CAFONALINO DEGLI “ANNI VINILICI” - NEL LIBRO DI CORRADO RIZZA IL RACCONTO SU VITA, MANIE E OSSESSIONI DEI DISK-JOCKEY NEI RUGGENTI ANNI SETTANTA-OTTANTA - LA DEDICA ALL’AMICO E MAESTRO MARCO TRANI, SCOMPARSO TRE ANNI FA
Marinella Venegoni per www.lastampa.it
E’ uscito il 27 settembre con l’editrice Volo Libero un libro destinato a ravvivare più passioni. "Anni vinilici" è una miniera di informazioni su un periodo rientrato di prepotenza anche nei pensieri di chi ancora non c’era, sul suo costume modaiolo e musicale, sui vinili che popolavano l’immaginario collettivo e facevano ballare, sulle tecniche in evoluzione dei DJ, figure che andavano scivolando piano verso il ruolo contemporaneo di star magnetiche in grado di oscurare gli artisti.
roberto quattrino corrado rizza claudio amorosi
Il libro non è nient’altro che la vita dell’autore, Corrado Rizza, DJ dai primi Ottanta, che ha lavorato in molti templi del divertimento italiani e stranieri, è diventato anche discografico, documentarista e ha realizzato alcune dance hit. Ha come sottotitolo "Io e Marco Trani" ed è dedicato appunto al suo maestro, collega e amico scomparso 3 anni fa. Di seguito, una parte della mia postfazione.
POSTFAZIONE DI MARINELLA VENEGONI AL LIBRO DI CORRADO RIZZA “ANNI VINILICI”
roberto d agostino laura melidoni claudio casalini
«Anni vinilici» è un libro di ricordi avvincenti per chi ama il mondo della musica e del costume della fine del Novecento, venato di un entusiasmo che sa di fanciullezza prolungata. Perché in fondo, vivendo dentro la musica, si resta eternamente giovani. Ce lo ricorda Corrado Rizza, il dj-autore che qui ripercorre la sua vita prudentemente
spericolata, con una freschezza che sa di avvenimenti vissuti appena la settimana prima, e invece parla dei Settanta e degli Ottanta.
Corrado è uno che ha saputo mantenere intatto, attraverso i decenni, un certo candore (oggi impossibile in un mondo così cinico), e una passione allegra, ma serissima e
consapevole, per il suo mestiere che continua a esercitare fra i locali e gli alberghi più fighi di Miami Beach, dove vive da almeno un lustro.
Oggi popolarissimo e agognato grazie ai successi di Avicii o Skrillex, o Calvin Harris o Tiesto, che guadagnano milioni in più dei semplici divi suonanti e sudanti della musica popolare, il mestiere del dj in Italia deve molto a Corrado Rizza, che in realtà ha scalato con i suoi album anche le classifiche internazionali. Racconta di aver imparato da Marco Trani (il suo amico e maestro, che non c’è più) e da quelli come lui: una legione che dai Settanta ha inventato e reinventato quel ruolo, ognuno a propria somiglianza, con trucchi e scoperte che si alimentavano della conoscenza immediata di ogni novità discografica.
maurizio catalani con il libro di rizza
Qui vengono ricordate nei risvolti assurdi e nei dettagli tecnici che manderanno in brodo di giuggiole gli appassionati. «Anni vinilici» è un manuale imperdibile per chi si voglia avvicinare a un lavoro spietato dove si può diventare star milionarie ma anche no, e però si disegna sempre nel cielo del tempo il ritmo trascinante del desiderio.
A Corrado è capitato di conoscere Jovanotti prima che fosse Jovanotti, e Fiorello quando ancora faceva il cameriere alla Valtur (dove anche lui lavorava) e diventava intrattenitore nei momenti liberi, e Roberto D’Agostino che smanettava con una passione per la musica che s’indovina non sopita nella collezione di notizie del suo frequentatissimo sito Dagospia. Poi, le loro vite hanno preso altre pieghe, ma tutti e tre (più un altro DJ, Mauro Ferrucci) hanno voluto lasciare qui una testimonianza.
E’ un libro che sembra un film. E che mi ha colpita per varie ragioni, non escluso il fatto che lo sfondo sociale di quegli anni turbolenti, anni di piombo poi anni della rivincita del divertimento, è una sorta di sipario laggiù in fondo che si distingue a stento quando la musica si spegne. I riflettori sono puntati sulle vite individuali, sulla caccia ai vinili in arrivo dall’estero, con una devozione da Santo Graal, e sulle passioni di chi era votato a quell’ambiente e ai suoi rituali: ci sono i movimenti di massa delle transumanze da una
discoteca all’altra, il nascere di nuovi luoghi dove esserci era un punto d’onore. Una sorta di restituzione a ciascuno della parte più lieve dell’esistenza, ma presa in modo serissimo.
Per alcuni, una ragione di vita.
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