navalny putin

“UN GIORNO VI GIUDICHEREMO” - ALEXEI NAVALNY ALZA LA CRESTA CONTRO PUTIN E IL SUO APPARATO DI POTERE - ANCHE TRUMP HA DOVUTO CONDANNARE L’USO DELLA VIOLENZA E GLI ARRESTI DEI MANIFESTANTI - MA AL BLOGGER OPPOSITORE DI ZAR VLAD E’ ANDATA BENE: CONDANNATO A 15 GIORNI DI RECLUSIONE - DI SOLITO CHI GLI SI OPPONE, DALLA POLITKOVSKAYA A LITVINENKO, FA UNA BRUTTA FINE…

ALEXEI NAVALNY ALEXEI NAVALNY

1 - NAVALNY SFIDA IL CREMLINO: "UN GIORNO VI GIUDICHEREMO"

Luciano Gulli per il Giornale

 

«Una provocazia». E di questi tempi, da quando al Cremlino c'è «Lui», il velociraptor travestito da cardellino ben pettinato e il sorriso mellifluo che risponde al nome di Vladimir Putin, le provocazioni si sa come finiscono. Una notte in cella e poi via, per direttissima, davanti a un Tribunale. Ed è già una conquista, ironizzano gli attivisti dei comitati moscoviti per i diritti umani ricordando che fino a una trentina, una quarantina d'anni fa, quando c'erano «quegli altri», per un aggettivo sbagliato si prendeva la direttissima per la Siberia.

 

vladimir putinvladimir putin

Alexei Navalny, il blogger «colpevole» di aver organizzato la manifestazione non autorizzata di domenica, finita con centinaia di arresti, se l'è cavata con una condanna a 15 giorni di carcere per violazione dell'ordine pubblico e una multa di ventimila rubli, qualcosa come 320 euro. Una sciocchezza, tutto sommato, rispetto ai 10 anni di carcere inflitti nel 2003 a Mikhail Khodorkovsky, l'arcimiliardario che insidiava e ancor oggi insidia, da libero, il potere di ras Putin (locuzione che molti ormai leggono d'un fiato: Rasputin).

 

La repressione di domenica naturalmente si è guadagnata la ferma condanna di Europa e Stati Uniti. L'uso della forza dev'esser parso eccessivo anche all'«amico» Trump, se il presidente degli Stati Uniti si è sentito in dovere di incaricare il portavoce del Dipartimento di Stato, Mark Toner, di alzare la voce, almeno.

 

ALEXEI NAVALNY  ALEXEI NAVALNY

Ed ecco Toner: «Gli Usa condannano fermamente gli arresti di centinaia di manifestanti pacifici in Russia», si legge nella nota dello State Department. «E chiedono al governo russo di rimetterli subito in libertà, giacché fermare dei manifestanti pacifici è un affronto ai valori democratici fondamentali».

 

Così, naturalmente, la pensa anche Alexei Anatolevic Navalny, che ha postato una foto di se stesso ritratto sul banco degli imputati del Tribunale Tverskoi di Mosca. «Un giorno saremo noi a giudicare loro ha scritto su Twitter Navalny, che dal suo arresto e dalle manifestazioni di massa di domenica sta traendo una insperata visibilità internazionale -. Ma lo faremo in modo onesto».

Putin Medvedev Berlin gay pride poster Putin Medvedev Berlin gay pride poster

 

Cioè accusandoli in modo puntuale e documentato per le loro malversazioni, per la gestione clientelare e corrotta del potere da parte del regime. Cosa che Navalny ha già fatto con un film-documento che gira nell'etere da tempo. «Non io sono da interrogare - ha aggiunto successivamente Navalny - ma il premier Dmitri Medvedev. È a causa sua che migliaia di russi sono scesi in strada domenica».

 

Proteste formali arrivano anche da Bruxelles. Il giro di vite della polizia russa, che «ha cercato di disperdere le manifestazioni e ha arrestato centinaia di cittadini, compreso il leader dell'opposizione Navalny, ha impedito l'esercizio delle libertà fondamentali di espressione, associazione e assemblea pacifica, che sono diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione russa».

 

ALEXEI NAVALNYALEXEI NAVALNY

Questo c'è scritto nella dichiarazione della portavoce di Federica Mogherini, alto rappresentante per la politica estera europea. Posizione cui si allinea il ministro degli Esteri italiano Angelino Alfano «pur nel pieno rispetto della sovranità, della legge e della Costituzione della Russia». Va controcorrente Matteo Salvini: secondo il leader della Lega «stanno cercando nuovi eroi per attaccare Putin, ma più lo attaccano e si inventano hacker e altre storie e più i russi si compattano intorno al loro presidente».

 

Alle parole di condanna di Washington e Bruxelles ha risposto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, che parla appunto di «provocazia». Una difesa d'ufficio che non basta a nascondere l'imbarazzo del Cremlino e la crescente debolezza di Ras-Putin di fronte alla protesta che sale inarrestabile da ogni angolo del Paese.

manifestazione anti corruzione   arresti in russia  15manifestazione anti corruzione arresti in russia 15

 

2 - QUELLE MORTI "MISTERIOSE" DEGLI AVVERSARI DELLO ZAR

Roberto Fabbri per “il Giornale”

 

La lista è lunghissima, e qui viene necessariamente limitata ai personaggi (leggi: vittime) principali. Sono gli oppositori «eccellenti» di Vladimir Putin che hanno fatto una brutta fine o avuto guai molto seri. In principio fu Anna, Anna Politkovskaya.

stor stor

 

Giornalista d'inchiesta coraggiosa e famosa nel mondo che denunciò in articoli e libri (in Italia uscì nel 2004 «La Russia di Putin») il legame stretto tra il presidente e il mondo del Kgb da cui proviene, oltre alle infamie della guerra in Cecenia da lui voluta. Finì assassinata il 7 ottobre 2006 - giorno del compleanno di Putin - nell'androne del palazzo di Mosca dove abitava.

 

Meno di un mese dopo, il 2 novembre 2006, ci fu il celebre caso dell'avvelenamento con il polonio radioattivo versato nel tè di Alexander Litvinenko, ex spia russa, poi passato nei ranghi dell'opposizione a Putin con una plateale conferenza stampa di denuncia dei crimini dei servizi segreti. Costretto a fuggire all'estero, prese la cittadinanza britannica ma fu raggiunto a Londra dai suoi sicari. Durante le tre settimane di agonia in ospedale accusò esplicitamente Putin di essere il mandante del suo omicidio.

 

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Boris Nemtsov, ex vicepremier russo nel 1997-98 sotto la presidenza di Eltsin, liberale e amico dell'Occidente, divenne un coraggioso oppositore del suo successore Putin. Pochi giorni prima di rendere pubblico il dossier che aveva raccolto sul coinvolgimento militare della Russia nella guerra in Ucraina fu assassinato a colpi di pistola a Mosca, non lontano dalla Piazza Rossa, la sera del 28 febbraio 2015. Il suo testimone è stato idealmente raccolto da Alexei Navalny, di cui molto si parla in questi giorni.

Nemtsov fidanzataNemtsov fidanzata

 

Quando l'ex «oligarca» Boris Berezovski, già amico e sodale di Putin e poi suo deciso oppositore, fu trovato impiccato nel bagno della sua lussuosa villa a Londra nel marzo 2013, molti pensarono a un omicidio: erano anni che riceveva minacce e denunciava che la sua vita fosse in pericolo. Il caso non è mai stato chiarito.

 

L'avvocato Sergei Magnitski, che si occupava di corruzione da parte di imprese russe, fu picchiato e lasciato morire in una cella di rigore di un carcere moscovita a 37 anni nel 2009. Dipendente di una società Usa, la sua fine provocò una crisi nei rapporti con Washington.

 

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La vita di Mikhail Khodorkovski, già uomo più ricco di Russia, è stata rovinata ma non spenta. Petroliere e dirigente della compagnia Yukos, fu imprigionato nel 2003 per frode fiscale dopo aver cominciato a finanziare l'opposizione a Putin. Scontò dieci anni di carcere duro in Siberia e fu graziato nel dicembre 2013 alla vigilia delle olimpiadi invernali di Soci in Russia. Da allora vive in Germania e continua cautamente a sostenere un progetto di democratizzazione del suo Paese.

PUTIN E KHODORKOVSKIPUTIN E KHODORKOVSKI

 

Garry Kasparov è famoso per essere stato uno dei migliori scacchisti del mondo, ma è anche un deciso oppositore di Putin. Autore del libro «L'inverno sta arrivando - perché Putin deve essere fermato», collaboratore di Nemtsov, è fuggito all'estero per sfuggire all'arresto: vive tra Stati Uniti e Croazia. Denis Voronenkov e Pavel Sheremet, rispettivamente deputato e giornalista critici del ruolo di Mosca in Ucraina e Crimea. Entrambi assassinati a Kiev in questi mesi.

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