UN BANANA INDECISO ALTERNA MINACCE E RASSICURAZIONI AL GOVERNO, IL PD SEMPRE PIÙ KILL RENZI!
Fabio Martini per "La Stampa.it"
Il Berlusconi del giorno prima, di solito è corretto e smentito dal Berlusconi del giorno dopo. Anche ieri gli addetti ai lavori si aspettavano una correzione rispetto al netto ultimatum di venerdì sera («Se il Pd vota per la mia decadenza, cade il governo») e invece il Cavaliere si è prodotto in un «numero» inedito: alle 11,38 ha smentito quel che aveva detto il giorno prima, ma alle 11,45 ha ribadito il concetto appena cancellato: «à una cosa che rientra addirittura nell'assurdità che una forza democratica come il Pd pretenda che una forza alleata come la nostra possa restare a collaborare al tavolo del governo, se gli si sottrae il fondatore e il leader».
Concetto che, essendo stato ribadito per due giorni di seguito, resta quello prevalente: Berlusconi tiene il punto, resta convinto che senza un segno di pace da parte del Pd, il governo rischia l'infarto fatale.
Per il Pd gli ha risposto il segretario Guglielmo Epifani: «Berlusconi un giorno dice una cosa e un giorno un'altra: tanto arriverà il tempo in cui dovrà decidere cosa vuol fare. E quanto a noi escludo ci possano essere traditori: ci sarà un voto compatto». Il presidente del Consiglio Letta, nella sua Pisa per due giorni di riposo, ieri ha preferito restare in silenzio.
Oltre alle mosse di Berlusconi, Enrico Letta segue a distanza anche il tour di Matteo Renzi nelle feste del Pd: i comizi del sindaco nelle regioni rosse stanno diventando eventi di massa, con affluenze superiori a quelle fatte registrare da beniamini locali come Pier Luigi Bersani, un tour che sta diventando un fatto politico più di tanti posizionamenti politici.
Ma il protagonista di questi giorni resta Silvio Berlusconi, ieri al centro della curiosa sequenza che si è consumata dalle 11,30 in poi in largo Argentina: il leader del Pdl è sceso dalla sua auto, accompagnato da Marco Pannella, e si è indirizzato verso i banchetti del Partito radicale, per sottoscrivere i 12 referendum promossi dai radicali, i più significativi dei quali sono dedicati al tema giustizia.
Appena è stato circondato dai microfoni Berlusconi ha detto: «I giornali hanno messo come mio ultimatum il fatto che cadrebbe il governo se fosse votata la mia decadenza. Non ho pronunciato questa frase: ho ricordato che questo governo l'ho voluto io fortemente e sono convinto che all'Italia serva un governo che continui a governare».
E per rafforzare il concetto, ha aggiunto: «Addirittura non sono neanche d'accordo con le critiche al governo: in situazioni difficili ha fatto cose egregie e dunque spero che possa continuare a lavorare». Finita la precisazione, è tornato su quel che sembra stargli più a cuore: «Le condanne sono politiche, affinché la sinistra possa prendere definitivamente il potere».
Dunque, Berlusconi continua a mandare lo stesso messaggio: senza un segnale, lui è pronto a far cadere il governo. Ma, grazie ad una serie di sondaggi molto mirati, sa che i suoi elettori per metà non gradirebbero una crisi di governo, ma sarebbero pronti a condividerla se fosse ben motivata dal Cavaliere.
Silvio Berlusconi e Marco PannellaBERLUSCONI-PANNELLA BY GIANNELLIletta renzi b VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO LETTA RENZI