AIUTOOOOO! DOPO I CASINI DI SACCODANNI SUL SALVAROMA QUALCUNO NEL CONSIGLIO DEI MINISTRI AVREBBE DETTO “ARIDATECE TREMONTI!”

DAGOREPORT
Aridateci Tremonti (ahò, andiamoci piano per favore!), avrebbe pensato più di qualcuno nella riunione del Consiglio dei ministri di ieri, se è vero come scrive oggi il Corrierone dei poteri marci che un ministro avrebbe detto "persino ai tempi di Tremonti il controllo dell'Economia sugli emendamenti era draconiano, mentre questa volta non si è sentita la minima pressione", raccogliendo il consenso di diversi colleghi.

Ormai Fabrizione Saccodanni nell'esecutivo, dopo il pasticciaccio del salvaRoma, è sempre più all'angolo. Enrichetto da Palazzo Chigi lo ha scaricato da tempo, solo il Colle lo sostiene anche se quando ci sarà il rimpasto dovrà scegliere tra lui, la ministrona e Flemma Bonino.

A Bella Napoli Matteuccio da Firenze tre poltrone (e che poltrone) non le concederà. Enrichetto tra l'altro è chierichetto mica Babbo Natale (evitare di parlare di Befana perché ce ne sono già troppe al governo). Il clima di intolleranza verso er Pappagorgia sarebbe stato palpabile.

E' sempre il Corrierone a scrivere che "durante la riunione qualche occhiata di traverso sarebbe arrivata anche al ministro Saccomanni". Se lo scrive il giornale di Flebuccio de Bortoli, quello più vicino al governo di Enrichetto a questo punto è da crederci. Un ministro, secondo una delle tante ricostruzioni, ha tentato di buttarla in caciara ricordando la fede laziale di Sacodanni ed era questo il motivo di tutto il casino. "Fabrizio - spiegava - mai metterà mano ad un decreto che si chiama salvaRoma!". E subito aggiungeva un altro - evidentemente di fede giallorossa - "E' proprio lazzziale, de serie bi".

Gelatina in tutto questo casino trova il tempo per rispondere alle pesanti critiche che gli aveva rivolto Luigi Zingales la settimana scorsa sull'Espresso. Il nostro ministro dell'Economia (per colpa del Colle) replica dalle stesse colonne al Chicago-boy paragonandolo ad Alberto Sordi in un "Americano a Roma", cioè "innamorato di tutto quello che è americano ma non riesce a calarsi nella realtà che lo circonda".

E a Zingales ricorda che lui non è certo un economista alla amatriciana. Anche lui ha i suoi trascorsi americani avendo studiato a Princeton e lavorato al Fondo monetario (ancora rimpiangono lui e Lurch Cottarelli). Insomma Saccodanni rimanda al mittente tutte le questioni poste da Zingales (Imu, debito pubblico, privatizzazioni, dimissioni, Banca d'Italia, Eni, Poste, Alitalia, Mps, vertici controllate) perché "molto è stato fatto e molto si sta facendo, anche mi rendo conto che dalle sponde del lago di Chicago qualcosa possa esserle sfuggito".

Eh no, caro Pappagorgia a Zingales non è sfuggito proprio niente visto quello che è accaduto con il decreto salvaRoma e le ultime vicende del Montepaschi. Dal lago Michigan evidentemente si ha una visione delle cose italiane migliore da quello che si può vedere da Trastevere.

 

 

cancellieri saccomanni letta SACCOMANNI IN RITIROzingalesSaccomani SACCOMANNI

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