ASOCIAL NETWORK - I COMPAGNI DI SCUOLA DEL RAGAZZINO SUICIDA AVEVANO CREATO UNA PAGINA FACEBOOK DOVE PUBBLICAVANO LE SUE FOTO E PRENDEVANO PER IL CULO LE POSE PIÙ “STRAVAGANTI” E IL SUO ABBIGLIAMENTO “DIVERSO” - OGNI TANTO ANCHE LUI COMMENTAVA, CERCANDO DI DIMOSTRARSI AUTOIRONICO - IERI SERA FIACCOLATA A GAY STREET, MA NON SI È PRESENTATO NESSUNO DEL SUO LICEO…
Cecilia Gentile e Sara Grattoggi per "la Repubblica"
«Andrea era un ragazzo originale. Senz'altro, in cerca della sua identità non solo sessuale, come accade a tutti gli adolescenti. Estroverso, eccentrico, particolare: di certo non passava inosservato». Sono pochi i compagni di scuola dell'adolescente suicida che accettano di parlare di lui. Mercoledì la sua classe lo ha ricordato con un discorso e un minuto di silenzio, «oltre ad ascoltare una delle sue canzoni preferite, "Someone like you" di Adele».
Lo dipingono allegro, estroverso, spiritoso Andrea. Un ragazzo diverso da tanti, con una personalità «originale, che non lo faceva passare per uno qualsiasi ». «Era forte», di quella forza che serve da adolescenti per essere anticonformisti, per non omologarsi a tutti i costi, per rivendicare la propria unicità . Una forza che all'ultimo, però, deve essergli mancata. Come manca lui, ora, ai genitori. «Mi manca tutto di te. Anche il rumore dei tuoi passi quando giravi per casa nella notte», ha scritto la madre su Facebook, dopo il suicidio del suo ragazzo quindicenne, il primogenito.
à una storia dai contorni confusi: difficile capire cosa ha portato Andrea a togliersi la vita, forse vittima di troppi scherzi, di troppe battute e prese in giro a scuola e su Facebook, su quella pagina che era stata creata storpiando il suo nome e dove spesso veniva ridicolizzato per il suo gusto nel vestire o per le sue inclinazioni. Ma anche qui, le eventuali responsabilità nella gestione di quel profilo (chiuso da ieri pomeriggio), sono confuse:
«Lui stesso ci scriveva e partecipava alla gestione, era molto autoironico», raccontano alcuni compagni di scuola, mentre altri si sono precipitati su quella stessa pagina, dopo la morte, per scrivere "Vergogna!".
Forse, però, quella leggerezza con cui si lasciava scivolare addosso le battute, era solo una maschera. Forse quelle parole rimbombavano, poi, dentro di lui e lo turbavano. Come sostiene il nonno, che nel ricordarlo parla con la voce spezzata. A tratti piange. «Mio nipote è stato calunniato e lui era troppo sensibile per resistere». Non ha dubbi, il nonno. Si tratta del «solito bullismo».
«A me aveva raccontato che gli piaceva una ragazzina, anche se purtroppo non era corrisposto» aggiunge l'uomo, dipingendo un ritratto diverso da quello tracciato dai compagni di scuola. «Ora siamo troppo sconvolti - conclude il nonno - ma fra qualche giorno faremo quello che si deve fare. Racconteremo a tutti chi era veramente mio nipote, una persona bellissima».
Intanto, ieri sera dalla Gay Street di Roma e poi lungo via dei Fori Imperiali si è svolta una fiaccolata in ricordo di Andrea, promossa dalle associazioni Lgbt e da alcuni studenti medi e universitari. Nessuno, però, del Cavour, il liceo alla spalle del Colosseo che il ragazzo frequentava s'è presentato all'appuntamento. I manifestanti hanno indossato sciarpe e fiocchi rosa, il colore preferito da Andrea, che portava spesso pantaloni e smalto rosa. E, al termine della marcia, hanno lasciato dei lumini davanti al suo istituto.
Lì, Andrea si era presentato per l'ultima volta lunedì. «Tutta la comunità scolastica ricorda con affetto, amicizia e stima il proprio alunno e compagno scomparso e partecipa commossa al dolore della famiglia», scrive in una lettera la preside Tecla Sannino, denunciando «alcune inaccettabili ricostruzioni dei fatti».
(ha collaborato Viola Giannoli)
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