DUE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA - ALFANO E VERDINI NON VOGLIONO CREARE UN UNICO PARTITO “MODERATO” A SOSTEGNO DI RENZI: CHI SAREBBE I LEADER? - MA DOPO L’ADDIO A “FARSA ITALIA”, NESSUNO DEI DUE PUÒ SUPERARE DA SOLO LO SBARRAMENTO DELL’ITALICUM
Ugo Magri per “la Stampa”
A chi non mastica di politica può sorgere la curiosità: come mai i tanti «cespugli» di centro non uniscono le loro forze, in modo da superare lo sbarramento futuro del 3 per cento senza dover importunare Renzi che, poveretto, ha già tanti problemi e non può farsi carico pure degli alleati?
Tra l' altro così sparirebbero un po' di sigle e per l' elettore orientarsi sarebbe meno complicato... In fondo, è la stessa domanda che si pongono vecchi navigatori come Cicchitto. Il quale ha proposto in sostanza di sbaraccare Ncd (di cui fa parte) per costruire una casa nuova di tutti i moderati amici di Renzi.
BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS
Si dice che Cicchitto abbia provato a sentire questo e quello, compresi i montiani di Scelta civica, gli ex leghisti di Tosi, forse addirittura Tabacci, ma che l' idea di mettere tutti quanti insieme per ora non sia decollata. E nemmeno faccia passi avanti l'operazione in apparenza più ovvia e scontata: fondere perlomeno i due partiti che visti da lontano si somigliano come gocce d'acqua, quello di Alfano e l'altro di Verdini.
LA SCISSIONE DELL'ATOMO
Entrambi sono stati berlusconiani, l'uno e l' altro hanno guidato Forza Italia, adesso sostengono convintamente il governo (nel caso di Ala, l' adesione alla maggioranza è comprovata dalla sua assenza all'incontro di ieri tra il presidente del Senato Grasso e i partiti di opposizione).
silvio berlusconi saluta fabrizio cicchitto (3)
Si aggiunga che, al netto della propaganda, né il Nuovo centrodestra né tantomeno il movimento verdiniano hanno la garanzia di superare da soli lo sbarramento dell'«Italicum» quando si voterà, nel 2018. Anzi, se si dà detta all'ormai ex alfaniano Quagliariello, «tra due anni per trovare l'ultimo elettore Ncd ci sarà bisogno dell' archeologo» (intervista velenosa al nuovo numero dell'«Espresso»).
La possibile presenza di Verdini a un convegno Ncd veniva strombazzata ieri quale conferma che i rispettivi percorsi si stanno avvicinando, forse con la benedizione del premier. Sennonché poi alla fine Denis non si è visto (qualcuno lo giustifica: doveva preparare la deposizione di stamane al processo della cosiddetta «P3»), dunque il castello in aria è crollato. La costituente dei «Moderati per Renzi» resta di là da venire.
FELICI E PERDENTI
Torna così la domanda iniziale: che cosa frena la fusione dei piccoletti? Anzitutto le invidie reciproche, le gelosie. Tutti vogliono comandare. I verdiniani mai finiranno alle dipendenze di Alfano, «quello che prima ha sfasciato Forza Italia e adesso ci sta riuscendo pure con Ncd», spiega uno di Ala.
Il portavoce D' Anna, che giorni fa si era azzardato a ipotizzare un' intesa con il ministro dell' Interno, è stato duramente rampognato da Verdini, della serie «non lo fare mai più». A sua volta Alfano considera devastante la sola ipotesi che il suo nome venga associato a quello di Denis. Perché non solo Ala non aggiungerebbe voti ma ne farebbe perdere, tanto a Renzi quanto a Ncd.
GLI «IMPRESENTABILI»
Certi senatori amici di Cuffaro o di Cosentino mettono in fuga chiunque provi ad avvicinarsi. I sondaggi precedono un netto arretramento del Pd, casomai Renzi dovesse imbarcare Verdini. A maggior ragione non vuole farsene carico Alfano. Tira le somme il saggio Naccarato, esponente di Gal: «Tre o quattro debolezze sommate insieme non faranno mai una forza».
NICOLA COSENTINO ALLA CONFERENZA STAMPA