PAPA FRANCESCO È RIUSCITO NELL’IMPRESA DI METTERE D’ACCORDO PALESTINESI ED EBREI (FACENDO INCAZZARE TUTTI) - I PRIMI SI SONO OFFESI PERCHÉ BERGOGLIO HA VISITATO LA MOSTRA CON LA "CROCIFISSIONE BIANCA" DI CHAGALL, DIPINTO DOPO LA NOTTE DEI CRISTALLI E IN CUI IL CRISTO È FASCIATO CON UNO SCIALLE EBRAICO – NEMMENO 24 ORE GLI EBREI SI SONO “INFASTIDITI” PER L’IMMAGINE DEL PONTEFICE CHE PREGA DAVANTI A UN BAMBINELLO ADAGIATO SU UNA UNA KEFIAH PALESTINESE – NELLA GUERRA TRA EBREI E PALESTINESI, FRANCESCO COME SI MUOVE, SBAGLIA…
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per www.corriere.it
papa francesco e la crocifissione bianca di chagall 2
L’immagine di Francesco che prega davanti a un presepe arrivato da Betlemme nel quale Gesù Bambino è posato nella mangiatoia su una kefiah palestinese. E, l’indomani, il Papa assorto davanti al quadro che più ama, la Crocifissione bianca che Marc Chagall dipinse all’indomani della Notte dei cristalli, le violenze antisemite scatenate dai nazisti in Germania tra il 9 e il 10 novembre 1938, il Cristo crocifisso con i fianchi fasciati da un tallèd, lo scialle da preghiera ebraica, sullo sfondo dei pogrom secolari patiti dal suo popolo.
Nel tempo dei social, le due immagini rimbalzano da giorni sui social, scisse e isolate dal contesto, tra polemiche e proteste contrapposte.
papa francesco e gesu bambino adagiato su una kefiah 1
I simboli del resto sono potenti ed era inevitabile, nel contesto della guerra a Gaza, nata dopo l’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023, che quelle immagini facessero discutere. La prima risale a sabato scorso, quando Francesco ha ricevuto e benedetto nell’aula Paolo VI il presepe in legno d’ulivo realizzato dagli artigiani e dal centro Piccirillo di Betlemme e donato dalla delegazione palestinese.
Non si tratta, peraltro, del presepe esposto in piazza San Pietro, donato quest’anno dalla città di Grado, in provincia di Gorizia, e ambientato tra le «mote», le piccole isole della laguna: la Natività è ospitata in un «casone», la costruzione tradizionale di canne dei pescatori locali.
crocifissione bianca di chagall 1
Sempre più, nelle ultime settimane, Francesco ha ricordato nei suoi interventi pubblici la «martoriata Palestina», arrivando a interrogarsi se non si possa parlare di «genocidio». Davanti al presepe con la kefiah, ha invitato a guardare ai presepi di Betlemme «costruiti nella Terra dove il Figlio di Dio è nato», fino a scandire: «Sono diversi tra loro, ma tutti recano lo stesso messaggio di pace e di amore che ci ha lasciato Gesù. Davanti ad essi, ricordiamo i fratelli e le sorelle che, invece, proprio là e in altre parti del mondo, soffrono per il dramma della guerra. Con le lacrime agli occhi eleviamo la nostra preghiera per la pace. Fratelli e sorelle, basta guerre, basta violenze!».
papa francesco e gesu bambino adagiato su una kefiah 3
E certo l’immagine del Bambino richiama la pace, anche se le polemiche sono motivate da un’ambiguità di fondo, nelle rappresentazioni di un Gesù «palestinese», la stessa manipolazione che, sempre sui social, ha provocato polemiche surreali perché nel film «Mary» trasmesso da Netflix è stata scelta un’attrice ebrea israeliana nella parte della protagonista: discussioni insensate perché Myriam-Maria era in effetti ebrea come ebreo era il rabbì di Nazaret nato a Betlemme che si chiamava Yehoshua ben Yosef, Yeshùa nella forma abbreviata.
papa francesco e la crocifissione bianca di chagall 1
Lo sapeva bene il grande artista ebreo Marc Chagall, l’autore della Crocifissione bianca esposta fino al 27 gennaio a palazzo Cipolla, in via del Corso a Roma. Francesco l’ha visitata domenica a sorpresa, nel giorno dell’Immacolata, ed è rimasto a lungo in silenzio, davanti all’immagine di quel Cristo che riassume i dolori del popolo ebraico.