soprattutto convincente. Non basta dire le cose giuste, bisogna anche dirle nel modo giusto, quello che riesce a convincere. Perché se la gente non si convince non crede a quello che sente, con conseguenze catastrofiche. Concludo con il mio in bocca al lupo e con la massima fiducia nelle sue capacità, sperando che presto «i resti di quello che fu uno dei più potenti virus del mondo risalgano in disordine e senza speranza le valli che avevano discese con orgogliosa sicurezza». Buon lavoro, generale.
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