AVVISATE LETTA E CONTE CHE A ROMA L’ASSE PD-M5S E’ GIA’ IN FRANTUMI - ZINGARETTI ATTACCA LA RAGGI: “LA RICANDIDATURA DELLA SINDACA SAREBBE UNA MINACCIA MA IO NON MI CANDIDO”. (SICURO?) - LA DURISSIMA REPLICA DI VIRGY - CON QUESTO CLIMA RISCHIA DI DIVENTARE IMPOSSIBILE NON SOLO UNA CANDIDATURA COMUNE PER IL CAMPIDOGLIO MA ANCHE UN EVENTUALE APPARENTAMENTO DEI DUE PARTITI AL BALLOTTAGGIO...
Maria Teresa Meli per il "Corriere della Sera"
È durato un' ora abbondante il colloquio (l' unico di tutti quelli avuti finora che il segretario del Pd ha voluto pubblicizzare) tra Enrico Letta e Giuseppe Conte, ieri, nella sede della fondazione Arel.
Si è parlato dell' universo mondo: pandemia, vaccini, sostegno al governo Draghi, Europa, crisi. Ma la mente dei due ex premier era rivolta soprattutto alle Amministrative.
Saranno un banco di prova importante per entrambi: per il neo eletto leader dem che sarà alla sua prima sfida elettorale e per il non ancora nominato capo dei 5 Stelle.
«È quello - ha sottolineato Letta nel corso dell' incontro - il vero test per la costruzione di una coalizione in vista delle Politiche. Dobbiamo aprire - ha detto ancora il segretario del Pd - un cantiere prioritario. E consolidare e rendere sistematici i nostri rapporti».
Questi incontri, quindi, da ora in poi avranno una cadenza fissa. Del resto, Letta e Conte si stanno simpatici, si stimano e, per dirla con il leader dem, condividono «una nuova affascinante avventura».
Insomma, la costruzione del nuovo centrosinistra passa ancora una volta per l' asse tra dem e 5 Stelle. Anche se i rapporti di forza si sono rovesciati a favore del Pd. All' uscita è Conte a essere più prodigo di parole con i giornalisti, ma dentro è Letta a dettare la linea. «Il Pd sarà il nostro interlocutore privilegiato», spiega il non ancora leader grillino, che spera nell' aiuto di Letta per far entrare i 5 Stelle nel Pse.
Ma, al di là delle dichiarazioni in favore di telecamere e del feeling tra i due, i problemi restano tutti. Le Amministrative sono un passaggio ineludibile e difficile. Lo sa anche Conte, che dice: «Stiamo lavorando per creare la giusta sinergia perché chi va da solo rischia di essere meno efficace». Già, ma a Roma della «sinergia» evocata dall' ex premier non c' è traccia. Grillini e dem sono allo scontro.
Nicola Zingaretti, l' altro ieri sera, a Di Martedì , in onda su La7, ha attaccato la sindaca Cinque Stelle: «La ricandidatura di Raggi sarebbe una minaccia». Il giorno dopo ecco arrivare la durissima replica della sindaca: «Le parole sono come pietre. Non è lecito provare ad emarginare chi è realmente minacciata dalla criminalità». E sono molti gli esponenti di spicco dei 5 Stelle che si schierano a sostegno di Raggi. Con una nota i parlamentari italiani ed europei del Movimento chiedono a Zingaretti di scusarsi. Il Pd capitolino risponde studiando il modo di presentare una mozione di sfiducia alla sindaca.
Con questo clima rischia di diventare impossibile non solo una candidatura comune ma anche un eventuale apparentamento dei due partiti al ballottaggio.
Così a Roma. E nelle altre città non è che vada meglio. A Torino la ricerca di un candidato comune si è arenata. A Napoli c' è la volontà di appoggiare insieme Roberto Fico, ma manca ancora un via libera importante, quello del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. E, a livello nazionale, non c' è accordo nemmeno sulla riforma elettorale maggioritaria caldeggiata da Letta. Infatti i due, nell' incontro, preferiscono non affrontare l' argomento.
Dunque la strada, nonostante l' impegno e la buona volontà dei due ex premier, è ancora in salita. Non quella del Pd per Letta, però, che ha chiesto e ottenuto due presidenti dei gruppi donne. Ieri Andrea Marcucci, che sembrava voler dar battaglia, ha annunciato il suo passo indietro.
La guida del gruppo del Senato verrà oggi affidata a Simona Malpezzi, di Base riformista. Alla Camera la favorita sembra essere Debora Serracchiani.
E ieri Letta, che aveva già incontrato Fico, ha visto la presidente del Senato, Elisabetta Casellati. Unico incontro non pervenuto quello con Matteo Renzi. «Non è in programma», taglia corto il leader di Iv.