IL BANANA SFONDA LA FRONDA - TORNATO DAL WEEKEND DI FESTE A CASA PUTIN (“IO MI OCCUPO DI COSE SERIE, LAVORO SUL DECRETO SVILUPPO”), IL PATONZA AFFIDA IL PORTAFOGLIO A VERDINI PER LA CAMPAGNA RIACQUISTI DEI PARLAMENTARI SCAJOLOSI - DOMANI SCIABOLETTA INCONTRERÀ GLI ALTRI COSPIRATORI, PISANU E ALE-DANNO, PER CONTARSI E CERCARE DI RESISTERE ALLE OFFERTE - A SCAJOLA, CACCIATO PER LA CASA AL COLOSSEO, SAREBBE STATO RI-PROPOSTO LO SVILUPPO ECONOMICO (SÌ, DEL PIANO CASE)…

Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Si è convinto che «una regia esterna stia provando a mettere insieme i pezzi, ad approfittare dei malumori interni per farmi fuori». E si dice altrettanto certo che «falliranno anche stavolta». È appena rientrato ad Arcore dal piacevole weekend in dacia tra San Pietroburgo e Mosca. «Ritemprato, tonico e motivato» come racconta un uomo di governo che lo ha sentito. E il Cavaliere offre già nel pomeriggio ad alcuni dei suoi al telefono la sua lettura di quanto sta maturando negli ultimi giorni a Roma.

«Io mi occupo di cose serie, sono già al lavoro sul decreto sviluppo» lascia trapelare ostentando sicurezza. I malpancisti «non hanno dove andare», insomma, lo sfiducino se ne sono capaci. Confida nel fatto che il fortino delle Camere reggerà come avvenuto il 14 dicembre, come sempre. Il fatto è che i «frondisti» (che detestano essere definiti tali) sono pronti ad andare fino in fondo, come mai in passato: «Non hanno capito che facciamo sul serio» raccontano in anonimato. La promessa di un faccia a faccia Alfano Scajola per metà settimana, forse mercoledì, non avrebbe sortito gli effetti sperati.

Anche perché l'ambasciata informale è già avvenuta, l'offerta si concretizzerebbe in «ruoli di peso» nel partito, negli organismi dirigenti locali che si stanno formando, addirittura un posto da ministro per lo stesso Scajola. Magari, azzarda un berlusconiano della cerchia ristretta, dopo uno spacchettamento del ministero dell'Economia e la concessione a Tremonti del governatore di Bankitalia Vittorio Grilli. Paolo Romani si sposterebbe e lascerebbe così vacante il posto da restituire all'ex ministro ligure due anni dopo.

Ma né Scajola né i suoi mangiano la foglia, per lo spacchettamento occorrerebbe modificare la legge Bassanini, ragionano, un decreto non basterebbe, non ci sono i tempi, ammesso che bastasse. Il gruppo dei dissenzienti tra Camera e Senato resta compatto e acquista peso. Deputati e senatori si vedranno martedì sera, e all'incontro, con i due big Pisanu e Scajola, dovrebbe partecipare anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno che con i suoi ha confermato ieri la propria disponibilità ad andare a «vedere le carte». È la conferma di quanto la partita si faccia complicata per Berlusconi.

Quanto sia diventato concreto il rischio di una crisi al buio. Il premier ha perciò deciso di rimettere in pista l'artiglieria pesante. In una riedizione della campagna acquisti in stile 14 dicembre. Il segretario Pdl è l'ambasciatore ufficiale con Scajola, ma le trattative, quelle «vere», il Cavaliere le ha delegate a Denis Verdini. Il coordinatore, destinato a indossare i panni del Mr. Wolf di Pulp Fiction («Risolvo problemi») è stato lanciato in una sorta di «caccia all'uomo». Nel mirino, uno per uno, gli scajoliani. Alcuni sarebbero stati già avvicinati. Altri lo saranno a Montecitorio.

L'obiettivo è fare terra bruciata attorno all'ex ministro: l'unico big dissidente che nel radar di via dell'Umiltà è considerato davvero «pericoloso» perché dotato di «truppe». Si va dalla proposta della ricandidatura, all'invito a desistere da documenti di rottura o sfiducia, se non si vorrà vedere compromessa appunto la rielezione. Loro non desistono, per ora: «Nuovo governo e nuovo programma». Anche se a Palazzo Chigi smorzano. «Si tratta solo di un dibattito interno, che non darà luogo ad alcuna frattura - sostiene il portavoce del presidente, Paolo Bonaiuti - L'unità del Pdl è sempre prevalsa e sarà così anche questa volta».

Qualcun altro, come il sottosegretario Daniela Santanchè, ricorda che «siamo alla vigilia dei congressi, posizionamenti e dibattiti sono fisiologici: Scajola e Formigoni non lasceranno. Di più: è imminente un ulteriore allargamento della maggioranza». Tatticismi e guerra di posizione. Molto interna al partito, in cui ieri non è passato inosservato l'ennesimo giuramento di fedeltà di Angelino Alfano («Berlusconi non si accantona»), dopo che il segretario era finito in un cono d'ombra per aver alluso in un intervento a Milano alla debolezza del premier. L'ex Guardasigilli resta dunque al suo fianco nel bunker, chiudendo le porte a Casini, a Formigoni e a chi nel Pdl chiede una svolta.

In questo clima, non proprio dei migliori per la maggioranza, si apre la settimana cruciale del ddl intercettazioni alla Camera. Ma il governo è atteso al varco soprattutto sul decreto sviluppo, rimasto finora una scatola vuota a dispetto della «scossa» invocata da Scajola. Anche oggi da Arcore il premier sentirà alcuni esperti di economia per lavorare alle misure, che difficilmente vedranno la luce entro metà ottobre come promesso, e sembra invece abbia deciso per adesso di congelare l'opzione condono.

Non solo per i veti di Tremonti, ma anche per quelli di Bossi. Meglio rinviarlo a un prossimo provvedimento. Anche se in via XX Settembre già tremano al calcolo delle ricadute che lo stop and go sul ventilato colpo di spugna potrà avere già sull'acconto Irpef dei lavoratori autonomi a novembre.

 

SCAJOLA Berlusconi e PutinGIUSEPPE PISANU GIANNI ALEMANNO VERDINI ANGELINO ALFANO DANIELA SANTANCHE

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?