ALLEATO E DOMATO: SOLO LA CINA PUÒ TENERE A BADA LE ISTERIE DELLA COREA DEL NORD

Alberto Forchielli* per Radiocor
* Presidente di Osservatorio Asia

Nel Mar Cinese settentrionale la tensione si conferma e si arricchisce di nuovi terreni di confronto. E' irrisolta la situazione bellica di 60 anni fa: le 2 Coree sono ancora formalmente in Guerra, la retorica bellicista dal nord e' sempre alta, le truppe statunitensi continuano a stazionare in Sud Corea e in Giappone.

A questa cristallizzazione - sopravvissuta alla fine della guerra fredda - si e' aggiunta una contrapposizione inedita: il contrasto sempre piu' evidente tra Pechino e Pyongyang. Il ricordo dei volontari cinesi accorsi nel 1950 a difendere la Corea del Nord sembra dimenticato.

Le espressioni dell'amicizia tra i due paesi - uniti 'come la lingua e i denti' - appaiono consegnate ai ricordi. Sempre piu' chiaramente emergono le differenze di posizioni nel complesso scacchiere. Il motivo principale e' semplice nella sua enunciazione: gli interessi dei 2 paesi sono ora platealmente divergenti. Il Nord Corea tiene alta la tensione per negoziare al meglio la sua esistenza; Pechino e' impegnata a mantenere la stabilita'. In questa cornice, cresce il valore simbolico di episodi di cronaca.

Il 5 Maggio una nave cinese con 16 pescatori e' stata catturata, sembra pacificamente, dalla Marina nord-coreana. Dopo 2 settimane di intense trattative nave ed equipaggio sono stati rilasciati. Non si conoscono i termini del negoziato, soprattutto non e' stata rilasciata alcuna dichiarazione ufficiale sull'eventuale riscatto pagato, anche se il proprietario cinese della nave aveva affermato che una somma di denaro gli era stata richiesta.

Al di la' della dinamica della vicenda, risultano incomprensibili le motivazioni di Pyongyang. Qual e' il motivo di inimicarsi, con un'operazione che sembra un'elementare prova di forza, l'unico alleato nella regione? La Cina e' la vena giugulare della sopravvivenza del regime nord coreano, l'unico paese con il quale mantiene relazioni politiche e commerciali.

Per rispondere a questa domanda un emissario del giovane leader Kim Jong-un e' stato inviato a Pechino, ma la sua esposizione potrebbe essere stata non convincente. Il presidente Xi Jin Ping ha insistito sulla necessita' di evitare tensioni e di ricerca di soluzioni negoziate verso l'abbassamento delle tensioni militari.

La dichiarazione e' inequivocabile: 'La posizione cinese e' molto chiara: indipendentemente dai cambi di situazione, i paesi coinvolti devono perseguire l'obiettivo di denuclearizzare la penisola, insistere nella difesa della pace e della stabilita', mantenere il metodo di risolvere i problemi attraverso il dialogo e la consultazione'.

Il contrasto con la politica dell'escalation della tensione, dei ripetuti test militari, del nazionalismo militare e da ultimo del misterioso sequestro di 16 pescatori cinesi non potrebbe essere piu' evidente. Dopo la condanna di Pyongyang da parte delle Nazioni Unite, con l'inasprimento delle sanzioni, Pechino e' intenzionata ad approfondire il pragmatismo della sua politica nell'area.

Se la Corea del Nord avesse ancora la funzione di stato cuscinetto con la Corea del Sud e dunque con le truppe statunitensi, compenserebbe gli aiuti complessivi che le vengono iniettati. Se invece Pyongyang per Pechino cessa di essere una soluzione - per quanto fragile - e diventa un problema, allora la tentazione di prendere le distanze e di ridiscutere gli assetti diventa sempre piu' pressante e attuale.

 

 

 

XI JINPINGKIM JONG UN MISSILI NORDCOREANI jpegMilitari nordcoreani BARACK OBAMA A BOCCA APERTA

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