1. DA UN ‘ADDETTO AI LIVORI’, L’ANALISI QUOTIDIANA DELLE AZIONI DI SPIN DEI CANDIDATI 2. I DUE ERRORI DI BERSANI: DARE PER SCONTATA LA VITTORIA (REMEMBER OCCHETTO?) E AVER AFFISSO UN MANIFESTO FESSO, IL CUI SLOGAN È “L’ITALIA GIUSTA”, APPARE SBAGLIATO 3. VISTO LO SPIN NEGATIVO DELLA CAMPAGNA DI RIGOR MONTIS, I POTERI FORTI GLI CONSIGLIANO DI AFFIDARSI A PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE: GLI SPIN AMERICANI 4. BENE LA SCELTA DI MARIO SECHI, CHE APPARE PERÒ UNA RISPOSTA A MUCCHETTI. OK A BOMBASSEI, CHE SUONA COME RISPOSTA A GALLI. MA LA VEZZALI ANTI IDEM PROPRIO NO. PER ALTRO È LA STESSA CHE DISSE A BERLUSCONI “PRESIDENTE DA LEI MI FAREI TOCCARE”. SU TWITTER GIRA GIÀ IL SUO NUOVO SLOGAN: “PRESIDENTE DA LEI MI FAREI TASSARE….” 5. SILVIO SOTTO L’EFFETTO BRUNETTA: INZEPPATO DI CONCETTI ECONOMICI CHE NON CAPISCE 6. INGROIA: QUANDO PARLA DEL SUO PROGRAMMA? E PIERO GRASSO NON ERA QUEL MAGISTRATO SAGGIO E PACATO CHE CONOSCEVAMO? IERI DA FLORIS APPARIVA CATTIVO COME SGARBI

Spin Doctor per Dagospia

Agenda del giorno ancora ben saldamente in mano a Bersani. Chiude il faticoso processo delle liste prima di tutti, senza far emergere troppi contrasti e delusioni e mostrando un cinismo rinnovatore di stampo togliattiano.

La voce di Reggi, già capo della campagna di Renzi alle primarie ed escluso dalla competizione elettorale, appare isolata e rancorosa. Da oggi, il Pd forse può pensare a pianificare la campagna elettorale, regione per regione, le presenze in tv dei suoi leader, i messaggi quotidiani che devono - come da manuale dello spin doctor - dettare l'agenda mediatica del giorno. E con attenzione a non fare impazzire la maionese con i vari ingredienti della coalizione.

L'esperimento della doppia intervista Vendola-Galli pare riuscito, ma non si direbbero che dovranno governare assieme. Ma non è tutto positivo. Bersani parla di Pd che più che favorito si sente vincente. D'Alema parla di vittoria sicura. Devono farlo ma... non lo faceva anche Berlusconi? ("Sono condannato a vincere.."). E soprattutto il mai dimenticato Occhetto della gioiosa macchina da guerra. Ci andrei cauto con le vittorie annunciate.

L'assenza sulla scena di Zingaretti, candidato alla presidenza del Lazio dal volto simpatico e l'immagine candida, è un errore e farebbe bene Bersani ad accorgersene. Come un errore è essere partiti con una campagna di affissioni, il cui slogan è "L'Italia giusta", troppo in anticipo ed anche lo slogan appare sbagliato.

Ma d'altra parte Bersani che pensava di ottenere da una agenzia come la Aldo Biasi Comunicazione, che ha nel suo fondatore un anziano creativo che iniziò ben nel 1969 con Armando Testa, specializzato in prodotti di largo consumo e che ha al suo attivo tra i clienti più importanti solo Conad e Misura? Chiediamoci se Obama o Blair avrebbe fatto la stessa scelta.

E di americani si inizia a parlare a casa Monti. Pare, dicono i ben informati, che visto lo spin negativo che sta prendendo la campagna di Rigor Montis, i poteri forti gli abbiano consigliato di affiancarsi a professionisti della comunicazione. Come fu con Rutelli, arrivano gli americani. Vedremo che ne esce. Per ora, Monti gioca di rimessa. Lui che dovrebbe dettare la nuova Agenda, si limita ad attaccare alcune parti del Pd.

La strategia, ad oggi, rivela la sua vera pista di atterraggio: governare con quella che ritiene la "parte buona" della sinistra. Non é questo il momento di farlo. Fossimo lo spin doctor di Monti eviteremmo di rincorrere Bersani con indiscrezioni sui capilista. Bene la scelta di Mario Sechi, che appare però una risposta a Mucchetti. Ok a Bombassei, che suona come risposta a Galli (ricordiamoci di Calearo che oggi ha anche coraggio di parlare). Ma la Vezzali anti Idem proprio no. Per altro è la stessa che disse a Berlusconi "presidente da lei mi farei toccare". Su twitter gira già lo slogan che l'atleta olimpica userà con il nuovo leader: "presidente da lei mi farei tassare....".

Berlusconi è sotto l'effetto Brunetta. L'economista Pdl ha preso il sopravvento sul Cavaliere e lo inzeppa di concetti economici che non capisce e ripete a lezione. Dalla Gruber (bravissima nell'arginare il Cainano) perde tempo a spiegare lo spread con ragionamenti più da bigino di economia che da Leone della politica. Più efficace la Lorenzin, sua candidata in Lazio, quando da Floris risponde a Grasso sulla patrimoniale parlando delle "persone che stanno dietro le tasse". Dopo un anno a parlare di Europa e spread, meglio passare dal macro al micro. Dai mercati alle persone.

La Lega sarà impegnata in questi giorni a far digerire alla sua base l'accordo con Berlusconi. Lo farà con la "retorica del pragmatismo" già usata da Bossi negli anni: "lo sappiamo che non vi piace, ma abbiamo strappato un accordo troppo vantaggioso". Nel 2008 era il federalismo fiscale, ora la macroregione. Meno convincente.

Ingroia, come gli altri magistrati, sta passando le forche caudine della giustificazione del passaggio dalla magistratura alla politica. Ma quando ci parla del programma? Ma a proposito di magistrati, Grasso non era quel magistrato saggio e pacato che conoscevamo? Va bene la campagna elettorale, ma ieri da Floris appariva cattivo come Sgarbi.

Ps. Silurato il Pd Sarubbi, noto certo più per i suoi tweets che per le leggi. Chi sarà il nuovo twittatore di #opencamera?

 

pier luigi bersani italia giustaitalia giustaMATTEO RENZI IN BICIROBERTO REGGIMARIO MONTI CON IL SUO PETTINEMARIO SECHI Alberto Bombassei

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