UNA PILLOLA AL GIORNO LEVA IL CANCRO DI TORNO – MELANIA RIZZOLI: “È IL RIBOCICLIB, CHE SOMMINISTRATA ALLE DONNE CON TUMORE AL SENO AVANZATO MIGLIORA I RISULTATI OTTENUTI CON LA SOLA TERAPIA ORMONALE. CON QUESTO FARMACO SI RALLENTA LA CRESCITA DEL TUMORE CON UNA PILLOLA AL GIORNO – UN TRAGUARDO DI OLTRE 30 ANNI DI RICERCA NELLA LOTTA AL TUMORE, LA CUI PRIMA ARMA TERAPEUTICA È E RIMANE LA…
Melania Rizzoli per “Libero Quotidiano”
Finalmente una buona notizia per il tumore mammario ormone-sensibile, ovvero quel tipo di cancro del seno che viene trattato solo con farmaci anti-ormonali standard, e quindi senza chemioterapia, alla quale questi tipi di neoplasie si sono rivelati totalmente insensibili. Il 30% di questi adenocarcinomi infatti, evolve in un tumore avanzato producendo metastasi, colpisce 12mila pazienti nel nostro Paese, ed ha una rapida progressione.
Oggi c' è un nuovo farmaco disponibile in Italia, il cui principio attivo è il Ribociclib, che funziona inibendo la Cdk 4/6, cioè la proteina-chinasi responsabile del diffondersi fuori dalla mammella della malattia, una terapia rivolta in particolare alle donne in post-menopausa con recettore ormonale positivo. La nuova molecola, sintetizzata dalla Novartis, somministrata alle donne con tumore del seno avanzato, ( il tipo Hr/Her2), ha dimostrato di migliorare i risultati ottenuti con la sola terapia ormonale, di rallentare la progressione del tumore e quindi di prolungare la sopravvivenza.
E i dati sono talmente incoraggianti che questa medicina dal 25 settembre scorso è stata inserita tra i trattamenti rimborsabili dal Ssn (Sistema Sanitario Nazionale), ed in alcune Regioni è disponibile sotto forma di compresse, cioè con somministrazione orale. Con questo nuovo farmaco si può in pratica rallentare la crescita incontrollata del tumore con una pillola al giorno, ed almeno il 50% delle pazienti che la assumeranno vivranno bene per almeno due anni, perché la molecola si è dimostrata in grado di raddoppiare l' efficacia della terapia ormonale di base che non va sospesa ma associata, consentendo in tal modo alla maggior parte delle donne affette un ottimo controllo della malattia, senza dover ricorrere alla chemioterapia.
È importante sottolineare che il nuovo farmaco viene prescritto in prima battuta solo quando la terapia inibitoria ormonale di base ha fallito, cioè in un terzo dei casi totali, quando cioè si sviluppano metastasi da tumore mammario ormone-sensibile, ed essa viene prescritta allo scopo di rafforzare, potenziare ed aumentare l' efficacia della cura classica, per mantenere sotto controllo la malattia per un periodo di tempo molto più lungo rispetto a quello che era possibile raggiungere con le opzioni precedenti.
Per i medici oncologi che curano questo tipo di patologia, l' introduzione del Ribociclib, un inibitore selettivo delle chinasi ciclina-dipendenti, rappresenta la possibilità di effettuare un trattamento personalizzato, caratterizzato da una efficacia superiore, che prevede una bassa tossicità, consentendo alle loro pazienti di poter vivere una vita pressoché normale, pur continuando ad effettuare un trattamento per la loro malattia metastatica.
Inoltre il riconoscimento del farmaco in regime di rimborsabilità, e con l' indicazione in prima linea nel tumore avanzato e sfuggito al controllo degli altri farmaci, permette di estendere tale trattamento a tutti i casi clinici con questo tipo di progressione, regalando ulteriori speranze e garantendo un miglioramento della qualità di vita di queste particolari pazienti.
Oggi una donna su otto si ammala di tumore al seno nel corso della sua vita, e la stima per la fine del 2018 è di 52mila nuovi casi diagnosticati in Italia, il 30% dei quali destinato a progredire ed evolversi in tumore avanzato, poiché è un dato di fatto che un terzo delle pazienti che hanno avuto una diagnosi in fase precoce arriva a sviluppare una forma avanzata di malattia, per la quale al momento non esiste alcuna cura, perché il carcinoma mammario avanzato resta una malattia incurabile.
Il Ribociclib è quindi un rimedio emblematico, un risultato molto significativo per la gestione della patologia, e un traguardo di oltre 30anni di ricerca nella lotta al tumore al seno, la cui prima arma terapeutica, non mi stancherò mai di ripeterlo, è e rimane la prevenzione, cioè l' ecografia e la mammografia, due semplici esami che se venissero attuati a dovere e nei tempi prescritti, ossia una volta all' anno, produrrebbero più diagnosi precoci, più tumori presi in tempo, e farebbero crollare di molto questi dati e questi numeri, per noi medici niente affatto soddisfacenti e per nulla rassicuranti sul futuro delle nostre pazienti.
tumoreUna cellula tumorale portatrice della fusione genica FGFR3 TACC3LINFOCITI ATTACCANO UNA CELLULA TUMORALEtumore