ALFANO, QUAGLIARIELLO, LORENZIN, LUPI, DI GIROLAMO CONTRO L’ALBA DORATA DEL BERLUSCONISMO PITONATO - “SE CI SARANNO ESTREMISMI SARÒ DIVERSAMENTE BERLUSCONIANO”

La Stampa.it

«Se ci saranno estremismi sarò diversamente berlusconiano». Il giorno dopo le dimissioni da ministro Angelino Alfano è chiaro: «La mia lealtà al presidente Berlusconi - sostiene il segretario Pdl - è longeva e a prova di bomba. La lealtà non è malattia dalla quale si guarisce. Oggi lealtà mi impone di dire che non possono prevalere posizioni estremistiche estranee alla nostra storia, ai nostri valori e al comune sentire del nostro popolo. Se prevarranno quegli intendimenti, il sogno di una nuova Forza Italia non si avvererà. So bene che quelle posizioni sono interpretate da nuovi Berlusconiani ma, se sono quelli i nuovi berlusconiani, io sarò diversamente berlusconiano».

Grandi manovre al Senato, tappa che potrebbe risultare decisiva per la prosecuzione dell'attività del governo. A questo proposito, contatti sarebbero in corso per coagulare in particolare intorno alle ultime posizioni di Gaetano Quagliariello un gruppo di senatori. Lo «scouting» in corso potrebbe arrivare a formare un gruppo parlamentare, quindi coinvolgerebbe fino a 10-15 senatori. In dettaglio, sarebbe soprattutto tra i senatori siciliani e campani sino ad ora iscritti al Pdl che attingerebbe il nuovo gruppo di moderati.

All'indomani dall'annuncio di dimissioni dei ministri del Pdl, dunque, il partito si spacca. Sono infatti già due i ministri del Governo Letta scelti da Silvio Berlusconi che hanno confermato che lasceranno l'incarico ma hanno contestato la linea del partito e annunciato che non entreranno nella nuova Forza Italia. Si tratta del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e di quello per le Riforme.

Lorenzin lo fa in una dura nota in cui scrive di accettare «senza indugio la richiesta di dimissioni fatta durante un pranzo a cui non partecipavano né i presidenti dei gruppi parlamentari, né il segretario del partito, per coerenza politica nei confronti di chi mi ha indicato come ministro di questo Governo. Continuerò ad esprimere le mie idee e i miei principi nel campo del centrodestra, ma non in questa Forza Italia».

Una Forza Italia, precisa Lorenzin, che «sta dimostrando d'essere molto diversa da quella del '94. Manca di quei valori e di quel sogno che ci ha portati sin qui». Una critica anche nei confronti di chi consiglia Berlusconi in queste ore, la cui linea Lorenzin non giustifica nè condivide.

Quagliariello interviene invece nel dibattito dal Festival del diritto di Piacenza affermando che l'annuncio di dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl è stato un «fallo di reazione» a cui non ha aderito perchè come ministro ha giurato sulla Costituzione e perchè «perché penso che una persona che fa politica deve avere l'inclinazione al compromesso».

Le dimissioni da ministro? «Non ho fatto in tempo a presentare le dimissioni - ha risposto - lo farò quando rientro», ma «se Forza Italia è questa, io non aderirò». Quagliariello ha concluso augurandosi «un ripensamento nel centrodestra, o almeno di una parte dell'attuale centrodestra» e dunque una eventuale scissione del partito.

Anche Lupi è critico con la deriva di Forza Italia. «Così non va. Forza Italia non può essere un movimento estremista in mano a degli estremisti. Noi vogliamo stare con Berlusconi, con la sua storia e con le sue idee, ma non con i suoi cattivi consiglieri. Si può lavorare per il bene del Paese essendo alternativi alla sinistra e rifiutando gli estremisti. Angelino Alfano si metta in gioco per questa buona e giusta battaglia» twitta.

 

Beatrice Lorenzin saccomanni, alfano e lettaMICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE Mario Mauro e Maurizio Lupi

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