massimo dalema dario stefano

"BAFFINI" IN FUGA – ORMAI IL POVERO D’ALEMA VIENE ABBANDONATO ANCHE DAI SUOI EX FEDELISSIMI: IL DEPUTATO DARIO STEFÀNO SI È INCAZZATO CON “LA VERITÀ”, CHE LO HA CITATO COME IL “POLITICO A LUI PIU VICINO NEL PD” – IL PARLAMENTARE, IN UN ITALIANO RIVEDIBILE, CORRE A SMENTIRE – PRIMA IL COLOMBIA-GATE E ORA L’INCHIESTA SULLE MAZZETTE IN PUGLIA: LA STELLA DEL FU “LIDER MAXIMO” ORMAI È APPANNATA…

Giacomo Amadori per “La Verità”

 

 

DARIO STEFANO

L'arresto di Roberto De Santis, fedelissimo di Massimo D'Alema, per fatti risalenti al 2018, a pochi giorni dalle elezioni politiche dice molto dello stato di salute del dalemismo in Italia. Una declinazione del potere che sino al secondo governo Conte non era mai uscita dall'abecedario della politica.

 

Dalla merchant bank di Palazzo Chigi sino alla gestione emergenziale della pandemia. Per anni gli è stata attribuita una battuta che esprime meglio di un saggio la sua Weltanschauung: «Capotavola è dove mi siedo io». A Baffino per oltre 30 anni sono stati riconosciuti, soprattutto dai suoi presunti nemici, sagacia e velocità di pensiero. E lui su questa nomea ha costruito la sua rendita politica.

 

Sino al compimento del settantatreesimo genetliaco quando, dopo la grottesca vicenda della vendita delle armi alla Colombia, si è capito quale sottobosco di scappati di casa ruotasse intorno al Nuovo Migliore. Ma adesso a certificare il crepuscolo del dalemismo non sono tanto i domiciliari a De Santis, bensì la rettifica in un italiano rivedibile del deputato Dario Stefàno che abbiamo definito (senza pensare di offenderne l'onore) «il politico a lui (D'Alema, ndr) considerato più vicino nel Pd».

 

MASSIMO DALEMA

Invece il parlamentare si è adontato e ha vergato la scomunica che segue: «È un'affermazione priva di qualsiasi verità oggettiva e aderenza alla realtà politica che anima il Salento e la Puglia». Già questa sembra un'inequivocabile presa di distanza, ma a Stefàno non basta: «Nel mio cursus politico di quasi 18 anni non ho mai partecipato o ricevuto alcun endorsement da parte dell'ex premier D'Alema. Tanto più, sono stato espressione di una sua vicinanza nel mio impegno politico».

 

La scelta della locuzione «tanto più» non ci permette di comprendere se Stefàno voglia farci sapere di non aver mai ricevuto sostegno da D'Alema o, al contrario, di averlo ricevuto. Comunque ci pare chiaro che ritenga un'offesa essere considerato un discepolo dell'ex premier.

LUCIANO CARIDDI

 

E questo la dice lunga sull'appannamento della stella dell'ex ministro degli Esteri.

Ma ritorniamo a occuparci dell'inchiesta che ha portato ai domiciliari oltre a De Santis anche i fratelli Cariddi, Pierpaolo e Luciano, sindaco ed ex sindaco di Otranto.

Neppure il ritrovamento di una microspia nell'ufficio del primo cittadino mise un freno alla presunta cricca dei villaggi vip e dei parcheggi per auto sulla costa.

 

«Spregiudicatezza e pervicacia a delinquere», secondo gli inquirenti, emergerebbero proprio dal fatto che il ritrovamento della strumentazione per le captazioni ambientali «non ha costituito una remora per gli indagati».

 

 

Mentre ha fatto scattare subito la caccia allo spione. Come si evince da questa intercettazione. Il sindaco Pierpaolo Cariddi telefona a un luogotenente dei carabinieri.

Il tono è confidenziale. Il primo cittadino cerca di capire quale sia il cavo da staccare per spegnere i microfoni della Procura. Il carabiniere consiglia: «Prova quello verde». Cariddi domanda: «Provo di qua?».

Alla fine i due pensano di aver risolto il problema microspia, ma la captazione continua. E il primo cittadino viene registrato mentre fa sapere di sospettare di «qualcuno dell'opposizione». Nel frattempo Roberto De Santis brigava per ottenere la concessione per il Twiga, il villaggio vip che doveva nascere sul mare e che inizialmente aveva attirato perfino Flavio Briatore (che si è sfilato dall'affare prima del terremoto giudiziario che ha portato al sequestro dell'area sulla quale doveva nascere il progetto, poi naufragato).

 

PIERPAOLO CARIDDI

Stando agli atti dell'inchiesta, De Santis indicava al Comune «gli step» da seguire per ottenere la revoca del divieto di balneazione ordinato dalla Capitaneria di porto, considerato lo scoglio da superare. E per questo stila una vera e propria tabella di marcia: «Noi dovremmo vedere se per metà luglio riusciamo a fare il consiglio comunale che fa l'interpretazione autentica [...] immediatamente dopo la società tramite i suoi legali che cosa fa?

 

Fa una richiesta al pubblico ministero dicendo: essendo intervenuti questi elementi di novità [...] ti chiedo il dissequestro». Il secondo passaggio era tutto a vantaggio di De Santis: «La destinazione di zona diventa turistico ricettiva?». Il sindaco conferma: «Doppia destinazione...».

 

PIERPAOLO CARIDDI 1

L'ultima carta da giocare è una diffida alla Capitaneria. A pensarla, insieme a un ingegnere, è De Santis. «Partorivano», scrivono gli investigatori, «l'idea di una lettera da far firmare, tuttavia, al vicesindaco, per evitare l'eccessiva esposizione del primo cittadino». Poi, annotano sempre i finanzieri, dopo aver «concordato» la soluzione «in Regione», De Santis detta «letteralmente», la missiva. Peccato che l'amico di Baffino non avesse considerato che proprio in Capitaneria qualcuno stesse per mandare un dossier in Procura. Facendo saltare il banco.

MASSIMO DALEMA E L INTERVISTA SULLA CINALUCIANO CARIDDI DARIO STEFANOMASSIMO DALEMA E L INTERVISTA SULLA CINAdario stefano (2)

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...