recep tayyip erdogan

L'EUROPA NON PUÒ CONDANNARE ERDOGAN PERCHÉ CI FA AFFARI! – IL DITTATORE TURCO IN 17 ANNI DI POTERE HA COSTRUITO UNA PROFONDA INTEGRAZIONE MILITARE E ECONOMICA CON L’OCCIDENTE. È PER QUESTO CHE CI MINACCIA SAPENDO CHE NESSUNO GLI DIRÀ NIENTE – LE BANCHE EUROPEE SONO ESPOSTE PER 110 MILIARDI, POI CI SONO LE INDUSTRIE CHE HANNO DELOCALIZZATO IN TURCHIA E I MILIARDI CHE GLI ABBIAMO DATO PER TENERSI QUALCHE MIGRANTE: IN POCHE PAROLE, CI SIAMO FATTI FREGARE

IL RAPPORTO ECONOMICO E MILITARE TRA TURCHIA E UE

Giordano Stabile per “la Stampa”

 

Una delle prime decisioni di Recep Tayyip Erdogan, nel gennaio del 2005, è stata il varo della "lira forte". Via sei zeri dalla valuta massacrata dall' inflazione negli anni Settanta e Ottanta, che ormai circolava in banconote da svariati milioni, come il marco della Repubblica di Weimar.

 

erdogan lira turca

La "nuova lira" doveva mostrare le ambizioni di potenza della Turchia e debuttò con una quotazione quasi pari a quella del dollaro. Ieri ce ne volevano 8,38 per un biglietto verde. Il crollo del 30 per cento in meno di un anno è il termometro della crisi che il leader turco teme di più, quella economica.

 

ERDOGAN NELLA COPERTINA DI CHARLIE HEBDO

Molti analisti spiegano la sua aggressività all' estero, «una guerra al mese», con Grecia, Cipro, Francia, nel Caucaso, fino allo scontro totale con Emmanuel Macron sull' islam, con la necessità di far passare in secondo piano i guai interni. Eppure l' economia rimane ancora un suo punto di forza. E la profonda integrazione che è riuscito a realizzare con l' Unione europea nei 17 anni al potere spiegano anche la timidezza di Bruxelles nei suoi confronti.

 

Le esportazioni dell' Ue verso la Turchia sono state l' anno scorso pari a 68,2 miliardi di euro, le importazioni sono salite del 4 per cento a 69,8 miliardi. I settori più importanti sono quello tessile e dell' automobile. I principali gruppi europei hanno delocalizzato impianti in Turchia, compresa la francese Renault ora finita nel mirino dei boicottaggi anti-Parigi.

 

ERDOGAN MACRON

Ankara ha puntato anche sullo sviluppo dei fornitori per le imprese straniere, soprattutto tedesche. Le esportazioni di componenti per auto sono salite nei primi mesi di quest' anno a 5,5 miliardi di dollari, il 38% diretto in Germania. L' unione doganale entrata in vigore il 31 dicembre 1995 è stata sfruttata con pragmatismo da Erdogan, il primo a capire che la piena adesione all' Unione non sarebbe arrivata mai e bisognava cavalcare l' onda della globalizzazione. L' Ue è stata il volano per una crescita "cinese".

GIUSEPPE CONTE CON ERDOGAN

 

Quando è arrivato al potere nel 2003 la Turchia era un Paese in via di sviluppo. Nel 2017 la Banca mondiale l' ha collocata fra le nazioni sviluppate, con un reddito medio di 14 mila dollari. L' intreccio economico, rafforzato da una diaspora di 2,9 milioni di turchi in Germania e 500 mila in Francia, rende complicato imporre sanzioni.

 

recep tayyip erdogan

Tanto più che le banche europee hanno concesso prestiti a tutto spiano. L' esposizione complessiva è salita quest' anno a 110 miliardi di dollari, con la Spagna a quota 61, la Francia a 24, la Gran Bretagna a 21. L' Italia è meno esposta, 11 miliardi, soprattutto dopo che Unicredit si è disimpegnata dalla controllata Yapi Kredi. I crediti deteriorati, o Npl, secondo il "Wolf Street", sono saliti al 5,5 per cento. Tutti segnali dello sfarinamento del "miracolo economico" turco.

 

Erdogan Fayez al-Sarraj

La crisi finanziaria del 2008, l' avventurismo in Siria e in Libia, l' acquisto di armi russe che ha innescato sanzioni Usa, infine il coronavirus hanno inferto colpi. Ma anche la deriva personalistica degli ultimi anni. Erdogan ha tessuto relazioni con vari leader mondiali, a partire da Donald Trump. Affari e politica a volte si mischiano. Il New York Times ha indagato sulle pressioni nei confronti della Casa Bianca per bloccare le indagini sulla Halkbank, accusata di aver violato le sanzioni contro l' Iran.

 

Recep Tayyip Erdogan

Trump ha investimenti in Turchia, che gli hanno fruttato 2,6 milioni di utili fra il 2015 e il 2018. Ed è stato avvicinato anche dal genero di Erdogan, Berat Albayrak, ministro delle Finanze. Per il Nyt questo spiega in parte l' atteggiamento morbido della Casa Bianca, in particolare lo scorso ottobre, quando Ankara ha scatenato l' offensiva contro i curdi delle Ypg nel Nord-Est della Siria. Ora però il credito sta per finire.

ERDOGAN A SANTA SOFIAkyriakos mitsotakis recep tayyip erdogan 1recep tayyp erdogan

 

Ultimi Dagoreport

giorgia arianna meloni massimiliano romeo matteo salvini

RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA FACCIA HA RITIRATO DALLA CORSA PER LA SEGRETERIA DELLA LEGA IN LOMBARDIA IL SUO CANDIDATO LUCA TOCCALINI. E ORA IN LIZZA C’È SOLO MASSIMILIANO ROMEO, UNA VOLTA SUO FEDELISSIMO - UNA MOSSA SOSPINTA SOPRATTUTTO DALL’ASSOLUTO BISOGNO DI SALVINI DI AVERE PIÙ UNITI CHE MAI I CAPOCCIONI DELLA LEGA: PER IL 20 DICEMBRE È ATTESA LA SENTENZA PER IL PROCESSO OPEN ARMS - IL CAPITONE SPERA IN UNA SENTENZA DI CONDANNA: DIVENTARE "MARTIRE DELLA GIUSTIZIA" SUL TEMA DELLA MIGRAZIONE POTREBBE TRASFORMARSI IN UNA MEDAGLIA SUL PETTO PER RISALIRE NEL CUORE DEI LEGHISTI SEMPRE PIÙ DELUSI - DOPO LE SCONFITTE ALLE POLITICHE E ALLE REGIONALI, CON LA LEGGE SULL’AUTONOMIA FATTA A PEZZI, ORA LE SORELLE MELONI VOGLIONO SALIRE ANCHE SUI TRENI, DOVE SALVINI, COME MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, VUOL FARLA DA PADRONE. IL BORDELLO CONTINUA: FINO A QUANDO?

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...