1- AL BANO SCOPERCHIA LA BARA: "MI CHIEDO SE È MORTO O L'HANNO AIUTATO A MORIRE” 2- ANCHE IL GIORNO SCELTO PER TRAPASSARE NEL MONDO DEI PIÙ LASCIA DUBBI: OGGI SI SONO APERTE LE BUSTE PER IL SALVATAGGIO DEL SAN RAFFAELE (OLTRE UN MILIARDO DI DEBITI), I GIORNALI NON ESCONO PER DUE GIORNI, AGGIUNGERE CHE TEMEVA MOLTISSIMO DI ESSERE INTERROGATO. INFINE, NEL 2006 IL FONDATORE DEL SAN RAFFAELE CONFESSÒ DI AVER FATTO STACCARE LA SPINA A UN AMICO MALATO (“PUÒ ESSERE UN ATTO D’AMORE”) 3- SAVIGNANO: “GLI ACCERTAMENTI MEDICO LEGALI SU UOMINI DI CHIESA NON FANNO PARTE DELLE CONSUETUDINI POST MORTEM DELLE ISTITUZIONI CATTOLICHE, A COMINCIARE DALLE AUTOPSIE. CERTO, DON VERZE’ NON ERA ATTACCATO ALLE MACCHINE MA QUESTA SUA ADESIONE ALL’EUTANASIA POTREBBE NON ESCLUDERE ULTERIORI APERTURE” 4- SI RITIRA ROCCA, SUL TAVOLO C’È SOLO L’OFFERTA DA 350 MILIONI DI EURO DI ROTELLI SUPERIORE A QUELLA IOR-MALACALZA (250 MLN). C'È TEMPO FINO AL 5 PER I RILANCI

1- DON VERZÈ, IL CORDOGLIO E I DUBBI
"FORSE L'HANNO AIUTATO A MORIRE"
repubblica.it

L'aggravarsi della situazione cardiaca di don Luigi Verzè "era tenuta sotto controllo già da un anno", dice Paolo Klun, direttore della Comunicazione del San Raffaele, ipotizzando che "probabilmente lo stress acuito in queste ultime settimane ha aggravato la situazione". Lo scandalo del San Raffaele, spiega il portavoce della struttura, "può avere influito su una persona di quell'età e con una situazione di salute non tranquilla".

Eppure sulla morte del sacerdote, già nell'ora del cordoglio, c'è chi avanza dubbi: mentre Don Paolo Andrea Natta, assistente spirituale della comunità universitaria del San Raffaele, dice che "don Verzè era certamente provato per l'infinità di attacchi che ci sono stati, da più parti, contro quest'opera che lui ha creato e a cui ha dato tutta la sua vita", Bobo Craxi parla di "massacro mediatico" e il cantante Al Bano va oltre, chiedendosi se il sacerdote sia stato "aiutato a morire".

Bobo Craxi: "Massacro mediatico". Bobo Craxi, responsabile della politica estera del Psi, commenta così: "Addolora la scomparsa di don Verzè: una personalità di primo piano, un prete scomodo che paga oltre misura una campagna denigratoria e un massacro mediatico". Il pensiero di Craxi è affidato a una nota, che prosegue: "La sua opera migliore resterà, così come verrà sempre ricordata la sua bontà d'animo, il suo spirito imprenditoriale e la sua autonomia sgradita".

Al Bano, "Dubbi sulla morte". "Ho sempre visto don Verzè come benefattore. E ora, dopo che tutti sono andati contro di lui, mi chiedo se è morto o l'hanno aiutato a morire. Ha realizzato due gioielli per l'umanità unici: l'Università e l'ospedale, che è un fiore all'occhiello per l'Italia". Così il cantante Al Bano commenta la scomparsa di Don Luigi Verzè. Al Bano mette l'accento anche sulle inchieste che hanno coinvolto don Verzè. "Qualche tempo fa mi disse questa frase: avrei mai potuto rubare a me stesso?".

Il cantante aggiunge: "Eravamo molto amici e ho cantato tante volte per lui con la gioia di farlo. La stessa gioia che ho provato quando ho scritto l'inno del San Raffaele". "Nella mia vita", conclude Al Bano, "ho incontrato padre Pio, Giovanni Paolo II e Madre Teresa di Calcutta. Tutti e tre sono diventati santi. Sono convinto che una revisione su Don Verzè prima o poi la dovranno fare".

Ginefra (Pd): "Si indaghi". Il deputato del Pd Dario Ginefra chiede di approfondire le circostanze della morte di Don Verzè: "La scomparsa in meno di sei mesi dei due primi protagonisti della gestione del San Raffaele, sia pur nel rispetto di eventi così drammatici e diversi, merita l'adeguato approfondimento degli inquirenti", dice Ginefra.

"L'Italia non è nuova a storie legate a rapporti tra politica, poteri e faccendieri che s'insabbiano con la morte dei protagonisti. Per il buon nome di quanti in modo professionale continuano a svolgere un ruolo di ricerca scientifica ineccepibile e di eccellenza e che nulla ha a che fare con la gestione del Centro milanese e con gli scandali, si chiarisca ogni sia pur remoto dubbio sulle cause di queste due morti".

2- DAGOREPORT - UN PRETE A FAVORE DELL’EUTANASIA

La morte improvvisa di Don Verze’, che segue il suicidio del suo più stretto collaboratore Mario Cal qualche mese fa e a poche ore dalla possibile  vendita all’asta dell’Ospedale a cui aveva dedicato la vita, ha suscitato tra le persone che lo conoscono diversi interrogativi, anche e soprattutto in relazione alle sue posizioni spesso non ortodosse rispetto alla dottrina cattolica e talvolta confinanti con simbologie esoteriche. In particolare, anche se le sue condizioni di salute non destavano eccessive preoccupazioni (nonostante il recente ricovero per accertamenti), fanno riflettere le sue posizioni sull’eutanasia.

9cg23 don verze dir sanraffael

In un’intervista al Corriere della Sera del dicembre 2006 rivelo’ che negli anni precedenti aveva autorizzato a staccare la spina ad un suo amico e commentò favorevolmente tale pratica aggiungendo che farlo “puo’ essere un atto d’amore”. Posizioni analoghe a quelle che, nello stesso periodo, commentando il caso Welby, avevano espresso Umberto Veronesi e il Cardinale Carlo Maria Martini (quest’ultimo in un articolo che il 21 gennaio 2007 apriva l’inserto culturale della domenica del Sole 24 Ore). 8dv34 geronzi don luigi verze

  “Questo retroterra culturale di Don Verze’ –commenta il professor Giovanni Savignano, medico e autore del libro “Codice Rosso” per le edizioni del Sole 24 Ore, che aveva sottolineato nel volume in questione le coincidenze di vedute sull’eutanasia tra Veronesi, Don Verze’ e Martini – non autorizza a trarre conclusioni affrettate sulla inaspettata scomparsa del fondatore del San Raffaele, ma certo pone interrogativi importanti che sarà difficile sciogliere. 8dv12 don luigi verze veltroni

Gli accertamenti medico legali su uomini di chiesa, tra l’altro, non fanno parte delle consuetudini post mortem delle istituzioni cattoliche, a cominciare dalle autopsie. Certo, Don Verze’ non era attaccato alle macchine ma questa sua adesione alla volontà umana di mettere fine alla vita potrebbe non escludere ulteriori aperture”.

3- NEL 2006 IL FONDATORE DEL SAN RAFFAELE CONFESSÃ’ DI AVER FATTO STACCARE LA SPINA A UN AMICO MALATO
http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2011/04/27/496634-eutanasia_prescritto_verze_caso_degli_anni.shtml

Milano, 27 aprile 2011 - È stata archiviata l'inchiesta sul presunto "omicidio del consenziente" a carico di don Luigi Verzè. Il giudice dell'udienza preliminare di Milano Fabrizio D'Arcangelo ha dichiarato prescritto il reato ipotizzato per il fondatore del San Raffaele.

Nell'ottobre 2006, in un'intervista al Corriere della Sera, don Verzè rivela di aver fatto "staccare la spina" a un amico malato nei primi anni '80. Dichiarazioni che fanno scattare l'iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Milano. Alla chiusura delle indagini, il pm Giovanna Cavalleri chiede l'archiviazione: la notizia del reato sarebbe infondata, e il reato stesso è da considerarsi prescritto.

L'omicidio del consenziente, infatti, non è più punibile dopo 12 anni. Nel caso di don Verzè, quindi, si sarebbe estinto a metà anni '90. Una tempistica che ha spinto il gup D'Arcangelo ad archiviare il procedimento.

4- "SONO DA SEMPRE CONTRO L'EUTANASIA". LETTERA DI DON VERZÉ
Lettera all'Avvenire

Caro Direttore,
ritengo utile che Lei conosca la verità. Eccogliela:
1. un mio carissimo amico e collaboratore, nei primi anni 70, rimase praticamente privo di funzione cardiaco-polmonare, fu attaccato ad un respiratore e vi rimase per quattro lunghissimi mesi di sofferenza. Era un cristiano solido. Comunione quotidiana. Dopo un po' di giorni, al mattino presto, fui chiamato dal mio amico al suo capezzale.
Era lucidissimo. Capii...

Chiesi ai medici di smettere quell'accanimento, di far di tutto per conservarmelo, senza tormentarlo. Dovetti partire quasi subito per il Brasile e seppi che il mio amico continuò a sopravvivere. Poi, dopo alcuni giorni, mi giunse notizia che il mio amico era spirato.
Questi i fatti veri.

2. Ed eccoLe allegato il documento della. mia impostazione dottrinario-mentale. E' contenuta in un libro che uscirà tra breve, ma gliene anticipo un breve estratto che appartiene anche al testo di una conferenza inviata al Cardinal Angelini già dal mese di luglio u. s., conferenza che terrò domenica 15 ottobre, alla Pontificia Università Urbaniana, alle ore 11.
Tanto le debbo, solo per rispetto alla verità,
Suo
don Luigi M. Verzé

5- SI RITIRA L'IMPRENDITORE ROCCA, SUL TAVOLO C'è SOLO L'OFFERTA DA 350 MILIONI DI EURO DI GIUSEPPE ROTELLI,
SUPERIORE A QUELLA IOR-MALACALZA (250 MLN):
C'È TEMPO FINO AL 5 PER I RILANCI

La Stampa.it

Il gruppo ospedaliere San Donato di Giuseppe Rotelli scende in campo per il salvataggio del San Raffaele. Da quanto si è appreso l'imprenditore ha presentato un'offerta da 300 milioni, di 50 mln superiore a quella targata Ior-Malacalza, nella gara all'interno del concordato preventivo. Non è arrivata invece l'offerta del gruppo Humanitas.

Da quanto si è saputo, dopo la chiusura del termine per le offerte fissato alle 12 di oggi, sul tavolo c'e dunque solo l'offerta di Rotelli alternativa rispetto a quella Ior-Malacalza.

In questi minuti, da quanto si è appreso, si sta ancora verificando formalmente e tecnicamente l'offerta di Rotelli in uno studio notarile milanese, dove è avvenuta l'apertura delle buste. I giudici fallimentari di Milano, presieduti da Filippo Lamanna, quando lo scorso ottobre hanno ammesso al concordato preventivo il San Raffaele hanno indicato nel loro provvedimento che era necessario che si aprisse una gara ad altri offerenti per evitare il conflitto di interessi che si era creato tra il nuovo cda e la cordata Ior-Malacalza.

Era necessario che le nuove offerte andassero sopra di 50 milioni a quella di 250 milioni della Santa sede e dell'imprenditore genovese. Così ha fatto il Gruppo Rotelli.

Ora c'è tempo fino al 5 gennaio prossimo per il rilancio delle offerte. Quindi sia Ior-Malacalza che il polo San Donato potranno partecipare alle fasi di rilancio e fino al 5 gennaio potrebbero in teoria anche entrare dei nuovi soggetti con offerte superiori ai 300 milioni di euro, come potrebbe fare quindi anche il Gruppo Humanitas.

Il termine successivo è quello del 10 gennaio: entro questa data la cordata Ior-Malacalza potrebbe far valere il suo diritto di prelazione pareggiando l'offerta più alta presentata e rilevando così la newco per salvare il gruppo ospedaliero.

 

 

ALBANO DON VERZE E MARIO CAL IN PISCINA IN BRASILE DA OGGISHILLA E BOBO CRAXI VITTORIO MALACALZADON VERZE DA LA COMUNIONE A BERLUSCONI AD HAMMAMET NEL DUEMILA DA OGGI luigi verze berlusconi OlympiaDON VERZE E MARIO CAL IN PISCINA IN BRASILE DA OGGIDON VERZE' AI FUNERALI DI MARIO CALDON VERZE Berlusconi e Rotelli Giuseppe Rotelli rocca gianfelice

Ultimi Dagoreport

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

funerale di papa francesco bergoglio

DAGOREPORT - COME È RIUSCITO IL FUNERALE DI UN SOVRANO CATTOLICO A CATTURARE DEVOTI E ATEI, LAICI E LAIDI, INTELLETTUALI E BARBARI, E TENERE PRIGIONIERI CARTA STAMPATA E COMUNICAZIONE DIGITALE, SCODELLANDO QUELLA CHE RESTERÀ LA FOTO DELL’ANNO: TRUMP E ZELENSKY IN SAN PIETRO, SEDUTI SU DUE SEDIE, CHINI UNO DI FRONTE ALL’ALTRO, INTENTI A SBROGLIARE IL GROVIGLIO DELLA GUERRA? - LO STRAORDINARIO EVENTO È AVVENUTO PERCHÉ LA SEGRETERIA DI STATO DEL VATICANO, ANZICHÉ ROVESCIANDO, HA RISTABILITO I SUOI PROTOCOLLI SECOLARI PER METTERE INSIEME SACRO E PROFANO E, SOPRATTUTTO, PER FAR QUADRARE TUTTO DENTRO LO SPAZIO DI UNA LITURGIA CHE HA MANIFESTATO AL MONDO QUELLO CHE IL CATTOLICESIMO POSSIEDE COME CULTURA, TRADIZIONE, ACCOGLIENZA, VISIONE DELLA VITA E DEL MONDO, UNIVERSALITÀ DEI LINGUAGGI E TANTE ALTRE COSE CHE, ANCORA OGGI, LA MANIFESTANO COME L’UNICA RELIGIONE INCLUSIVA, PACIFICA, UNIVERSALE: “CATTOLICA”, APPUNTO - PURTROPPO, GLI UNICI A NON AVERLO CAPITO SONO STATI I CAPOCCIONI DEL TG1 CHE HANNO TRASFORMATO LA DIRETTA DELLA CERIMONIA, INIZIATA ALLE 8,30 E DURATA FINO AL TG DELLE 13,30, IN UNA GROTTESCA CARICATURA DI “PORTA A PORTA”, PROTAGONISTI UNA CONDUTTRICE IN STUDIO E QUATTRO GIORNALISTI INVIATI IN MEZZO ALLA FOLLA E TOTALMENTE INCAPACI…- VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...