milano - ospedale allestito alla fiera

POCO DI CUI ANDARE FIERA - SALVINI E I SUOI DIFENDONO IL NUOVO OSPEDALE MA PER ORA È SOLO UN COSTOSO SPOT PER LA REGIONE. 26 MILIONI SPESI PER 53 POSTI LETTO E A IERI 8 PAZIENTI IL PRIMARIO: "È UNA SCIALUPPA DI SALVATAGGIO SE DOVESSERO AUMENTARE I CASI". MA PER L'ORDINE DEI MEDICI È "SOLO UNA CATTEDRALE NEL DESERTO"

Alessandro Corica per “la Repubblica

 

Un presidio «pronto a fronteggiare eventuali nuove necessità e nuove emergenze, dando una mano agli altri ospedali della Regione», lo loda il leader della Lega Matteo Salvini. E un ospedale «che veglierà sulla salute dei lombardi come una vera e propria assicurazione contro il sovraffollamento delle altre strutture regionali», ribadiscono dalla Regione guidata da Attilio Fontana. Eppure.

conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano 3

 

Nell' ospedale della Fiera di Milano, 25 mila metri quadrati presentati in pompa magna durante una conferenza stampa tanto affollata da far cadere sulla Regione l' accusa di aver favorito l' assembramento di troppe persone, al momento ci sono 53 letti pronti. Ma solo otto occupati da altrettanti pazienti. Erano dieci fino a ieri mattina, due li hanno dimessi in giornata: altri 104 letti sono pronti e in fase di collaudo, da lunedì prossimo potranno accogliere nuovi malati. Che però, se l' epidemia continuerà la sua (lenta) discesa, non arriveranno.

 

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

E allora è quasi surreale addentrarsi nell' ospedale realizzato in una decina di giorni e costato circa 26 milioni, anche se «zero euro al contribuente », come sottolineano tanto Salvini quanto il Pirellone. Lo spazio è enorme, semivuoto ma in grado di assolvere già così la sua prima funzione: dare alla sanità lombarda guidata dal governatore leghista Fontana e dal forzista Giulio Gallera la possibilità di avere qualcosa su cui puntare in un momento in cui i dubbi sulla gestione dell' emergenza, nella Lombardia dove la mortalità per Covid- 19 ha un tasso superiore al 18%, iniziano a essere diversi.

conferenza stampa inaugurazione ospedale fiera milano

 

A partire dalla debolezza del sistema territoriale, con i medici di famiglia che più volte hanno denunciato «di essere stati lasciati soli». Fino al contributo parziale dato dalla sanità privata: le cliniche lombarde sul piatto hanno messo una parte delle loro risorse ma non tutte, 480 letti di intensiva a fronte degli oltre 1.200 degli ospedali pubblici, dove ormai il 90% dei pazienti ricoverati ha il Covid-19.

 

L' ospedale in Fiera, per Palazzo Lombardia, è diventata allora una punta di diamante: la realizzazione è stata affidata a Guido Bertolaso, che aveva chiesto aiuto anche a una delle figure di maggior spicco della sanità privata milanese. Che però dalla partita si è sfilato, non condividendone l' impostazione. L' ospedale è stato allestito comunque, l' esecuzione è costata intorno ai venti milioni di euro, più altri sei per gli allestimenti dei 157 posti di intensiva: una cifra coperta da donazioni private ma che all' inizio doveva essere almeno doppia, considerando che in origine la struttura doveva contare 500 letti di intensiva.

MILANO - OSPEDALE ALLESTITO ALLA FIERA

 

Quasi tutti i medici al Portello sono del Policlinico di Milano, a cui il Pirellone ha affidato la struttura, «che è una scialuppa di salvataggio. Fino a poche settimane fa non avevamo più letti di intensiva dove ricoverare i malati, creare un polmone di riserva come questo era fondamentale. E lo è ancora, l' emergenza non è finita », ribadisce Antonio Pesenti, professore della Statale di Milano, primario del Policlinico e a capo del progetto in Fiera. Le perplessità, però, ci sono.

 

Dal punto di vista politico, «perché mi chiedo se, a conti fatti, quella straordinaria raccolta di fondi privati non potesse essere orientata altrove, per esempio in parte a sostenere la medicina territoriale », ragiona l' eurodeputato dem Pierfrancesco Majorino. E dal punto di vista dei medici, perché «realizzare una terapia intensiva senza un ospedale alle spalle, temo equivalga a fare una sorta di cattedrale nel deserto », dice Roberto Carlo Rossi, presidente dell' Ordine dei medici di Milano.

attilio fontana

 

«Un paziente ricoverato in terapia intensiva viene seguito dagli anestesisti, certo. Ma se ha uno scompenso cardiaco ha bisogno del cardiologo, se ha un' insufficienza renale del nefrologo - aggiunge Carlo Montaperto a capo dell' Associazione primari ospedalieri lombardi -Un ospedale è fatto di apparecchiature e strutture, ma anche di esseri umani e conoscenza: una terapia intensiva da sola rischia di essere una testa senza un corpo».

milano, ospedale in fiera 7giulio galleramilano, ospedale in fiera 18milano, ospedale in fiera 21milano, ospedale in fiera 19attilio fontana 1

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO