bolsonaro pujol 2

ALTA TENSIONE IN BRASILE: VOCI SU "UN AUTOGOLPE" DI BOLSONARO - DOPO IL MINISTRO DELLA DIFESA SI DIMETTONO IN APERTO CONTRASTO CON IL PRESIDENTE I CAPI DI ESERCITO, MARINA E AERONAUTICA. “NESSUN INTENTO GOLPISTA”, MA IL PAESE È CON IL FIATO SOSPESO – E’ LA PEGGIORE CRISI POLITICO-MILITARE DALLA FINE DELLA DITTATURA – IL CAPO DIMISSIONARIO DELL’ESERCITO PUJOL HA PIU’ VOLTE POLEMIZZATO CON IL NEGAZIONISTA BOLSONARO SUL COVID…

Sara Gandolfi per corriere.it

 

BOLSONARO PUJOL

«I militari del Brasile non vogliono far parte della politica, figuriamoci lasciare che la politica entri in caserma». Lo scorso novembre, il generale Edson Pujol inviò un messaggio piuttosto chiaro al presidente Jair Bolsonaro, che è un ex capitano con un forte ascendente tra i ranghi medio-bassi dell’esercito. A distanza di pochi mesi, quell’affermazione suona quasi come un campanello d’allarme.

 

 

È crisi militare in Brasile. Per la prima volta nella storia del Paese, tutto il vertice delle Forze armate si è dimesso in segno di protesta contro il presidente che il giorno prima aveva annunciato la «rinuncia» del ministro della Difesa. L’eclatante gesto di Pujol, capo dell’esercito, di Iilques Barbosa Jr (Marina) e di Antonio Carlos Moretti Bermudez (Aeronautica) ha spinto la Camera a chiedere al governo delucidazioni sull’accaduto. Il timore è che l’avvicendamento abbia coperto (o forse smascherato) addirittura un tentativo di autogolpe.

BOLSONARO 1

 

 

 

Bolsonaro lunedì aveva annunciato un maxi-rimpasto, ufficialmente dietro pressione dell’ala più moderata della coalizione di governo. A farne le spese sei dei 23 ministri, tra cui il responsabile degli Esteri e appunto quello della Difesa, il generale Fernando Azevedo e Silva, che fin dall’inizio della pandemia aveva criticato la gestione dell’emergenza sanitaria, reclamando un ruolo più importante per i militari. Il quotidiano O Globo sottolinea che Bolsonaro avrebbe approfittato del rimpasto imposto dal centro «per sbarazzarsi di chi non diceva sempre amen» ai suoi voleri, ossia gli oppositori interni.

 

Lula ricevuto dal Papa in Vaticano: «Serve un mondo più giusto»

BOLSONARO PUJOL 2

Ieri mattina, il neo ministro della Difesa, Walter Braga Netto, ha annunciato però anche la «sostituzione» dei tre capi militari, in risposta ai «gesti di solidarietà» da loro espressi nei confronti di Azevedo. Non è ancora chiara la dinamica degli eventi. Il comunicato del ministero parla appunto di «sostituzioni», ma secondo la ricostruzione del quotidiano Folha de Sao Paulo i tre militari avevano pre-annunciato le dimissioni in segno di protesta contro Bolsonaro. Non solo: nel corso della riunione con Braga Netto avrebbero dichiarato di non voler appoggiare «avventure golpiste» del presidente.

 

 

Merval Pereira, editorialista di O Globo, sostiene che «ora non sarà facile usare le forze armate per un autogolpe», lasciando intendere che forse questa era una delle opzioni nell’agenda di Bolsonaro, che in passato avrebbe cercato di «utilizzare l’esercito per fini politici», con grande disappunto del ministro della Difesa uscente. A Brasilia, d’altra parte, sono noti i forti dissidi anche fra Pujol e Bolsonaro. Il generale ha più volte sottolineato che la lotta contro il Covid-19 è «una delle più grandi missioni dell’esercito», in flagrante disaccordo con il presidente negazionista.

 

BOLSONARO LULA

Il Brasile — è bene ricordarlo — è stato governato da una dittatura militare dal 1964 al 1985, conosciuta anche come regime dei Gorillas o Quinta Repubblica brasiliana. I capi delle Forze armate non hanno mai celato la loro disapprovazione per le velleità nostalgiche dei sostenitori più estremisti del «bolsonarismo», che l’anno scorso hanno invocato l’«intervento» dell’esercito contro Parlamento e Corte Suprema. D’altra parte, mai come oggi Bolsonaro è sott’attacco per la gestione catastrofica della pandemia che ha provocato più di 313.000 morti in Brasile.

 

«A livello elettorale è un fallimento che gli costerà caro, sia per la tragedia umanitaria che per la debacle economica. Ciò si riflette già nei sondaggi — dice al Corriere Cláudio Gonçalves Couto, analista della Fondazione Getulio Vargas —. Prevedo che alle presidenziali del 2022, Bolsonaro avrà meno del 15%, il suo zoccolo duro». Se però, come probabile, il diretto sfidante sarà il «risorto» ex presidente Lula, bisognerà vedere chi, «pur disapprovando il suo operato», lo rivoterà per non far tornare al potere il leader del Partito dei lavoratori. Sempre che Bolsonaro non riservi sorprese autoritarie.

Jair Bolsonaro 1

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...