di maio renzi feltri

“CHE RAGIONE C’ERA DI FARE LA GUERRA A RENZI?” - ACCECATO DAL SUO ODIO PER I GRILLINI, VITTORIO FELTRI RIMPIANGE ANCHE IL BULLETTO: “PUR DI SBARAZZARCI DI MATTEO IL GIOVANE CI SIAMO IMPIGLIATI TRA LE ZAMPINE DEI GRILLINI. IL SALTO DA ANDREOTTI A DI MAIO CI DISTRUGGERÀ PER SEMPRE. RENZI PAGA LA SUA SUPPONENZA E I SUOI COLLEGHI PAGANO LA LORO STUPIDITÀ”

Vittorio Feltri per “Libero Quotidiano”

 

vittorio feltri

Sparito. Renzi non conta più niente e non si capisce perché. È stato protagonista della vita politica italiana per alcuni anni e, inaspettatamente, è stato giubilato come fosse un bandito. Mettiamo pure che abbia commesso degli errori, abbia tradito le aspettative, ma non riusciamo a capire perché sia stato accantonato quale reietto. Se il suo Pd è caduto dal 40 per cento delle ultime europee al 18 per cento delle politiche, perdio, non sarà solo colpa sua. Mi pare improbabile.

 

SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI

I guai di Matteo cominciarono col referendum sulle riforme istituzionali. Che erano necessarie anche se non piacevano ai compagni e non soltanto a loro. La più ridicola era l'abolizione a metà del Senato. Tutti, tranne i senatori poltronisti, erano contro il bicameralismo, anche noi.

Ma Renzi non ebbe il coraggio di eliminare in toto Palazzo Madama. Lo ridusse a una schifezzuola senza senso, e nessuno comprese perché non cancellarlo del tutto.

Cominciarono le polemiche. E non finirono più.

 

renzi berlusconi

Anzi, si estesero alla legge elettorale e ad altro. Berlusconi, che inizialmente era d'accordo con Matteo, ruppe il patto per via di Mattarella, preferito dal premier ad Amato, indicato dal Cavaliere. Fu un disastro totale. Il declino di Renzi nonché quello di Silvio è figlio dello sfascio del Nazareno. Dal momento in cui i due leader si separarono iniziarono le disgrazie per entrambi. Il referendum si trasformò in un plebiscito pro o contro il presidente del Consiglio.

 

renzi berlusconi

Il quale, odiato da vari esponenti del proprio partito, venne osteggiato al punto da rendersi odioso persino all' elettorato, e quindi perdente. A un certo punto il comandamento in Parlamento e nel Paese fu: uccidere il bullo di Firenze allo scopo di liberare l'Italia dalla schiavitù, tornare a votare e avere finalmente un governo serio.

 

L'opposizione si alleò con i compagni contestatori del segretario. Bella roba. Vinsero i no e non accadde nulla di positivo. Viceversa la politica si incartò e produsse una legge elettorale da vomito. Si andò alle urne alla carlona e ora siamo nella melma, peggio che pria. Non c'è soluzione tranne il suicidio. Renzi si è eclissato, ma il fango ci copre più abbondante che in passato. E allora che ragione c'era di fargli la guerra? Incomprensibile.

 

LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - DAVIDE CASALEGGIO

Sarebbe bastato approvare il referendum e aspettare la scadenza della legislatura e ora avremmo un esecutivo in grado di reggere. Che viceversa non abbiamo e non costituiremo. Pur di sbarazzarci di Matteo il giovane ci siamo impigliati tra le zampine dei grillini. Il salto da Andreotti a Di Maio ci distruggerà per sempre. Sprofonderemo nel ridicolo, notoriamente più nefasto del tragico.

 

I democratici si sono squagliati, sono diventati pesi piuma, degli sbandati. Dei poveri fessi senza una guida. Renzi paga la sua supponenza e i suoi colleghi pagano la loro stupidità. All' Italia spetta l' onere di saldare il conto della dabbenaggine dei propri rappresentanti.

luigi di maio salvini

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