TSUNAMI GRILLO TRAVOLGE MONTI E BERSANI - TRA L’ONDA DEL 5 STELLE CHE CRESCE E LA RIMONTA DEL CAV. ANCHE IL RISULTATO ALLA CAMERA PUÒ DIVENTARE UN’INCOGNITA – HANNO TUTTI PAURA: MONTIMER TUONA CONTRO IL “POPULISMO DEVASTANTE” DEL COMICO MENTRE IL MAGO DALEMIX FIUTA IL PERICOLO E AVVERTE: “GRILLO AL 18% SPAVENTA GLI INVESTITORI” – PER IL POLITOLOGO D’ALIMONTE MOLTI ITALIANI AVREBBERO DECISO DI VOTARE IL COMICO O IL CAINANO SENZA DICHIARARLO…..

Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

Più l'ora «x» si avvicina, più cresce il terrore che sarà Beppe Grillo a fare la differenza nelle urne, tanto che adesso anche Mario Monti ha preso a sparare contro il «simpatico comico» che riempie le piazze con il suo «populismo devastante». Ma è nel Partito democratico che il «fattore G» ha fatto scattare l'allarme rosso. Al Nazareno c'è preoccupazione perché la crescita di Grillo non si ferma, soprattutto nelle regioni del Centro e del Sud: un'onda che può erodere consensi tanto al Pdl quanto al Pd.

E c'è un altro, inconfessabile timore che turba gli ultimi comizi di Pier Luigi Bersani. La paura che il sorpasso evocato dal Cavaliere possa materializzarsi davvero. Non solo al Senato, ma persino alla Camera. Quello che fino a pochi giorni fa poteva sembrare uno scenario da fantapolitica è diventato un tema per bocca dello stesso leader democratico, che esorcizza lo spauracchio della sconfitta a sorpresa dicendo che «se vince Berlusconi il Paese va contro un muro».

E ieri sul Sole 24 Ore Roberto D'Alimonte ha parlato di Montecitorio come della «vera incognita» di queste elezioni, ragionando sull'ipotesi che molti italiani abbiano deciso di votare per Berlusconi (o per Grillo) senza però rivelarlo, per riserbo o pudore. Per il politologo il combinato disposto tra la «lenta erosione» di consensi subita da Pd e Sel negli ultimi due mesi e il recupero del Cavaliere può riaprire la partita alla Camera, dove per strappare agli avversari il premio di maggioranza basta un voto in più.

«Berlusconi che vince le elezioni? Io non ci credo» scaccia il fantasma Pier Ferdinando Casini, convinto che la crescita di Grillo arrechi danni soprattutto al centrodestra. Intanto però il comico si gode lo spettacolo dei leader «in preda al panico», che si uniscono «come il trenino dell'amore» perché hanno paura di lui. «Grillo riempie le piazze, ma magari tanti vanno a sentirlo solo per godersi lo spettacolo - spera Davide Zoggia, responsabile Enti locali del Pd -. Io non lo sottovaluto, di certo avrà numeri importanti. Ma sono fiducioso. La forchetta rimane larga, la nostra linea su progetti e alleanze tiene».

E Berlusconi che vince alla Camera? «È una possibilità remota». Il futuro dell'Italia è nelle mani degli indecisi, il che spiega l'insistenza di Bersani sul voto utile e gli avvertimenti dell'ex premier agli elettori incerti tra grillismo e berlusconismo: il Movimento 5 Stelle è pieno di candidati che vengono dalla sinistra e dopo il voto il comico e il segretario del Pd non potranno che collaborare. Anche i centristi hanno scoperto il «fattore G».

Andrea Romano, capolista di Scelta civica in Toscana alla Camera, dice che i montiani non hanno mai sottovalutato Grillo, «mai pensato che sia un fenomeno residuale o irrilevante», ma lui la crescita esponenziale del movimento non la vede: «Noi siamo la novità costruttiva, loro sono quella distruttiva.

Se Grillo vincesse farebbe male a questo Paese». Nell'entourage di Monti pensano che il populismo stia scappando di mano al leader genovese e che, comunque, la sua corsa è un problema del Pd e del Pdl, più che del centro. «Grillo ha una fortissima carica antiliberale - spiega Carlo Calenda, candidato con Monti nel Lazio -. Il nostro elettorato è molto diverso dal suo».


Beppe Fioroni, ex ministro del Pd, ha l'impressione che la crescita di Grillo sia stata sottostimata. La Camera non lo preoccupa, mentre pensa anche lui che l'effetto Grillo possa farsi sentire al Senato nelle regioni in bilico, come Lombardia, Sicilia e Campania: «Bersani deve insistere sul voto utile per impedire a Berlusconi di risorgere e convincere gli italiani che non ci servono capipopolo che cavalcano l'onda». A furia di cavalcare l'onda il comico può arrivare lontano e Massimo D'Alema lo ha capito tra i primi. «Grillo al 18 per cento è un indicatore inquietante - avverte l'ex premier -. Bisognerebbe ridurlo, perché spaventa gli investitori».

 

 

bersani grillo BERSANI MONTI VIGNETTA BENNY SU LIBERO MONTI STAMPELLA DI BERSANI ANDREA ROMANOGIUSEPPE FIORONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...