ORA TORNERANNO A DIRE CHE BANNON È UN FASCISTA, E PURE VOLTAGABBANA! 'SLOPPY STEVE' FA RETROMARCIA E DICE CHE TRUMP JR NON È UN TRADITORE MA UN PATRIOTA: ‘HO SBAGLIATO A PARLARE CON L’AUTORE DEL LIBRO’ - TRANQUILLI: ORA È IVANKA ‘NEL MIRINO’ DELL’INCHIESTA RUSSIAGATE. CIOE' IL PROCURATORE MUELLER VUOLE CHIEDERLE SE HA INCROCIATO I RUSSI NELL’ASCENSORE DELLA TRUMP TOWER (OLÈ)
1. DIETROFRONT BANNON, 'SOSTENGO TRUMP, FIGLIO È PATRIOTA'
Claudio Salvalaggio per l’ANSA
"Donald Trump jr è un patriota e una brava persona". Isolato dai suoi alleati politici e scaricato dai suoi finanziatori, l'ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon fa una clamorosa marcia indietro per i suoi commenti sul primogenito del presidente apparsi nel libro 'Fire and fury' di Michael Wolff, dove ha definito "sovversivo" e "anti patriottico" il suo incontro con gli emissari russi alla Trump Tower durante la campagna elettorale.
A cinque giorni di distanza dalle prime anticipazioni esplosive del libro, dopo essere stato ripudiato e umiliato pubblicamente da Trump, Bannon cerca di ricucire ribadendo in un comunicato il suo "incrollabile" sostegno per il presidente e la sua agenda e tentando di 'salvare' il figlio mentre il Russiagate alza il tiro su Ivanka: pure lei incontrò i russi, anche se per breve tempo, nell'ascensore della Trump Tower.
I suoi commenti, spiega Bannon "rammaricato del ritardo nel rispondere al resoconto inaccurato" (del libro), erano rivolti non a Trump jr ma "a Paul Manafort, un professionista di lungo corso di campagne elettorali con esperienza e conoscenza di come operano i russi. Avrebbe dovuto sapere che sono sleali, furbi e non amici nostri". Dopo aver attribuito grottescamente le sue osservazioni ad un riflesso condizionato da guerra fredda, Bannon ribadisce che "non c'è stata alcuna collusione" con i russi e che "l'indagine è una caccia alle streghe".
Infine tende la mano a Trump per riallacciare il suo rapporto personale, definendo il tycoon "l'unico candidato che avrebbe potuto sfidare e sconfiggere l'apparato della Clinton" e se stesso come "l'unica persona finora che ha condotto uno sforzo globale per predicare il messaggio di Trump e del Trumpismo". Anche ora, conclude, è pronto a sostenere il presidente nei suoi sforzi per "rendere l'America di nuovo grande". Nessuna scusa o rettifica invece per i commenti pesanti su Ivanka e il marito Jared Kushner, anche lui peraltro presente all'incontro con i russi.
Trump non ha reagito alla mossa di Bannon e continua ad attaccare 'Fire and fury': "Ho dovuto affrontare le Fake News sin dal primo giorno in cui ho annunciato che avrei corso per la presidenza. Ora devo affrontare un Fake Book, scritto da un autore totalmente screditato. Ronald Reagan ha avuto lo stesso problema e lo ha gestito bene. Anch'io!", ha cinguettato da Camp David. Intanto i suoi fedelissimi lo difendono in tv dopo che il libro ha rimesso in discussione le sue capacità mentali.
"Nessuno alla Casa Bianca mette in dubbio la stabilità del presidente", ha assicurato l'ambasciatrice Usa all'Onu Nikki Haley. "E' completamente idoneo", ha garantito il capo della Cia Mike Pompeo, che fornisce al presidente i suoi regolari briefing di intelligence. "E' un genio politico", ha proclamato il consigliere della Casa Bianca Stephen Miller in una tempestosa intervista alla Cnn, interrotta bruscamente dal conduttore dopo un battibecco. Ma Carl Bernstein, il leggendario giornalista del Watergate, ha ammonito i repubblicani a consultarsi su cosa pensano veramente dello stato di salute di Donald Trump: "E' arrivato il momento di mettere l'interesse nazionale sopra a quelli di partito".
2. IVANKA, UN PATTO SEGRETO CON JARED PER CONQUISTARE LA CASA BIANCA
Paolo Mastrolilli per la Stampa
eric e donald trump jr con le mogli lara e vanessa
Steve Bannon si cosparge il capo di cenere, chiede scusa al presidente Trump, e fa marcia indietro sulle critiche della Casa Bianca confidate a Michael Wolff per il suo libro «Fire and Fury». L' inchiesta del procuratore Mueller sul Russiagate però prosegue, e adesso sfiora anche il futuro della famiglia Trump, cioè la figlia Ivanka, che è la favorita del padre e sogna di prendere il suo posto.
L' ex consigliere del presidente aveva detto a Wolff che l' incontro organizzato il 9 giugno del 2016 a New York dal figlio Don junior con alcuni emissari russi equivaleva ad un atto di tradimento, bisognava denunciarlo all' Fbi, e ci sono «zero possibilità» che il padre non ne fosse stato informato.
Un' accusa molto pesante, perché giocava a favore di Mueller su due piani: primo, rafforzava il sospetto della collusione con Mosca per far deragliare la campagna di Hillary Clinton; secondo, offriva argomenti al sospetto che Trump aveva cercato di ostruire l' inchiesta e quindi il corso della giustizia, se sapeva tutto dal principio.
Da quando è uscito il libro, Bannon è stato completamente scaricato dai suoi ex amici. Il presidente ha detto che ha perso la testa, il grande finanziatore Robert Mercer lo ha abbandonato, e il suo ex braccio destro Steve Miller ieri è andato alla Cnn per demolirlo.
Davanti alla prospettiva di perdere tutto, l' ex consigliere ha fatto marcia indietro, pubblicando un comunicato riportato dal sito Axios: «Donald junior è un patriota e una buona persona. I miei commenti riguardo l' incontro con i russi venivano dalla mia esperienza come ufficiale di Marina incaricato di dare la caccia ai sottomarini sovietici, ed erano diretti a Paul Manafort, manager con lunga esperienza che doveva sapere come operano i russi. Non c' è stata alcuna collusione. Mi dispiace che il mio ritardo nel rispondere alle informazioni non accurate su Don junior abbia sottratto l' attenzione dai risultati storici ottenuti dal presidente nel primo anno di mandato». Il messaggio è chiaro. Per cercare di salvarsi, Bannon difende il figlio di Trump, rivolgendo invece le accuse a Manafort, il manager che lo aveva preceduto e avrebbe dovuto impedire l' incontro alla Trump Tower.
Il danno, però, potrebbe non essere più riparabile. Secondo il «Los Angeles Times», Mueller ha interrogato nuovamente uno dei partecipanti al vertice con i russi. Questo significa che il sospetto della collusione è stato rafforzato, ma soprattutto che il procuratore vuole capire se il presidente aveva cercato di ostruire la giustizia, quando tornando dal G20 in Germania aveva gestito la pubblicazione di un comunicato in cui negava che l' incontro alla Trump Tower avesse riguardato la ricerca di informazioni per danneggiare Hillary. Mueller però vuole sentire anche Ivanka, che non era presente al vertice, ma dopo aveva parlato con gli ospiti russi, cioè l' avvocatessa Natalia Veselnitskaya e il lobbista Rinat Akhmetshin.
La figlia del presidente sostiene che la conversazione era stata molto informale, ma vista la sua vicinanza al padre, il procuratore vuole chiarire cosa sapeva dell' incontro e se ne aveva parlato con lui. Toccare Ivanka significa minacciare il futuro della famiglia, perché lei non è solo considerata la più abile tra i fratelli negli affari, ma anche il potenziale successore del padre.
ivanka e donald trump jared kushner
Nel suo libro Wolff ha scritto che Ivanka e il marito Jared hanno discusso la cosa, convenendo che dopo Donald la prossima candidata alla Casa Bianca dovrebbe essere lei, istruita, bella ma meno abrasiva. Anche l' ambasciatrice all' Onu Nikki Haley sogna di diventare la prima donna presidente, ma non sarebbe facile per lei battere la concorrenza di Ivanka. A meno che l' inchiesta di Mueller non la elimini dalla corsa.