BANANA AMLETICO: SE NASCE UN GOVERNO RENZI, LO APPOGGIAMO O NO? TOTI E BRUNETTA PROPENDONO PER IL SÌ: MEGLIO AGGANCIARSI AL CARRO DEL VINCITORE, CHE COMBATTERE IL NUOVO CHE AVANZA

Ugo Magri per "la Stampa"

Due sere fa, a casa di Berlusconi, lungo articolato dibattito su come dovrebbe regolarsi il Cavaliere casomai Renzi volesse mettere in piedi un governo: appoggiarlo? entrarci? starne decisamente alla larga? Intorno al desco di Palazzo Grazioli si sono formati (come al solito) due schieramenti: i «governativi» da una parte; gli «oppositori» a tutti i costi dall'altra.

Nel mezzo, il padrone di casa. Il quale mai come nella circostanza è apparso combattuto e indeciso, perché lui stravede per Renzi, in certi momenti ne sembra addirittura infatuato. Però al tempo stesso l'«ego» senza confini di Berlusconi gli vieta di ammettere che gli anni passano e, insomma, sarebbe ora di togliere il disturbo. Anzi, paradossalmente, più l'astro del sindaco-segretario brilla alto nel cielo e più Silvio si sente in dovere di competere con lui.

Forse questa è la ragione per cui ieri sera l'uomo ha incaricato la Gelmini, ospite da Vespa, di smentire qualunque ritorno di Forza Italia alle larghe intese. E di escluderlo perfino nel caso in cui a guidare un nuovo governo fosse il suo beniamino Renzi, anziché Letta...

È una posizione, come tutte quelle berlusconiane, suscettibile di mille ripensamenti. Oggi si precipiteranno da lui quanti gli consigliano il massimo dell'apertura, e magari stasera qualche esponente «azzurro» andrà in tivù per ribaltare la linea del giorno prima. Domani si rifaranno sotto gli altri, e così via... In attesa che il pendolo si stabilizzi, ecco gli schieramenti.

A guidare il fronte dei possibilisti c'è Brunetta, insieme con l'altro capogruppo Romani. Toti, consigliere politico, è sulla stessa loro lunghezza d'onda; idem Tajani, numero due della Commissione Ue, presente mercoledì alla cena. Al Cav rivolgono una domanda: se davvero nascesse un governo Renzi, e questo governo incontrasse il favore dell'Italia, che senso avrebbe combatterlo?

E se per giunta Matteo arrivasse al 2018, è l'interrogativo, «come trascorreremmo i prossimi quattro anni all'opposizione? Abbaiando alla luna?». Ragion per cui alcune teste pensanti, come Minzolini, lanciavano su Twitter l'ipotesi di un appoggio esterno, motivato con la necessità di portare fino in fondo la nuova legge elettorale che accoppa i piccoli partiti.

Replicano Fitto (capo dei lealisti) e Gasparri: appoggiare Renzi con o senza ministri in cambio sarebbe l'ultimo dei nostri errori; un conto è farci le riforme istituzionali insieme, altra cosa spalleggiarlo fino al giorno in cui Berlusconi avrà compiuto 81 anni e sarà prossimo agli 82...
A proposito di Fitto: l'ex ministro ha rifiutato in serata un posticino che il Cavaliere gli aveva ritagliato negli organigrammi di Forza Italia.

Anziché procedere alla nomina dell'Ufficio di presidenza, come i «falchi» del partito reclamano da settimane, Berlusconi ha messo su una strana commissione incaricata di stipulare alleanze politiche a livello locale. In questo comitato, composto da Matteoli (presidente), da Saverio Romano, dal sindaco di Pavia Cattaneo nonché da Osvaldo Napoli, Fitto ha fatto sapere che lui non metterà piede perché altrimenti sembrerebbe che si lascia tacitare con un incarico, oltretutto da poco. Da segnalare viceversa l'ascesa di Mariarosaria Rossi, quarantenne senatrice napoletana amicissima della Pascale: sarà capo dello staff berlusconiano, sempre più in mano alle donne.

 

 

RENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA VIA COL VENTO RENZI E BERLUSCONI RENZI E BERLUSCONILA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI SCHIFANI E BRUNETTA ANTONIO TAJANI ANGELINO ALFANO DECADENZA BERLUSCONI IL BACIO DI PAOLO ROMANI ALLA BERNINI Minzolini intervistato raffaele fitto silvio berlusconi BERLUSCONI E PASCALE CON MARIAROSARIA ROSSI DA BA GHETTO

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