pertini

ARIDATECE (UN) PERTINI - CECCARELLI: ECCO PERCHÉ CI MANCA IL "PRESIDENTE POP" – "PER CUORE, ISTINTO, VOCAZIONE TEATRALE, EBBE UNA MARCIA IN PIÙ, UN SUPER-IO POETICO, E ANTICIPÒ LA LUNGA STAGIONE DELLA POLITICA-SPETTACOLO" - CON LUI IL POTERE RUPPE LE REGOLE, I CODICI E I PROTOCOLLI PER FARSI PROSSIMO ALLA VITA…” - GLI OMAGGI IN MUSICA DI CUTUGNO E VENDITTI - VIDEO

 

 

pertini

Filippo Ceccarelli per la Repubblica

 

Digitare "Pertini" su Amazon e ebay è al giorno d' oggi un' esperienza che vale un anniversario, ma forse anche due. A parte i libri, appena usciti e di seconda mano, seri e allegrotti; e a parte un significativo indotto pubblicistico che contempla poesie in dialetto, lettere di e a Pertini, ritratti della moglie, copie di quotidiani del giorno dell' elezione (un Paese Sera 19,99 euro, un Resto del Carlino 24); a parte pitture, fumetti e vignette, dall' imperdibile Pazienza (un originale 1400 euro) ai più sconosciuti e grossolani disegnatori; a parte un discreto numero di medaglie commemorative e un modellino di Maserati presidenziale con tricolore "dei tempi di Pertini"...

 

Ecco, a parte tutto questo colpisce la linea integrale e integrata di prodotti di colore bianco: quindi tazzona, tappetino mouse, borsa da mare, zainetto, canottiera donna, t-shirt, polo, felpa, pantaloni tuta e addirittura un body neonato recante l' immagine, pardon l' icona del presidente che apre le braccia e la scritta che ammonisce: «Quando un governo non fa ciò che vuole il popolo va cacciato via anche con mazze e pietre».

pertini in irpinia dopo il terremoto

 

Ora, Pertini adorava essere adorato, fu un Capo di Stato tutt' altro che alieno dal narcisismo, ma recava in sé anche una certa burbera imprevedibilità, per cui un po' viene da chiedersi con che cuore avrebbe accolto, per giunta a suo nome, questo astuto populismo anti-populista di valenza commerciale e orientato verso la guerra civile. Ma qualcosa di vivo e vitale il postumo merchandising vorrà pur dire. Di solito i revival hanno a che fare con il presente. È sempre rischioso andare in cerca di interpretazioni con l' accetta e il machete. Ma certo, al di là del quarantennale dell' elezione, l' ipotesi che tale vampata pertiniana sia da mettersi in relazione con l' insediamento di un governo non tanto di destra, quanto guidato da sconosciuti e giovanotti avventatelli, pare più che una suggestione.

 

La faccenda trascende comunque il dato politico immediato. Contano fino a un certo punto le minacce anti-umanitarie di un Salvini, come pure il fatto che due anni fa, nel suo "discorso di capodanno", Beppe Grillo abbia parlato avendo alle spalle come fondale una sua foto con Antonio Ricci e il vecchio presidente al Quirinale. Allo stesso modo ha un' importanza assai relativa che l' anno scorso Gigino Di Maio abbia dichiarato: «Il modello è Sandro Pertini». Forse, per arrivare al punto del rilancio odierno, occorre partire dalle esageratissime aspettative suscitate dal giovanilismo del primo Renzi e poi dall' inganno e dalla bancarotta della rottamazione.

pertini

 

Quando Pertini venne eletto, per certi versi a sorpresa e con difficoltà, la situazione era di grande smarrimento e di profonda crisi: il terrorismo e il trauma del caso Moro, l' infuriare degli scandali al vertice delle istituzioni, a partire dal coinvolgimento, motivato o meno che fosse, del presidente Leone nella vicenda Lockheed, due referendum radicali (fermo di polizia e finanziamento pubblico dei partiti) bocciati non proprio per il rotto della cuffia, ma con una percentuale assai meno ampia del previsto. In estrema sintesi e con la necessaria approssimazione: il miracolo di Pertini, uomo politico con un passato eroico che portava in petto la sua gloria, ma personaggio pur sempre un po' eccentrico e specialmente fuori dal giro stretto della partitocrazia, fu di restituire autorità allo Stato e alla stessa nozione di politica. Di quanto insomma si avverte anche oggi il più drammatico vuoto.

 

Quindi ridateci Pertini, o forse meglio: ridateci un Pertini - in mancanza del quale ci si riduce ad acquistare il vano simulacro impresso su magliette e altri oggetti di consumo.

pertini

Come già nel caso di Scalfaro, di Ciampi, di Napolitano e adesso di Mattarella, lungi dal soddisfare le pulsioni collettive, il "potere del nonno" tende piuttosto a reprimerle, a contenerle o nel migliore dei casi le indirizza, con le dovute richieste di sacrificio, al di là degli appetiti egoistici e possibilmente dei rancori e della rabbia. Ma in questo, forse per istinto, generosità, cuore, calcolo o vocazione teatrale, la figura di Pertini ebbe una marcia in più, un Super-io al tempo stesso poetico e robotico, comunque di intensa spontaneità e altrettanto impatto mediatico che anticipò, insediandola come avamposto al massimo grado delle istituzioni, la lunga stagione della politica-spettacolo.

 

pertini

Ai suoi tempi non si disse - magari sarebbe suonato irrispettoso - che era un presidente ormai decisamente "pop". Ma al dunque il suo personaggio, oltre a essere l' unico a essere temuto da Craxi e non essere fischiato ai funerali delle stragi, veniva acclamato con egual trasporto dalle scolaresche e dagli accademici, dai tg Rai e dai satiri del Male (che ricevuti sul Colle si erano preparati una canna da accendere in loco, ma lui li gelò: «Pesanti o leggere, io non faccio distinzioni: darei la pena di morte per tutte le droghe»).

 

WOJTYLA PERTINI

Pertini seguiva la nazionale ai Mondiali, esultava per i gol, rientrava giocando a scopone con i calciatori, era elegantissimo, ma si metteva strani stivaletti, faceva il galante con la regina di Spagna, sbagliava nazione nei messaggi tv, a Capodanno poteva dire qualunque cosa e tutti lì col fiato sospeso, a tutti i costi andava sul posto, dall' Irpinia terremotata a Vermicino, e per quanto ingombrante e scomodo, o forse proprio per questo, lo si ritrova in Sotto la pioggia di Venditti: «Il presidente con gli occhiali un po' appannati/ fuma la pipa»; o come un' allegoria nazionale in carne ed ossa nel celeberrimo Italiano di Cutugno: «Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente/ un partigiano come presidente».

madre teresa con sandro pertini

 

Nel recente docufilm per Sky, Pertini il combattente, Giancarlo De Cataldo e Graziano Diana colgono bene e meglio ancora trasmettono a un pubblico di giovani d' oggi questo scarto di novità per cui l' intransigenza si combinava con i colori della fantasia, il coraggio non aveva età e il potere, in definitiva, cessava di essere irraggiungibile per sentirsi legittimo, anzi rompeva le righe, le regole, i codici e i protocolli per farsi prossimo alla vita prima ancora che al popolo, entità quantomai enigmatica, come si sarà compreso, se non ambigua.

pertini e nando orfei

 

Poi, abbastanza rapidamente, anche il pertinismo, allestito ed eseguito da altri, si fece maniera, convenienza, e si trasformò in messinscena. Ma intanto, fra Amazon ed ebay, ecco che Pertini è ritornato a esercitare quel genere di dominio che i morti esercitano sui vivi; e se non è ancora e non è più nostalgia, sembra un sentimento che per vie traverse le assomiglia parecchio.

filippo ceccarelli

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