ITALIA, VACCINI AD MINCHIAM - UN ULTRA 80ENNE SU TRE ASPETTA ANCORA LA PRIMA DOSE E CI SONO DIFFERENZE ABISSALI DA UNA REGIONE ALL'ALTRA CHE INCIDONO SULLE RIAPERTURE DI BAR, RISTORANTI, CINEMA E TEATRI - TRA IL 15 E IL 22 APRILE SONO ATTESE OLTRE 4,2 MILIONI DI DOSI, GRAZIE ALL'ANTICIPO DI PFIZER: FIGLIUOLO PUNTA ALLE 315 MILA SOMMINISTRAZIONI AL GIORNO, ANCHE SE LA SPAGNA HA GIÀ TOCCATO QUOTA 453 MILA, LA FRANCIA 510 MILA, GERMANIA 710 MILA...
Paolo Russo per "La Stampa"
Sui vaccini il generale Figliuolo prova ad accelerare portando a casa, grazie all'anticipo di una settimana delle fiale di Pfizer, oltre 4,2 milioni di dosi tra il 15 e il 22 aprile.
Ma nonostante ordinanze e appelli le Regioni procedono lentamente a immunizzare i più a rischio, ossia gli anziani da settant'anni in su. Con differenze abissali da una regione all'altra che potranno incidere sulle riaperture di bar, ristoranti, cinema e teatri.
Perché su input del governo il Cts sta studiando un nuovo mix di parametri che dovrebbe consentire, quando sarà, l'accesso alle ripristinate zone gialle per chi non solo sta meglio con incidenza e Rt, ma anche con la vaccinazione degli over 70.
Che per ora arranca. L'ultimo report della struttura commissariale in una settimana segna un più 11,5% di prime dosi tra gli ultraottantenni, che arrivano così al 68,2%. Letta al contrario significa che ancora oggi un grande vecchio su tre deve ancora fare la prima puntura. La quota di chi ha fatto il richiamo è invece salita dal 30,2 al 38,8%.
vaccinazioni all'hotspot dell'allianz stadium di torino 2
Sempre pochi i settantenni immunizzati. Quelli che hanno ricevuto almeno la prima dose sono ora il 19,9%, l'8,8% in più di una settimana fa, mentre il richiamo è ancora un privilegio per pochi giacché solo il 2,5% ha tagliato il traguardo finale, contro l'1,9% della scorsa settimana.
Il problema è che le Regioni hanno quasi tutte aperto le prenotazioni dei sessantenni, prima che l'ordinanza di venerdì scorso del commissario dettasse l'ordine di priorità che li colloca dietro a chi è più in là con gli anni.
E poi tra personale sanitario, forze dell'ordine, ospiti e operatori delle Rsa circa un quarto deve comunque fare i richiami. Per non parlare del personale scolastico, dove l'uso pressoché esclusivo di AstraZeneca ha fatto sì che a fronte del 72,1% di vaccinati con la prima dose solo l'1% scarso abbia già fatto anche il richiamo, che dovrà essere somministrato con lo stesso siero di Oxford.
C'è invece il solito sottobosco di categorie e furbetti vari dietro il permanere di macroscopiche differenze da una regione all'altra. Tra gli over 80 chi ha vaccinato di più con oltre l'86% di prime dosi è la provincia autonoma di Trento. Ma Basilicata e Marche hanno comunque superato l'asticella di otto immunizzati su dieci.
Allora ci si chiede come mai a parità di dosi consegnate in rapporto alla popolazione Calabria e Sicilia non siano riuscite ad andare rispettivamente oltre il 48,9 e il 45,4% pur avendo una popolazione molto meno anziana di quella trentina. Per non parlare dei richiami, dove dal 62,3% della popolazione immunizzata a Bolzano si passa al 30,9 della Sicilia e addirittura al 27% della Toscana.
centro vaccinazione coronavirus roma termini
Stesso discorso per i settantenni, dove dal 37% di vaccinati con la prima dose in Veneto si precipita al 2,6% della Basilicata.
Nonostante questo il governatore campano De Luca annuncia che dopo fragili e ultraottantenni non procederà per fasce di età, «ma lavoreremo anche sui settori economici». Affermazioni che hanno fatto estrarre il cartellino rosso al generale Figliuolo. «La campagna deve proseguire in modo uniforme a livello nazionale», ha messo in chiaro.
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Ora però la possibilità di correre c'è, perché in sette giorni sbarcheranno in Italia oltre 4,2 milioni di dosi, a maggioranza Pfizer (un milione e mezzo la prima consegna) e solo in minima parte di AstraZeneca (mezzo milione), mentre Johnson & Johnson farà il suo esordio prima con 184 mila e poi con 400 mila dosi.
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Con questi numeri, assicura il Commissario, «sarà possibile raggiungere il target della campagna nazionale, che per quella settimana è di 315 mila somministrazioni al giorno». Che fanno però 2 milioni e 210 mila dosi, come riportato nella tabella diffusa dalla stessa struttura commissariale.
«I restanti due milioni verranno somministrati in seguito perché le consegne avverranno mano a mano, impedendo di somministrare le dosi tutte insieme», spiegano gli uomini del generale. Resta il fatto che i due milioni andranno a sommarsi agli altri due e mezzo che già riposano in frigo.
E che mentre noi ci prefiggiamo di vaccinare 315 mila persone al giorno, con le stesse fiale a disposizione rispetto alla popolazione la Spagna ha già toccato quota 453 mila, la Francia 510 mila e la più popolosa Germania è però oltre le 710 mila somministrazioni quotidiane. Segno che qualche ingranaggio va ancora oliato.