giorgia meloni gennaro sangiuliano maria rosaria boccia

LA BOCCIA SCAVA LA PIETRA E PURE IL GOVERNO MELONI - FRANCESCO MERLO SUL "MERLO MASCHIO" PARTENOPEO E PARTE-POMPEIANO - ABBIAMO ASSISTITO ALL’ARMAGEDDON “POMPEI CONTRO GARBATELLA” – “MARIA ROSARIA BOCCIA SPARA FORTE CONTRO GIORGIA MELONI, CHE L’HA OFFESA CHIAMANDOLA “QUELLA SIGNORA LÀ” – CON L’INTERVISTA AL "TG1", SANGIULIANO SI È DIMESSO ANCHE DALLA DECENZA - QUAL E' IL COLMO DEL CASO SANGIULIANO? LA BOCCIA A "IN ONDA" RIVELA DI AVER VOTATO MELONI! - VIDEO

 

Francesco Merlo per “la Repubblica”

 

GENNARO SANGIULIANO - MARIA ROSARIA BOCCIA

 

Tutti hanno cercato il reato, i soldi pubblici, il peculato, ma un ministro della Cultura che ha tentato di nominare consulente del Ministero la propria amante si è già dimesso dalla Cultura.

 

«Poveraccio» scrive ai giornalisti l’ex amante, Maria Rosaria Boccia, che ha alzato il cannone e, con uno scatto di orgoglio coatto — Pompei contro la Garbatella — come l’eroina antiborbonica Peppa la Cannonera, ha puntato direttamente “i palazzi del potere”.

 

E dunque ora spara forte contro di lei, contro Giorgia, che l’ha chiamata «quella signora là» e «ha pure spinto il ministro alle dimissioni per poi respingerle».

 

Non c’è nulla di più orrendamente maschilista di una lite tra donne che si tirano i capelli, e sono mille gli esempi letterari, da Goldoni a Martoglio, alle sceneggiate napoletane, qui con una piccola variazione di genere: isso, essa e “a” malamente. Quando, però, al culmine della pochade scollacciata, in tv ha esibito un velo di commozione spietatamente vero dentro un giornalismo spietatamente patacca, “esclusiva Tg1”, Sangiuliano si è dimesso anche dalla decenza.

 

MARIA ROSARIA BOCCIA E GENNARO SANGIULIANO AL FESTIVAL DEL LIBRO POSSIBILE POLIGNANO A MARE

E la Boccia su questo punto ha ragione: Sangiuliano è nelle mani di Giorgia Meloni, è il pupo di Martoglio con la prossemica da pupo: “Vidìti quantu po’ ‘n pilu di fimmina!”. Ed è pure dimagrito come Rinaldo che, quando combatteva, durava di più «perché faceva meno sforzo e non sudava».

 

Una volta, qualche anno fa, incontrai l’allora portavoce di Berlusconi, il simpatico Paolo Bonaiuti. Lo trovai dimagrito, proprio come ora è Sangiuliano, e gli dissi: «Si dimagrisce o per amore o per malattia». E lui: «Sono la stessa cosa, amico mio».

 

Davvero «poveraccio», nelle mani esperte e meloniane di Gian Marco Chiocci, direttore del Tg1, Sangiuliano sembrava la parodia del vecchio indimenticabile Ciao Pussycat, una gran storia di baci e tette giganti dentro una confessione del primo, esordiente Woody Allen: «Odiavo tutti e tutti mi odiavano».

IL CASO BOCCIA - SANGIULIANO - MEME BY IL GRANDE FLAGELLO

 

E forse Elly Schlein potrebbe ora considerare il ministro Sangiuliano come una testa di turco nel governo avversario. Voglio dire che le opposizioni, approfittando di questo orgoglio coatto di Giorgia, dovrebbero battersi per non far dimettere il ministro che la pochade scollacciata non ha reso solo irrilevante: lo ha reso impresentabile.

 

Dunque, la campagna per le sue dimissioni è ormai senza senso politico. Immaginatelo nella battaglia sulla nuova egemonia culturale, il rilancio del futurismo, la riscoperta di Prezzolini, la rilettura a destra di Gramsci, i campi Hobbit, il Signore degli Anelli. Neppure Pino Insegno lo prenderebbe più sul serio. E chi oggi accetterebbe un incarico da Sangiuliano, una consulenza “pro bono”?

 

MARIA ROSARIA BOCCIA E GENNARO SANGIULIANO AL FESTIVAL DEL LIBRO POSSIBILE POLIGNANO A MARE 1

È il trionfo di Maria Rosaria Boccia, che da un lato manda ai giornalisti persino gli audio con le baruffe tra il ministro e la moglie e trasforma Sangiuliano in un format, in un reality pop-trash, e dall’altro produce una mitragliata di interviste, le ultime due alla Stampa e a In onda.

 

E si sfoga con una prosa in politichese da comunicato stampa, tutta da interpretare, forse ispirata, forse consigliata, chissà: «Ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. E oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo». E poi, un po’ oscura e forse minacciosa: «Ci sono alcune persone che ricattano il ministro per delle agevolazioni che hanno avuto».

 

MARIA ROSARIA BOCCIA GENNARO SANGIULIANO

La signora scrive e parla come una figura pubblica, come un sottosegretario, ma denunzia «la strategia cinica» di Giorgia Meloni «volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale». E si sente nella sua fenomenologia un’eco pompeiana di Monica Lewinsky che, quando io intervistai a Los Angeles, mi mostrò due cose che mi stupirono: una copia anastatica della prima edizione delle opere di Dickens e il famoso vestito macchiato dal presidente Clinton.

 

«È gossip», ha sentenziato la Meloni. E la Boccia replica con puntiglio: «Chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o l’altra persona?». Di sicuro, in questo fotoromanzo sono mancati proprio i giornali specializzati, con il loro normale pettegolezzo popolare di sano e volgare paparazzismo.

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano 1

 

Che altro dire se non che hanno dimostrato così la loro malcelata funzione politica? Ma il dio del gossip, che tiene il suo angelo nascosto sotto il tavolo dell’Italia, ha dovuto rimettere le cose a posto scatenando la fantasia di Dagospia — ‘o ministro ‘nnamurato, il bombolo e la bambola di Pompei, di-mission impossible, sic transit gloria immundi — e di Carmelo Caruso del Foglio: Genny Delon, Genny Rourke e Genny nove secondi e mezzo. Con una sottigliezza, chissà quanto volontaria, di Paolo Mieli ospite a In Onda: la pompeiana esperta.

 

Scrive la Boccia: «La stampa mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, “una che si vuole accreditare”, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, un amore culturale».

 

GENNARO SANGIULIANO MEME

Difficile dire quanto durerà la fama di Maria Rosaria Boccia, che ha scanzonatamente capito, come spiega Benigni nel film di Woody Allen su Roma, che «siamo tutti uguali, i ricchi e famosi e i poveri e sconosciuti, ma è meglio essere ricchi e famosi».

 

Eccola di nuovo: «Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna.

 

Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico». E lui, cosa sarà del ministro? Quando saranno finiti il tiro al piccione e il fuoco amico, invece di ritirarsi sull’impervio Monte Athos, Genny potrebbe, per valorizzare il patrimonio culturale italiano, rifugiarsi nella più aggraziata Cattolica di Stilo, che è anch’essa di origine greco ortodossa.E chissà che, pensando e ripensando alla sua pochade scollacciata, al contrario di Totò non si butti a sinistra.

GENNARO SANGIULIANO - MARIA ROSARIA BOCCIA - VIGNETTA DI ELLEKAPPAdimission impossible - meme by carlisangiuliano meloniGENNARO SANGIULIANO - MEMEmeme su gennaro sangiuliano e maria rosaria boccia 2sangiuliano melonimaria rosaria boccia - gennaro sangiuliano come gli oasis - memeSANGIULIANO MELONIMARIA ROSARIA BOCCIA E GENNARO SANGIULIANO A SANREMO IL 16 LUGLIO 2024

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…