IL METODO TAVARES: CASSA INTEGRAZIONE, FABBRICHE AL MINIMO PRODUTTIVO E GUADAGNI STELLARI PER GLI AZIONISTI (E PER SÉ) – IL MANAGER “PEGGIO VESTITO DELL’INDUSTRIA DELL’AUTO” È BRAVO SOPRATTUTTO A FARSI PAGARE: SI È PORTATO A CASA 50 MILIONI DI STIPENDIO E ORA PUÒ CONTARE SU UNA BUONUSCITA DA 100 - IN TRE ANNI HA GARANTITO 23 MILIARDI AI SOCI, TENENDO BASSA LA PRODUZIONE E ALZANDO I PREZZI DELLE VETTURE AI PICCHI DI DOMANDA. MA LA STRATEGIA SI È INCEPPATA – CALENDA: “HA FATTO SOLO DISASTRI E ADESSO SI APRE UN TEMA ENORME. LA DESTRA HA SOLO URLATO. LA SINISTRA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA. FINO A TRE MESI FA ANCHE IL LEADER DELLA CGIL LANDINI TACEVA, FORSE VOLEVA TENERE BUONI RAPPORTI CON ‘REPUBBLICA’ E ‘LA STAMPA’”
Articoli correlati
DAGOREPORT - LA GENESI DELLO SCAZZO TRA TAVARES E JOHN ELKANN HA UNA DATA PRECISA: IL 24 SETTEMBRE .
1. MAXI-LIQUIDAZIONE DA 100 MILIONI AL MANAGER DEI TAGLI E DEI DIVIDENDI D’ORO
Estratto dell’articolo di Francesco Bertolino per il “Corriere della Sera”
carlos tavares in audizione al senato foto lapresse
Entrato nel centro di collaudo di Renault a 23 anni, Carlos Tavares lascia la guida di Stellantis a 66 anni con una buonuscita che potrebbe toccare i 100 milioni. Una scalata all’industria dell’auto lunga quattro decenni e all’insegna del motto «O meglio, o niente», il titolo del suo manuale di gestione aziendale preferito.
Sino alle dimissioni di domenica, la carriera di Tavares è andata sempre per il meglio, nonostante i malumori della politica e dei sindacati per lo stile manageriale ruvido o, secondo la sua definizione, da «psicopatico delle performance».
Nato a Lisbona nel 1958 e laureato in Ingegneria a Parigi, Tavares inizia come test-driver in Renault. Per 32 anni lotta per salire la scala gerarchica del costruttore francese, con l’aspirazione di sottrarre il volante al potente manager franco-libanese Carlos Ghosn.
Quando nel 2013 capisce che non è aria, Tavares rilascia un’intervista e, con una franchezza inedita nel paludato mondo dell’auto, dice: «Ghosn è qui per restare, io ho l’energia e la fame necessarie per diventare numero uno» di un colosso come General Motors o Ford.
Due settimane più tardi, Renault convoca una riunione di emergenza del cda e caccia Tavares. […] A raccoglierlo è Peugeot, all’epoca sull’orlo del fallimento e alle prese con un delicato salvataggio ad opera dello Stato francese e del gruppo cinese Dongfeng.
A novembre, Tavares è nominato amministratore delegato di Peugeot. Nel giro di qualche anno, il manager riesce a rilanciare la casa attraverso un piano di tagli drastici, a cui non si sottrae.
Considerato il ceo peggio vestito nell’industria dell’auto, Tavares alloggia in hotel a tre stelle e rifugge cene salottiere. Spende solo per le corse di rally e per una tenuta nella valle del Douro, dove produce olio e il pregiato Porto Amalho.
Eppure, a dispetto delle abitudini frugali, Tavares si dimostra esoso nelle richieste di remunerazione. Nel 2016 lo Stato francese, secondo socio di Peugeot dietro all’omonima famiglia, boccia il raddoppio del suo stipendio a 5,2 milioni, ma non va oltre.
JOHN ELKANN CON LA FIAT TOPOLINO
Il manager, del resto, ha ricondotto Peugeot in carreggiata e, anzi, nel 2016 riesce addirittura a portare sotto il controllo francese un marchio tedesco, Opel, comprato da Gm.
[….]
Il manager si mette quindi subito alla ricerca di una nuova preda e nel 2019 la trova in Fiat-Chrysler. […] «Ricordo che ad agosto e settembre del 2020 ero seduto nella mia fattoria portoghese, sotto un ulivo, con il mio smartphone a discutere con il mio caro amico John Elkann». È la descrizione di Tavares, fra il bucolico e l’idiliaco, del negoziato che nel 2021 sigilla l’unione di Peugeot e Fiat-Chrysler sotto un unico gruppo, con 14 marchi e 250 mila dipendenti.
A dispetto delle differenze di stile […] Tavares ed Elkann, il manager «d’assalto» e il rampollo della più celebre dinastia industriale italiana, vanno d’accordo. D’altra parte, il piano di Tavares funziona: a costo di litigare con sindacati e governi, il ceo tiene le fabbriche al minimo produttivo e approfitta di ogni picco di domanda per alzare i prezzi delle vetture.
ANDAMENTO DEL TITOLO STELLANTIS - 4 DICEMBRE 2023 - 2 DICEMBRE 2024
Un metodo, inedito nell’auto, che riduce gli organici, ma fa schizzare i profitti.
In tre anni Stellantis distribuisce agli azionisti 23 miliardi, sotto forma di dividendi e riacquisti azionari. Exor, primo socio con il 14,9%, incassa una cedola di quasi 3 miliardi.
Nello stesso periodo Tavares porta a casa oltre 50 milioni di stipendio, arrivando nel 2023 a guadagnare quanto 518 volte dipendenti di Stellantis.
A un certo punto, tuttavia, la strategia si inceppa: in Europa il mercato dell’auto crolla e negli Stati Uniti, vero motore degli utili della casa, i prezzi troppo elevati allontanano la clientela e le auto si accumulano nei piazzali dei concessionari.
Stellantis è così costretta ad abbattere le previsioni di profitto per il 2024, mettendo a rischio anche i dividendi. Dopo i bilanci, si incrina anche il rapporto con Elkann e la famiglia Agnelli. Il cda dà perciò avvio alla ricerca di un sostituto per Tavares nel 2026.
I MARCHI DEL GRUPPO STELLANTIS
L’insistenza del manager sull’elettrico, incurante delle vendite stagnanti, e lo scontro sempre più duro con il governo italiano fanno però precipitare gli eventi sino alle dimissioni con effetto immediato di domenica. Fra «meglio» e «niente», questa volta, Tavares ha scelto una liquidazione che, secondo voci non confermate, arriverà a 100 milioni.
2 - CALENDA: «L’AD HA FATTO SOLO DISASTRI SERVE UN PIANO DI INCENTIVI NON SOLTANTO PER L’ELETTRICO»
Christian Benna per il “Corriere della Sera”
carlos tavares in audizione al senato foto lapresse
«L’addio di Tavares? Un grande sollievo. Ha combinato solo disastri per l’Italia e per il gruppo Stellantis nel suo complesso. Ho reiterato la richiesta alla proprietà, al presidente John Elkann, di riferire subito in Parlamento sui piani industriali dell’azienda. Il Paese non può aspettare fino a metà 2025 il successore di Tavares per tornare al dialogo».
fabbrica stellantis di Bielsko Biala in polonia
Neanche un mese fa il leader di Azione Carlo Calenda […] era stato messo alla porta da Tavares quando aveva provato a incontrarlo a Modena alla Maserati: «Volevo verificare se il centro ricerche esisteva ancora come lui affermava, era desolatamente chiuso». Ora l’ex manager di Ferrari, amico di Luca di Montezemolo, chiede un piano d’azione per salvare l’industria dell’auto italiana perché il 2025 sarà «un anno orribile».
GLI STABILIMENTI STELLANTIS IN ITALIA
Calenda, come interpreta le dimissioni di Tavares?
«Una strategia disastrosa per tutti. Ha puntato su macchine costose e solo sull’elettrico chiedendo incentivi a tutto spiano. Marchionne riportò produzioni in Italia senza chiedere un euro.
Lui invece per abbassare i costi ha portato i marchi italiani nelle fabbriche low cost : Alfa Romeo in Polonia, Fiat Panda in Serbia, Topolino in Marocco, chiedendo ai nostri fornitori di spostare la componentistica all’estero.
Nell’audizione in Parlamento mi hanno colpito la sua vaghezza e l’impreparazione: i prezzi si fanno dopo che hanno prodotto le auto, ci diceva. Una roba mai sentita. Ora si volti pagina, riprendiamo il dialogo con la proprietà».
Da dove si parte?
CARLOS TAVARES EMMANUEL MACRON
«Adesso si apre un problema enorme. La destra ha solo urlato sul tema auto senza concludere nulla. Il ministro Urso dovrebbe fare un passo indietro, oltre a fare danni, ha svuotato i finanziamenti per l’indotto auto. La sinistra si è totalmente disinteressata. Fino a tre mesi fa anche il leader della Cgil Landini taceva, forse voleva tenere buoni rapporti con Gedi, la società degli Elkann che possiede Repubblica e La Stampa ».
[…] Cosa chiederà a Elkann?
«Ho reiterato l’invito a riferire in Parlamento. Ma il governo deve creare le condizioni affinché la produzione di auto sia economicamente sostenibile […] Poi va fatto un pressing collettivo per modificare la normativa Ue: già nel 2025 un quinto della produzione dovrà essere elettrica. Ma se non c’è mercato si va a sbattere».
[…] E se Stellantis dovesse andare a nozze con Renault?
«Servirebbe un accordo con il governo francese. Non possiamo più stare a guardare la deindustrializzazione di questo Paese».
alessandro puppini emanuelly tavares amiciluca cordero di montezemolo carlo calenda flavio cattaneofabbrica stellantis di Bielsko Biala in poloniaaccordo Stellantis Leapmotor - carolos tavares Zhu Jiangming luca de carlo carlos tavares alberto luigi gusmeroli foto lapresse