MARIO STARS & STRIPES - ALL'ASSEMBLEA DELL'ONU DRAGHI RASSICURERÀ GLI STATI UNITI SULLA COLLOCAZIONE DELL’ITALIA CON L’OCCIDENTE E LA NATO, A PRESCINDERE DALL’ESITO ELETTORALE - I QUATTRO GIORNI DI MARIOPIO NEGLI STATI UNITI, DOPO LA DIFFUSIONE DEL REPORT SUI POLITICI EUROPEI FINANZIATI DA MOSCA E L’AFFONDO SUI “PUPAZZI PREZZOLATI” IN ITALIA, SERVIRANNO ANCHE A RIBADIRE A WASHINGTON CHE IL FUTURO GOVERNO NON SI SMARCHERA’ DALL’IMPEGNO SULL’UCRAINA…
Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”
L'Italia ha scelto di stare con l'Ucraina. Con l'Occidente e la Nato. […] Quando oggi Mario Draghi atterrerà a New York, lo farà avendo in mente su quale tasto spingere […] davanti all'assemblea generale dell'Onu. Interverrà alle 19.45 di domani, quando in Italia sarà già notte. Ma sarà l'occasione per dire che aver sposato la causa di Kiev è stata la scelta «giusta», oltreché doverosa. […]
È un viaggio lungo, a suo modo delicato[…] mai Draghi era stato in missione così tanto - quasi quattro giorni - da quando è diventato premier. Delicato, perché arriva poco dopo l'alert americano sulla penetrazione della Russia in Europa attraverso finanziamenti a leader e partiti.
GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO
Ed emblematico, perché serve a rinsaldare il posizionamento atlantico dell'Italia proprio mentre il sostegno occidentale a Kiev raccoglie i suoi frutti. Davanti all'Onu, allora, il capo dell'esecutivo racconterà dei due pilastri - quello europeo e quello della Nato - che le prossime politiche in Italia potrebbero indebolire, soprattutto se dovessero trionfare i partiti sovranisti. Questo è l'altro nodo cruciale.
Draghi non metterà certo in discussione la futura collocazione di Roma durante il discorso al Palazzo di Vetro. Al contrario, difenderà il Paese. Ma manderà un segnale chiaro, per contrasto: l'Italia non tentenna, dirà, né romperà il fronte occidentale nella "guerra di liberazione" contro Putin. È insomma il secondo tempo della conferenza stampa di venerdì scorso in cui ha denunciato i «pupazzi prezzolati» in mano ai russi. Non solo.
Molto si è scritto rispetto a un ruolo di "garante" del premier nei rapporti tra Usa e Giorgia Meloni. Sussurri alimentati da alcune attenzioni dell'ex banchiere verso la leader della destra. La tappa di New York avrebbe dovuto rappresentare il culmine di questo processo. Ma le parole dure spese davanti alla stampa verso la favorita nei sondaggi hanno segnalato una freddezza, se non addirittura una distanza. […]