UN BANANA ALLA SBARRA - LA PRIMA VOLTA DEL CAVALIER PATONZA IN TRIBUNALE DA SEMPLICE DEPUTATO IMPUTATO E FA SUBITO LA RASSEGNA DELLE SUE “PERSECUZIONI GIUDIZIARIE” - OLGETTINE: “SONO VITTIME DEI PM DI MILANO, DIRAMANDO IL NOME DELLE RAGAZZE LE HANNO DISONORATE E ROVINATO LA REPUTAZIONE” (MA NON ERANO ‘’CENE ELEGANTI’’?) - MILLS: “VOLEVA SOLO EVADERE LE TASSE, ‘MR B.’ NON ERO IO MA BERNASCONI”. TANTO VA TUTTO IN PRESCRIZIONE…
Paolo Colonnello per "la Stampa"
Arrivato, secondo lui, «alla duemilacinquecentottantasettesima udienza», Silvio Berlusconi ricompare a sorpresa a palazzo di Giustizia e per la prima volta senza più rivestire i panni di Presidente del Consiglio ma di semplice imputato. E si vede: non ci sono i soliti fan, manca perfino la Santanchè, non si vede la Maiolo e arriva dopo un po' trafelato solo Mario Mantovani, il coordinatore lombardo del Pdl.
Così, solo soletto, circondato dalla scorta, il Cavaliere prima si prende un caffè in un bar vicino al tribunale «perchè avevo mal di stomaco», poi si siede compunto, tra brevi sonnellini e qualche gesto di stizza, nell'aula della prima sezione penale per sorbirsi insieme ai suoi avvocati un'udienza un po' surreale del processo Mediaset.
Oltre tre ore in video conferenza con un testimone di Los Angeles, tale Mark Kaner, ex presidente della distribuzione internazionale della Century Fox tv che, faticosamente tradotto, racconta di strani sovrapprezzi applicati dalle società off shore del Biscione sui diritti televisivi e di "shell games" sul fisco, il gioco delle tre tavolette.
Il Cavaliere, scuote la testa: «Meno male che non ho più affari di Stato, perchè sarebbe stato un tormento stare qui tutto questo tempo. à il solito processo mediatico». Di più: «Un processo fondato sul nulla». Il perché? Semplice: «Avendo io dato garanzie che i fatti su cui si fonda l'accusa non corrispondono assolutamente alla realtà ». Ecco.
Partito un po' sottotono, il Cavaliere mano a mano che fioccano le domande ritorna ad essere il Berlusconi di sempre, e parte all'attacco sul suo tema preferito: la persecuzione giudiziaria. Un disco un po' vecchio a dire il vero ma sempre di grande effetto, a partire dai numeri sulle udienze che stando al Cavaliere coprirebbero un arco di 7 anni di processi ininterrotti per 365 giorni all'anno, festivi e domeniche comprese. Forse un po' troppo ma è sottinteso: una grandissima perdita di tempo. Eppure Berlusconi ha un piano di battaglia che sciorina fuori dall'aula affrontando dopo tanto tempo i cronisti: «Al processo Mediaset? Nessuno me l'ha chiesto, ma mi farei sentire volentieri, con gioia».
Perchè sia chiaro: «Io mai mi sono interessato di acquisti dei diritti tivù». Quando? «Quando me lo diranno gli avvocati». Invece si dilunga sul processo Mills che, «come tutti sapete è un processo paradossale». E che, come è altrettanto noto, rischia di andare in prescrizione prima di una sentenza di primo grado. Secondo il Cavaliere anzi, si sarebbe già dovuto prescrivere, «senonché un certo pm se ne è venuto fuori con la folgorante idea che il reato di corruzione si consuma non quando uno riceve i soldi ma quando inizia a spenderli».
E comunque: «à chiaro che quei soldi Mills li ha ricevuti per una prestazione professionale e poi non ci voleva pagare le tasse così si è inventato quella storia con i suoi comercialisti». Scusi, ma perchè attribuire proprio a lei, a "Mister B", quei soldi? «Mills parlava di Bernasconi non di me. Per forza, Bernasconi è morto e così non poteva smentirlo. Comodo dar la colpa a un morto per non pagare le tasse». Inimitabile: pm "folgoranti" e coimputati "diabolici".
Il Cavaliere promette scintille: si farà interrogare? Macché, però «farò delle dichiarazioni» che si capisce, saranno spontanee. Infine si arriva al tema che forse sta più a cuore a Berlusconi: le ragazze di Arcore, che giusto l'altro ieri sono state considerate dal tribunale tutte "parti lese".
«à la più grande schiocchezza. à molto peggio, sono vittime della procura di Milano e del giudice che ha dato il via al processo». «L'unico torto» da parte delle ragazze «è di aver accettato un invito a casa del premier» dove, va da sè, si svolgevano solo "cene eleganti" «I danni - aggiunge Berlusconi molto risentito - li hanno fatti i pm diramando il nome delle ragazze disonorandole e rovinando la loro reputazione su fatti che non hanno nessun contenuto illecito. I pm hanno una grave responsabilità , hanno una grave colpa sulla coscienza».
E qui non si scherza, ci sono di mezzo gli affetti, amicizie di antica data: «Emilio Fede non mi ha mai portato nessun ospite ad Arcore e poi sia chiaro che Lele Mora e Nicole Minetti sono soggetti che non hanno nessun fondo per poter corrispondere eventuali compensi alle parti civili».
Berlusconi in tribunaleBerlusconi arriva in Tribunale per il processo MillsDavid Millsragazze di via olgettina fede-mora-nicole minetti