GLI STREGATI/7 - ZEROCALCARE STA ALLO STREGA COME L’IDRAULICO LIQUIDO A UN LAVANDINO INTASATO - E’ UN CARTOON BEN DISEGNATO CON QUEL TANTO DI BANALE CHE LO FA SEMBRARE UNA LITTIZZETTO

ZEROCALCARE DIMENTICA IL MIO NOMEZEROCALCARE DIMENTICA IL MIO NOME

DAGOREPORT

 

Zerocalcare sta allo Strega come l’Idraulico liquido a un lavandino intasato. Il lavandino intasato di calcare è il defunto Premio Strega, il cartoon di Zerocalcare è l’idraulico.

 

“Dimentica il mio nome” di Zerocalcare (editore bao publishing) è l’ennesimo libro (libro?) proposto al Premio Strega. E’ un cartoon ben disegnato con dialoghi fatti di slang piuttosto banali, un pugno nello stomaco per un premio che finge di essere serio e invece annovera finti scrittori, scrittori pseudo nascosti (Ferrante), amici di Eco…, cantanti (Capossela)… il tutto nell’attesa che le rispettive case editrici definiscano su chi puntare. Che, poi, sarà la solita pseudo disputa tra un autore Mondadori e uno Rizzoli. Che poi è l’ultimo anno della disputa, poiché dal prossimo con chi si sfida Mondadori se compra la Rizzoli?

 

ZEROCALCARE MURALES REBIBBIAZEROCALCARE MURALES REBIBBIA

Zerocalcare ha quel tanto di banale che lo fa sembrare una Littizzetto. Si possono leggere strip del tipo: “Che lavoro fa tuo papà? L’oculista. Ahahah, il padre di Andrea fa il culista. Che schifusss” (p.41). O ancora “Penso sempre che la macchina rimarrà bloccata in quei cazzi di vicoletti di pietra. Checazzo è una punto mica un suv! Allora fatelo pedonale. Ci dispiace, ma non si disincastrerà mai” (p.193).

 

zerocalcarezerocalcare

Invece è scritto da Michele Rech (1983) un punk pieno di tatuaggi (“Me sò fatto i tatuaggi per sembrà meno sfigato”), “timido come una suora orsolina” e “sociopatico” (così si descrive), lettore onnivoro di Gipi e Boulet, divoratore di plum cake e nerd. E che in più gli schifano “il 90% degli autori che lavorano per Bonelli e Panini”.

 

zerocalcare   ogni maledetto lunedi su due  logozerocalcare ogni maledetto lunedi su due logo

Che c’entra con lo Strega? Se lo strega fosse un premio niente. Ma se lo Strega lo può vincere un libro copiato dal Tolstoj (“Vita” di Melania Mazzucco), un gggiovvane scrittore (Paolo Giordano), un parente (Francesco Piccolo) o, magari, la scrittrice sconosciuta Ferrante, o il cantante Capossela, allora perché non un ragazzotto che parla in romanesco, si è fatto conoscere al Crack Fumetti Dirompenti del Forte Prenestino ed esordito con una strip sul G8 di Genova? Uno che ha realizzato un murale di 40 metri all’uscita della metropolitana di Rebibbia dove risiede?

 

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“Tutto il mondo è burla”, diceva Falstaff, e il Premio Strega è burlissimo. I migliori auguri, dunque, a sottoZerocalcare, anche perché essere segnalato da Birignao Bignardi al premio è come affidarsi al bacio della morte. Dei comics possono pur sempre ben rappresentare un premio comico.  E se dovesse vincere, per usare una sua espressione, “pensa  a come staranno a rosicà” Lagioa, Covacic. Ma ci penseranno i 400 addormentati della domenica costretti a votare un mondador-rizzoliano in cambio di una sottoprefazione.

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