tiboinshape attal bardella

PER “SOLLEVARE” LA DESTRA ALLE URNE LA SINISTRA FRANCESE MOSTRA PURE I MUSCOLI! I MILITANTI DELLA GAUCHE ESIBISCONO SUI SOCIAL I LORO FISICI SCOLPITI: “È IMPORTANTE COMBATTERE L'ESTREMA DESTRA SU TUTTI I FRONTI POSSIBILI” – PECCATO CHE IL POMPATISSIMO TIBOINSHAPE, L'INFLUENCER PIÙ SEGUITO DI FRANCIA SI SIA DICHIARATO DI DESTRA – IL GALLETTO COCCODE’ ATTAL, PREMIER A SUA INSAPUTA, MENA FENDENTI A BARDELLA (“E’ COME UN TERGICRISTALLO, VA DI QUA E LA’ E PROMETTE DI TUTTO”) E A MELENCHON: “LA FRANCIA SI GIOCA LA PELLE”

LA SINISTRA MOSTRA I MUSCOLI SUI SOCIAL MILITANTI PALESTRATI CONTRO IL MACHISMO

D.Cec. per “la Stampa” - Estratti

 

tiboinshape

La sinistra francese mostra i muscoli in vista delle prossime elezioni legislative. Alcuni giovani militanti e simpatizzanti del Nuovo Fronte popolare hanno deciso di esporre sui social network i loro fisici scolpiti per sostenere l'alleanza della gauche.

 

Un modo per contrastare l'avanzata del Rassemblement National utilizzando la sua stessa estetica virile e machista, che spesso si prende giochi degli avversari politici denigrando la loro condizione fisica. In questo modo i sostenitori della sinistra sperano di occupare quello spazio che sulle piattaforme è generalmente riservato agli utenti di estrema destra.

 

Così, su social come X e TikTok in questi ultimi giorni sono cominciate a circolare decine di selfie che ritraggono ragazzi e ragazze amanti del fitness in posa dopo una seduta di allenamento, con bicipiti, addominali o trapezi in bella vista.

 

«Per sollevare la destra alle urne», scrive un ragazzo accanto alla foto del suo braccio sinistro in tensione, mentre quello che sembra essere un suo coetaneo invita i follower a «rispondere al fuoco con il fuoco».

 

tiboinshape

Ogni immagine è accompagnata dall'hashtag #FontePopulaire, nato da un gioco di parole che richiama il Nfp (Fonte in francese significa ghisa). «È importante combattere l'estrema destra su tutti i fronti possibili», ha detto a Libération Melvin, militante 23enne de La France Insoumise che ha lanciato l'idea. Lo sport richiama anche uno «spirito collettivo» che consiste nel «migliorare se stesso per aiutate fin quanto si può la lotta».

 

L'iniziativa arriva proprio mentre TiboInShape, l'influencer più seguito di Francia con più di 20 milioni di seguaci che ogni giorno vedono i suoi contenuti incentrati sul mondo della palestra, si è dichiarato «di destra», dicendosi pronto a ricoprire l'incarico di ministro dello Sport. 

 

(...)

 

ATTAL I SEI MESI DEL PREMIER GIOVANE CHE LOTTA CONTRO LE ALI ESTREME «AL VOTO CI GIOCHIAMO LA PELLE»

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

attal

Rispetto alla catastrofica sera del 9 giugno Gabriel Attal ha ripreso colore. Nell’immagine di quelle ore drammatiche lo si vede seduto e imbronciato davanti a Emmanuel Macron, mentre il presidente ripreso di spalle annuncia al suo entourage che, vista la batosta elettorale alle europee, ha deciso di andare subito al voto.

 

L’obiettivo di Soazig de la Moissonière, fotografa ufficiale dell’Eliseo, cattura l’espressione a metà tra rabbia e terrore di Attal, fino a quel momento all’oscuro di tutto. I microfoni, già pronti per la sua dichiarazione nella sua residenza di Matignon, resteranno spenti. Attal si rifugia in un incredulo silenzio.

 

Dopo un paio di giorni il premier si è rimesso al lavoro e adesso, leggermente abbronzato e sorridente, si presta al gioco dei selfie a Digione, il ricco e borghese capoluogo della Borgogna a un’ora e mezzo di Tgv da Parigi.

gabriel attal emmanuel macron

 

Attal fa campagna per i candidati locali, stringe le mani dei passanti e dei clienti seduti al sole nei tavolini all’aperto, saluta l’ottico e il pasticcere, indugia davanti alla senape à la pompe di Maille, il negozio istituzione cittadina, chiede ai ragazzi com’è andata la maturità, insomma fa il premier e allo stesso tempo va a caccia di voti per la nuova elezione, quella che conta davvero, quella di domenica.

 

La vita di Gabriel Attal è cambiata in pochi istanti: fino al 9 giugno era il giovane (35 anni) e promettente premier che ogni tanto dava una mano all’incolore capolista macronista Valérie Hayer, apparendo al suo fianco in tv ma sperando di rimanere indenne da un voto europeo che non lo vedeva in prima linea. Nominato primo ministro appena nel gennaio scorso, Attal contava di restarlo ancora a lungo e guardava lontano, alla corsa per l’Eliseo nel 2027.

 

GABRIEL ATTAL

Tutto è andato per aria e il prossimo 7 luglio, la sera del secondo turno, Attal potrebbe già dire addio a Matignon, sconfitto da un avversario ancora più giovane di lui, Jordan Bardella, e stando ai sondaggi più in fase con gli umori del Paese. Ad Attal restano 14 giorni da capo del governo, e ha deciso di giocarseli tutti per convincere i francesi a resistere all’ appel du vide , quel richiamo del vuoto che ha già colpito Macron spingendolo a buttarsi — contro ogni ragionevolezza — in questo baratro politico.

 

Il richiamo del vuoto, nella visione di Attal, ora potrebbe inghiottire anche gli elettori francesi, che sembrano pronti a votare in massa gente secondo lui pericolosa e incapace (il Rassemblement national) o irresponsabile e al limite dell’antisemitismo (La France Insoumise), «partiti che porteranno la Francia a sbattere contro il muro».

 

emmanuel macron gabriel attal

(...) Attal cerca di allontanarsi da Macron ma in fondo ripropone il suo eterno gioco: porsi come l’alfiere della ragione in un mondo di pazzi, che lui chiama «le estreme». Quando parla ai militanti o agli imprenditori seduti a un tavolo del Cafè Gourmand, nella piazza principale della città, Attal non si capacita che i francesi siano così folli da votare per qualcuno che non sia lui e il «blocco centrista» che rappresenta.

 

«Le estreme» è l’espressione chiave di queste elezioni: indica l’equivalenza assoluta, almeno per Attal, tra «il blocco di destra» e «il blocco di sinistra». Jordan Bardella o Jean-Luc Mélenchon non importa, tutti estremisti. E questo anche se il consiglio di Stato, nel marzo scorso, ha stabilito che il RN merita in effetti l’etichetta «estrema destra», mentre Mélenchon e gli altri possono dirsi solo di «sinistra», non estrema.

 

jordan bardella

«Bardella è come un tergicristallo, va di qua e va di là, promette tutto e il contrario di tutto», dice Attal fermandosi un istante durante la passeggiata tra i negozi del centro. «Dice che riporta la pensione a 60 anni, poi cambia idea. Vuole togliere l’Iva sui prodotti di prima necessità, poi dice che non lo farà più.

 

Perché? Perché lui e il RN non sono pronti per governare, al massimo possono stare all’opposizione».

 

Ce n’è anche per Jean-Luc Mélenchon, ovviamente, che vuole fare il primo ministro ma al duello tv di stasera con Attal e Bardella manda il coordinatore nazionale Manuel Bompard. «Venga a dibattere in prima persona», lo sfida Attal, spiegando a tutti i moderati di sinistra che se votano per il Nouveau Front Populaire poi a Matignon non si troveranno certo né François Hollande né Raphaël Glucksmann ma il collerico Mélenchon, il Chavez della Gare de l’Est.

melenchon

 

«La Francia in queste elezioni si gioca la pelle», dice il premier, che rivendica un bilancio «non perfetto, certo, ma la disoccupazione non è mai stata così bassa e gli investimenti esteri mai così alti e solo noi possiamo garantire che non aumenteremo le tasse», con la solita pretesa di parlare alla ragione e non alla pancia delle persone. Attal ci crede ancora, forse anche perché, a differenza di Emmanuel Macron, lui può ancora passeggiare per le strade di Francia senza che nessuno gli urli dietro « démission! ».

marine le pen melenchonemmanuel macron gabriel attal

Ultimi Dagoreport

nicola calipari giuliana sgrena nicolo pollari

DAGOREPORT – PIENONE DI AUTO BLU STASERA ALL’AUDITORIUM DI ROMA: DA MELONI E MANTOVANO A GIULI E BERNINI, TUTTI IN FILA PER ASSISTERE ALLA PRIMA DE “IL NIBBIO”, IL FILM ISPIRATO ALLA MORTE IN IRAQ DELL’AGENTE DEL SISMI, NICOLA CALIPARI, UCCISO NEL 2005 MENTRE STAVA RIPORTANDO IN ITALIA LA GIORNALISTA DEL “MANIFESTO”, GIULIANA SGRENA - A VENT’ANNI DALLA TRAGEDIA, RENDE OMAGGIO A CALIPARI ANCHE SERGIO MATTARELLA: “LE SPIEGAZIONI DELLA SUA MORTE PERMANGONO TUTTORA NON ESAURIENTI” - ESSÌ, LA VERITÀ NON È MAI VENUTA FUORI. SE IL SOLDATO AMERICANO HA SPARATO PER ERRORE, È ALTRETTANTO VERO CHE NESSUNO L’AVEVA AVVERTITO DEL PASSAGGIO DELLA TOYOTA - QUINDI, LA DOMANDA: COME MAI LA NOTTE DEL 4 MARZO 2005 LA TOYOTA SU CUI VIAGGIAVANO CALIPARI E SGRENA NON ERA STATA SEGNALATA DALL’INTELLIGENCE ITALIANA AGLI ALLEATI AMERICANI? LA RAGIONE PIÙ PROBABILE È QUESTA….

donald trump giorgia meloni vertice europeo

DAGOREPORT - ADDIO ALLA LOVE-STORY CON TRUMP, MELONI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI UN POSTO DI SECONDA FILA DIETRO A MACRON E STARMER - COME NELLA FOTO UFFICIALE DEL SUMMIT DI LONDRA: SBATTUTA IN UNA POSIZIONE "PERIFERICA" (MA GIÀ ALL’INSEDIAMENTO DI TRUMP ROSICO' PER ESSERE STATA RELEGATA IN FONDO ALLA SALA, ACCANTO AL BOSS ARGENTINO JAVIER MILEI) -E QUANDO, PRIMA DEL SUMMIT DI LONDRA, LA DUCETTA HA TELEFONATO A KING DONALD PER UN INCONTRO ALLA CASA BIANCA (AL PARI DI MACRON E STARMER) E' STATA RIMBALZATA CON UN "SE VEDEMO": IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA, CHE HA IN MENTE DI MOLLARE NATO E ONU, SE NE FOTTE DI ASCOLTARE PIPPE SUL "TENERE UNITA LA NATO" E "MANTENERE IL DIALOGO USA-UE” - SE PER L’UCRAINA SI FA DURISSIMA DOPO LO STOP AI RIFORNIMENTI DI ARMI, ANCHE PUTIN HA I SUOI GUAI: I GIOVANI RUSSI SONO SEMPRE PIÙ RESTII A FARSI AMMAZZARE PER IL DONBASS...

alessandro giuli arianna meloni fabia bettini federico mollicone fazzolari giovanbattista giovan battista

DAGOREPORT - E’ SCOPPIATO UN NUOVO “CASO GIULI”, ACCUSATO DA “LA VERITÀ” DI ESSERE “STATO DAVVERO GENEROSO CON LE INIZIATIVE CINEMATOGRAFICHE DELLA SINISTRA ITALIANA”. A PARTIRE DA FABIA BETTINI, ATTIVA DA OLTRE 15 ANNI NEL CINEMA, REA DI ESSERE LA SORELLA DI GOFFREDO (CI SONO SORELLE E SORELLE), PER FINIRE AI FONDI PER “VIDEOCITTÀ” DI FRANCESCO RUTELLI - GIULI QUERELA “LA VERITÀ” MA IL GIORNO DOPO RINCULA, ‘’COMMISSARIATO’’ DA PALAZZO CHIGI - UNO SCAZZO CHE FA VENIRE A GALLA UNA LOTTA INTERNA AI ‘’CAMERATI D’ITALIA’’ CHE HANNO SEMPRE BOLLATO GIULI COME CORPO ESTRANEO ALLA FIAMMA, CACCIATO A SUO TEMPO DAI “GABBIANI” DI COLLE OPPIO (GODE MOLLICONE CHE SOGNAVA IL MINISTERO DELLA CULTURA) - LA “MERITOCRAZIA”, DI CUI SI RIEMPIVA LA BOCCUCCIA LA DUCETTA, È STATA SEMPLICEMENTE SPAZZATA VIA DALL’APPARTENENZA POLITICA: SEI CON NOI, OK; SE SEI CONTRO, NIENTE FONDI - MENTRE SI SCRIVONO MINCHIATE SUI “COMUNISTI DEL CIAK”, IL MINISTERO DELLA SANTANCHÉ È FINITO AL CENTRO DELLE INDAGINI DELL’ANAC, L’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE, PER FONDI DESTINATI A FESTIVAL DI CINEMA ORGANIZZATI DA TIZIANA ROCCA E GABRIELLA CARLUCCI…

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

SI ANNUNCIANO TEMPI SEMPRE PIU' DURI PER LA GIORGIA DEI DUE MONDI - AL SUMMIT DI LONDRA, STARMER E MACRON HANNO ANNUNCIATO UN PIANO DI PACE ASSIEME AD ALTRI PAESI (GERMANIA, POLONIA, SPAGNA, ETC) - PREMESSO CHE PUTIN È L'AGGRESSORE E IL SUPPORTO ALL'UCRAINA SARA' FINO ALLA FINE, IL LORO PIANO DI PACE HA BISOGNO DELLA NUOVA AMERICA DI TRUMP, MA NON È INDISPENSABILE LA SUA MEDIAZIONE - LA POSIZIONE ESPRESSA DA GIORGIA MELONI È STATA IL CONTRARIO AL PENSIERO DI FRANCIA E GRAN BRETAGNA: IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA È INDISPENSABILE PER IL CESSATE IL FUOCO - AMORALE DELLA FAVA: LA DUCETTA A STELLE E STRISCE CI STA SOLO SE LA TRATTATIVA SI FA INSIEME CON IL PAZZO DI WASHINGTON (AUGURI!)