
WALK ON THE WILD CLUB! - IN UN MEMOIR SI RACCONTANO LE NOTTI SELVAGGE AL MITICO “STUDIO 54” DI NEW YORK, FRA SESSO, CHAMPAGNE E COCA: UN’ASSISTENTE SI OCCUPAVA DI TAGLIARE STRISCE UGUALI PER TUTTI
Mentre Ian Schrager, co-fondatore dello “Studio 54”, progetta un libro con Rizzoli sulla mitica discoteca aperta a New York tra il 1977 e il 1986, l’altro proprietario Mark Fleischman pubblica il memoir “The Studio 54 Effect”, raccontandone il dietro le quinte, tra sesso, droga e eccessi.
«Il mio libro è la vera storia dello “Studio 54”» dichiara «Dal mio punto di vista, fu l’epicentro della cultura della droga a New York». Fleischman rilevò il club nel 1981, con l’idea di intrattenere le più grandi star, da John Belushi a Andy Warhol, “a base di champagne e cocaina”.
sodoma e gomorra allo studio cinquantaquattro
I vip entravano nel suo ufficio, dove c’era così tanta polvere bianca che aveva dovuto assumere un’assistente specializzata a tagliare strisce perfette: «C’erano così tante persone davanti la lunga scrivania, che dovevamo allineare fino a 40 botte di coca. Richiedeva molto tempo perché non potevamo fare dosi impari».
rod stewart allo studio cinquantaquattro
Sul fronte del sesso, era Sodoma e Gomorra, tanto che Alec Baldwin, all’epoca aiuto cameriere, dovette mollare perché vedere tutti quei rapporti sessuali, notte dopo notte, lo rendeva eternamente arrapato.
Michael Jackson usava la cabina del DJ per ballare da solo, lontano dalla folla, mentre alle cinque del mattino, il gruppo soprannominato “The Dawn Patrol”, che includeva Robin Williams, Dodi Fayed e Christoper Reeve, saliva su una limousine per dirigersi al “Meatpacking District”, e continuare il party fino a mezzogiorno.
olivia newton john allo studio cinquantaquattro
Il locale chiuse i battenti nel 1986 e Fleischman finì in riabilitazione, poi andò in ritiro spirituale in Bassa California. In seguito aprì altri club e ristoranti, da sobrio però.