ZUCKE(RBERG) VUOTE - FACEBOOK IN CRISI TRA I GIOVANISSIMI, AZZERA LA PRIVACY SUI PROFILI DEI MINORI

Massimo Vincenzi per "la Repubblica"

Gli affari (e i dollari) valgono bene una polemica, così Facebook risale la corrente del senso comune senza farsi condizionare dalle critiche: con un breve comunicato il social network più famoso del mondo annuncia che toglierà le barriere che sino a ieri delimitavano l'azione dei più giovani. I ragazzi tra i 13 (sotto sarebbe vietato iscriversi) e i 17 anni potranno mettere sulle pagine dei loro profili commenti leggibili da tutti, anche dai non amici.

Sino ad ora la privacy dei più giovani era tutelata e su questo materiale potevano buttare un occhio solo gli utenti "autorizzati". «Gli adolescenti sono i più attivi sulla Rete, spesso sono i più brillanti ed è giusto dar loro la voce più ampia possibile così che tutti li ascoltino», recita la versione ufficiale messa a punto dagli uomini di Mark Zuckerberg, ma gli analisti non sembrano propensi a credere alla versione buonista. Il vero motivo è che Facebook, nonostante abbia superato il miliardo di utenti, vive un momento di difficoltà nella fascia più giovane dei clienti, quella più appetibile.

I sondaggi rivelano che non è più "alla moda" iscriversi, e la Generazione Y migra a grande velocità verso altre piattaforme, Twitter in testa. Inoltre aprire le porte del libero scambio è un favore enorme alla pubblicità, affamata di nuovi utenti da raggiungere e di informazioni da possedere. E i ragazzini sono uno dei bersagli preferiti per le compagnie che vendono cibi, vestiti e gadget elettronici, ovvero i tre gruppi che forniscono il fatturato più alto alla compagnia californiana. Non a caso qualche giorno fa sempre Facebook ha tolto la funzione che consentiva ai propri clienti di proteggere il profilo per evitare intrusioni. Non ha dubbi Jeffrey Chester, del Centre for Digital Democracy: «Sacrificano la privacy e la sicurezza in nome del profitto», dice al New York Times.

«I social stanno colpendo gli adolescenti nel punto più debole. Non sempre i giovani mettono a fuoco le conseguenze cui possono andare incontro», spiega Emily Bazelon, autore di un best seller sul tema. Le televisioni e i giornali americani rimbalzano in queste ore le foto di Rebecca, una bambina di 12 anni che a settembre è saltata da una torre di cemento togliendosi la vita. Un giudice della Florida ha portato in tribunale due suoi amici accusati di cyber bullismo.

Ed è solo l'ultimo caso di un'estate segnata dalle polemiche per la gogna mediatica a cui vengono spesso sottoposto le studentesse vittime di molestie. Una ricerca inglese mostra che il 70% dei teenager ha subito aggressioni via web e che ormai la metà delle violenze sessuali passa attraverso la Rete. Tanto che a Londra il parlamento sta preparando norme più restrittive sulla privacy.

In Italia, i genitori del Moige minacciano già di denunciare Facebook al garante. Negli Stati Uniti si è mossa per prima la California, dove è in dirittura d'arrivo una legge che consentirà ai giovani di rimuovere dal web tutto quello che non è di loro gradimento e che li imbarazza: «Non possiamo permettere che si rovinino la vita per una sciocchezza», ripete il governatore Jerry Brown.

La società di Zuckerberg prova a difendersi. Uno dei suoi manager, Nicky Jackson Colaco, ribadisce: «I ragazzi sono i più veloci e intelligenti sui social, non capisco perché dovremmo mettere loro delle barriere. Per impedire gesti affrettati abbiamo studiato dei pop up che si aprono per avvertire gli utenti di quello che stanno facendo».

A dargli ragione, per ora, c'è solo la Borsa con le azioni in leggero rialzo. Ma i commenti sulla Rete restano negativi, sul sito del New York Times. Marcy non cerca giri di parole: «È una scelta oltraggiosa e sbagliata». E un genitore che si firma Dw è lapidario: «Ma questo Nicky ha dei figli? Non credo altrimenti non parlerebbe così».

 

MARK ZUCKERBERG MARCK ZUCKERBERG E PRISCILLA CHAN SUN VALLEY CONFERENCE MARK ZUCKERBERG E IL SOFTWARE DESIGNER PATRICK COLLISON LOGO FACEBOOK IN MEZZO AI DOLLARIlogo facebookprivacy facebook PRIVACY

Ultimi Dagoreport

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO