von der leyen mogherini

COSA ASPETTARSI DALLA COMMISSIONE VON DER LEYEN? - LA TEDESCA SI RENDE CONTO CHE HA BISOGNO DI ALLARGARE IL CONSENSO E CHE L'UE DEVE PRIMA RISOLVERE LE SUE ROGNE, DAI MIGRANTI AL POST-BREXIT, PRIMA DI FARE PASSI IN AVANTI NELL'INTEGRAZIONE - CHI CERCAVA NELLA NUOVA PRESIDENTE NUOVI SLANCI EUROPEISTI SARÀ DELUSO PERCHE’…

Stefano Stefanini per “la Stampa”

 

URSULA VON DER LEYEN E FEDERICA MOGHERINI

Ancora una volta l' Europa si salva in angolo. Dopo il voto di ieri sera, nell' emiciclo di Strasburgo più che celebrare si respirava lo scampato pericolo. Certo, l'Ue festeggia la prima donna alla Presidenza della Commissione. Una conquista da non sottovalutare con l' aria che tira altrove. Ursula Von der Leyen ha di che rallegrarsi: ha vinto alla Novak Djokovic, appena 9 voti sopra i 374 della soglia indispensabile. Ma non era facile, e lei lo sapeva; la sua tenacia è stata premiata. I grandi elettori, Emmanuel Macron e Angela Merkel, tirano un sospiro di sollievo. Non c' era un piano B se l' ex-Ministro della Difesa non fosse passata. La risicata maggioranza con cui è stata eletta la nuova Presidente è inversamente proporzionale alle difficoltà che l' attendono.

 

LE INSIDIE

Il problema non è soltanto il nuovo Parlamento europeo in cui le divisioni anche, e soprattutto fra le forze europeiste, tagliano l' erba sotto i piedi all' emergere di una coalizione affidabile che argini solidamente la marea sovranista.

ursula von der leyen

 

Che in realtà ha già tracimato: il voto di ieri era segreto ma i Cinque Stelle italiani (14) avevano segnalato disponibilità a sostenere Von der Leyen (Vdr). La candidata di Berlino e Parigi non sarebbe stata eletta, senza i voti di un gruppo che, a torto o ragione, viene normalmente incluso nella galassia euro-scettica (del resto siede insieme alla legione Brexit di Nigel Farage).

 

Il problema è a monte. Le strane alchimie politiche che ci riserva questo Parlamento sono l' effetto. La causa sta nell' incapacità di far quadrato e di esprimere una linea comune da parte dei partiti e dei governi che si riconoscono europeiste. Sono in maggioranza. A maggio, alle urne, hanno avuto la meglio nel fermare la temuta ondata sovranista. Sventata la minaccia, sono però in affanno. Il progetto Europa è sotto attacco da più parti: dal populismo nazionalista dentro, da Donald Trump e da una costellazione di autocrati fuori, con la falla Brexit aperta. La risposta sta nel dimostrare la perdurante vitalità del progetto Europa e nel governarlo. Questa risposta stenta a venire.

juncker URSULA VON DER LEYEN

 

LE DIVISIONI

L'elezione del Presidente della Commissione era un' occasione di dar prova di compattezza. L'occasione è stata mancata. Il voto di ieri consegna a Ursula Von der Leyen un percorso molto più in salita di quello dei suoi predecessori. La nuova Presidente ha cinque anni a disposizione per non ritrovarsi sotto assedio al prossimo giro di boa delle istituzioni Ue. I mezzi a disposizione sono limitati. Ma non parte azzoppata. In politica, come nello sport, alla fine conta il risultato (Wimbledon docet). Ieri, Vdr ha vinto. Quello che conta adesso è cosa saprà fare di questo successo. Cosa aspettarsi dalla Commissione Vdr?

 

IL PROGRAMMA

Il discorso pre-voto al Parlamento è un' indicazione. Non tanto di priorità perchè Vdr ne ha elencate troppe: politica sociale; Europa "verde"; Patto su migrazioni e asilo; stato di diritto; tassazione delle multinazionali; rafforzamento della moneta unica; difesa europea; Africa; atlantismo; rapporti con Uk post-Brexit La lista, volta a recuperare voti (che, a conti fatti, era evidentemente necessario), dimostra che la nuova Presidente si rende conto che: primo, ha bisogno di allargare il consenso oltre la "comfort zone" del centro destra di appartenenza; secondo, che l' Ue deve prima venire a capo della molteplicità di sfide che ha sul tavolo, poi pensare a balzi in avanti nell' integrazione.

ursula von der leyen

 

LA VISIONE

Chi cercava nella nuova Presidente nuovi slanci europeisti sarà forse rimasto deluso. A Ursula Vdr mancano la visione e la retorica di Emmanuel Macron; in questo è sicuramente più vicina alla sua mentore Merkel. Ma in questa fase l'Ue ha più bisogno di buona gestione che di voli pindarici. Quelli potranno venire dopo. Prima occorre dimostrare che l'Unione funziona - per i cittadini (politica sociale), per le apprensioni (cambiamenti climatici e immigrazione) e per l' economia (moneta unica). Sono tutte sfide sui tavoli di Bruxelles da tempo: Vdr sembra rendersi conto vanno sbloccate con progressi tangibili, non con fughe in avanti come ha talvolta cercato di fare, in buona fede, il suo predecessore. Questo realismo può condurre la nuova Presidente verso una politica del minimo comun denominatore.

 

ursula von der leyen 4

Non è un dato necessariamente negativo se significa anche risolvere problemi (vedi immigrazione e Dublino) che vengono ripetutamente procrastinati. Il primo passo sarà la formazione della nuova Commissione in cui Vdr dovrà, di nuovo, superare lo scoglio del voto in Parlamento a settembre-ottobre.

 

Ursula Von der Leyen non è una "comunitarista" doc come il suo predecessore. Pur essendo nata a Bruxelles (il padre era alto funzionario della Commissione), è relativamente un' outsider con una forte esperienza atlantica sia come Ministro della Difesa che per aver vissuto a Stanford. Ma questa può essere una ventata d' aria nella bolla di Bruxelles. Darà anche un' impronta, almeno iniziale, più intergovernativa che non comunitaria. Il che può rendere più agevoli i rapporti con una Roma che declina l' Europa più fra capitali che con le istituzioni - a condizione che non sia un "intergovernativo" solo tedesco o franco-tedesco.

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...