steve bannon donald trump

“L’ONDA POPULISTA È SOLO ALL’INIZIO E L’EURO NON PUÒ SOPRAVVIVERE” - L’EX CONSIGLIERE DI TRUMP, STEVA BANNON, TESSE LA TELA PER CREARE LA SUA “INTERNAZIONALE SOVRANISTA” DA AGGANCIARE ALL’ALT-RIGHT AMERICANA - IL SUO OBIETTIVO E’ AGGREGARE LE FORZE ANTI-SISTEMA PER DARE LA SPALLATA AI GOVERNI EUROPEI E ALLE ISTITUZIONI DI BRUXELLES (E FAVORIRE GLI STATI UNITI?)

Marco Bresolin per “la Stampa”

 

steve bannon parla pro roy moore

«Per vedere il futuro dell' Ue bisogna guardare al voto italiano. Salvini lo ha detto: l' Euro non sopravviverà. Tutto è nelle mani dei cittadini. E l' onda populista è solo all' inizio, perché la Storia è dalla nostra parte». Steve Bannon ha davanti ai suoi occhi il disegno dell' Internazionale Populista che vuole costruire. Che poi sarebbe un' Internazionale Sovranista, un ossimoro che rischia di portare a un tutti contro tutti (dalla guerra sull' acciaio in giù).Ma che in questa fase storica ha le urne dalla sua parte.

 

steve bannon cbs con color correction

L' ex stratega di Donald Trump traccia un filo che parte dalla Brexit, arriva fino a Washington e poi torna in Europa. In Italia, per essere precisi, dove «due terzi degli italiani hanno votato per i partiti anti-establishment». Nel conteggio, l'ex stratega di Donald Trump ci infila anche Berlusconi. «Che è stato Trump prima di Trump».

 

E vede nel voto italiano una tappa importante del percorso che potrebbe portare all'implosione dell'Europa. «I britannici hanno votato e ora sono fuori. Se votassero gli italiani, non so cosa succederebbe. A Bruxelles e alla Bce devono iniziare ad ascoltare i cittadini. Quando hai un'ondata di migranti che si riversa sul Sud Italia, e il peso cade tutto sugli operai italiani, dovresti capire che qualcosa non va. L'immigrazione va gestita in Africa, non in Italia».

DI MAIO SALVINI

 

La sua prima apparizione pubblica in Europa è in una sala da concerti a Nord di Zurigo.

Fuori, sulla Marktplatz di Oerlikon, la protesta dei movimenti antifascisti. Dentro, al di là dei blindatissimi controlli di sicurezza, una platea composta dalla borghesia medio-alta svizzera. Le mogli lasciano la pelliccia al guardaroba, i mariti ingannano l' attesa al bancone del bar con una flûte di bollicine.

 

Tra il pubblico non traspare la rabbia delle classi sociali più povere, di chi si è gettato tra le braccia dei partiti populisti perché non ce la fa più e vuole cambiare tutto. Tra i 1500 che hanno riservato il loro posto da settimane, i giovani quasi non si vedono. Tanti over 60. Più spaventati dagli effetti della mondializzazione che vittime. Gente per cui il cambiamento è un rischio da evitare, non una richiesta da urlare nelle orecchie dei politici.

MARINE LE PEN

 

«Noi svizzeri non siamo dei rivoluzionari» gli dice Roger Koppel, direttore del settimanale «Die Weltwoche» ed esponente dell' Unione Democratica di Centro, formazione della destra conservatrice elvetica Bannon spiega il perché di questa tappa svizzera, ricordando il referendum del 1992, con il quale gli elvetici respinsero l'adesione allo Spazio economico europeo. «Democrazia diretta, libertà, prosperità. Questo è un Paese sovrano!» strappa gli applausi della platea. Gli svizzeri che non hanno voluto entrarci, poi i britannici che hanno voluto uscirci. E l'Italia?

 

Alternative für Deutschland

Bannon è arrivato qui dopo la tappa nel nostro Paese in cui ha incontrato - in maniera assolutamente riservata - alcuni dirigenti politici italiani. Leghisti, ma a quanto pare anche di Forza Italia. Ieri a Zurigo ha visto anche Alice Weidel, leader dell' ultradestra tedesca AfD. L' ex consigliere di Trump sta muovendo i primi passi per lanciare una sorta di rete populista nel Vecchio Continente da agganciare all'«alt-right» statunitense.

 

donald trump xi jinping

Vuole aggregare le forze anti-sistema per dare la spallata ai governi europei e alle istituzioni di Bruxelles. Le prossime elezioni Ue del 2019 saranno un evento-chiave.

«Bisogna andare a votare - arringa la platea - e vedrete che le cose cambieranno. Elezione, dopo elezione. Guardate cosa è successo in Gran Bretagna, in Polonia, in Ungheria, in Repubblica Ceca e in Austria. Anche in Francia e Germania. Vero, il Front e l' Afd non hanno vinto, ma il movimento sta crescendo».

 

alternative deutschland afd bernd lucke

Certo, dice, «in ogni Paese la situazione è diversa, ma dobbiamo fare attenzione ai fenomeni globali». E cita la Cina. «La gente deve avere paura della crescita della Cina, soprattutto in Europa. È un fenomeno senza precedenti nella storia dell' umanità. Diventano più potenti, ma restano uno Stato totalitario. Senza libertà, senza democrazia. È un' espansione geo-politica a cui dobbiamo rispondere».

 

Poi però rivela che Xi è il politico più apprezzato da Trump. E torna sulla guerra commerciale. Che, assicura, non è una reazione istintiva di Trump. «Ci ha messo otto mesi per decidere. Ha fatto fare un' indagine approfondita. Lui governa da imprenditore, vede i problemi e trova le soluzioni. È uno che ascolta molto, e che ama il confronto». Miele per il suo ex capo, anche se l' ascesa della figlia Ivanka alla Casa Bianca lo ha fatto fuori nell' estate scorsa. Ecco: come sono ora i rapporti con il Presidente?

I due continuano a parlarsi? «Diciamo che io sono in modalità ascolto. Abbiamo avuto alti e bassi - scherza -, ma i nostri avvocati si parlano parecchio... Io però lo amo ancora».

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…