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NANI IN EUROPA/2 – NEI GIORNI SCORSI UN BARCONE CON 213 PROFUGHI SIRIANI AVVISTATO AL LARGO DI CRETA È STATO SPEDITO IN ITALIA ANZICHÉ IN GRECIA – LA DECISIONE È STATA DI FRONTEX E TESTIMONIA QUANTO CI CONSIDERANO IN EUROPA

Chiara Giannini per “Libero quotidiano

 

OPERAZIONE TRITON DI FRONTEXOPERAZIONE TRITON DI FRONTEX

Ormai è chiaro: c’è interesse a portare i clandestini nel nostro Paese, anziché negli altri che partecipano alle operazioni guidate da Frontex. Il perché è di facile comprensione e si sintetizza, prima di tutto, in una scarsa incisività da parte dell’Italia nei confronti dell’Europa, che fa sempre meno gli interessi della nostra nazione. L’ultimo caso la dice lunga sui retroscena che ci sono dietro al recupero in mare dei migranti e dà da pensare. Come possono immigrati in difficoltà su un barcone, al largo di Creta, ovvero a poco più di 120 miglia da Capo Matapan, essere recuperati e portati in Sicilia anziché in Grecia, Paese sicuramente più vicino che, come l’Italia, ha molti centri di accoglienza?

 

OPERAZIONI DI FRONTEX OPERAZIONI DI FRONTEX

A quanto pare, da fonti vicine a Frontex, responsabile dell’operazione Triton, che attraverso i suoi assetti ha proceduto a quest’ultimo salvataggio, qualcuno ha pensato bene di dirottare nuova gente in arrivo verso le nostre coste. D’altronde, in Italia qualcuno già si fregava le mani pensando all’arrivo dei 213 profughi siriani a bordo dell’imbarcazione battente bandiera turca avvistata martedì sera poco distante dall’isola di Creta. «Non sappiamo quale testa abbia deciso di far portare quegli immigrati in Italia», spiega una delle nostre fonti, «ma possiamo dire con certezza che è del tutto irrazionale, soprattutto a causa della distanza».

 

Dalla Procura di Siracusa, gruppo interforze di contrasto all’immigrazione clandestina, fanno sapere che l’altro ieri la Capitaneria di porto del Pireo ha ricevuto un sos da parte «di un barcone al largo di Creta». Immediatamente si sono attivati i soccorsi ed è stata allertata la nave più vicina, un cargo delle Isole Marshall che, però, ha solo scortato l’imbarcazione carica di migranti per diverse miglia in quanto, avendo le murate troppo alte, non aveva possibilità di caricare persone a bordo in sicurezza.

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Poco dopo è intervenuta la nave belga Godetia, una nave logistica di tipo A960, quindi da trasporto e ausilio logistico (del tipo di nave Etna della Marina Militare, per intenderci) che ha recuperato le 213 persone, tutte di nazionalità siriana ed è partita alla volta di Augusta, dopo aver ricevuto dal comando di Triton l’autorizzazione a dirigersi stranamente verso la Sicilia, mentre il barcone, del tipo di quelli usati per fini turistici intorno alle isole, è stato «scaricato» a Malta.

 

In un primo momento si poteva pensare che, a causa del recente terremoto a Creta, i profughi fossero stati trasportati verso il nostro Paese per semplici motivi di sicurezza. In realtà, Capo Matapan, il famoso Capo della battaglia del 1941, a sud del Peloponneso, era molto più raggiungibile che non l’Italia, che si trova a centinaia di chilometri da quello specchio acqueo. Solo che, sempre secondo le nostre fonti, la Grecia si sarebbe lamentata e non poco per l’arrivo massiccio di clandestini.

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Dal gennaio scorso, quando nel Paese ellenico sono sbarcati 737 profughi, si è passati a oggi, secondo l’Unhcr, a circa 7.200, di cui 2.500 ancora in attesa di identificazione. Una situazione che preoccupa il governo greco, che si sarebbe lamentato con Frontex, nei cui confronti, evidentemente, ha molto più peso che non quello italiano.

 

I vertici dell’agenzia europea che si occupa di cooperazione alle frontiere, allora, avrebbero accettato di veder deviare il barcone di siriani verso l’Italia, anche in considerazione del fatto che molte realtà guadagnano, nel nostro Paese, intorno al business dei migranti. Insomma, una scelta che in apparenza accontenta qualcuno, ma che di fatto scontenta la nazione intera, costretta ad accogliere, per l’ennesima volta, clandestini in arrivo da ogni dove.

 

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Il Bel Paese, insomma, è diventato il vaso di Pandora dell’Europa, il contenitore adibito all’accoglienza dei migranti provenienti da ogni dove, anche quelli che, per distanza, non spetterebbero a noi, ma ad altri territori. Peraltro, Frontex è criticabile anche da altri punti di vista.

 

E non solo perché, da quando ha messo in campo Triton, al posto di Mare Nostrum, il numero dei morti è drasticamente aumentato, ma anche perché i soldi stanziati nell’ambito del recupero dei migranti nel bacino del Mediterraneo (si parla di 2 milioni e 900 mila euro al mese), in realtà non sarebbero spesi ad hoc, ma già farebbero registrare sprechi grossolani e un davvero ingente dispendio di risorse.

superstiti a lampedusa superstiti a lampedusa

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