di maio patuanelli

CINQUESTELLE E MOLTE STALLE - LA BATOSTA ELETTORALE COSTRINGE IL M5S A CEDERE AL PD. E NEI PROSSIMI MESI VANNO RINNOVATE 400 POLTRONE NELLE CONTROLLATE DI STATO - PER ORA, VITO CRIMI DICE NO ALL’ALLEANZA CON I DEM - GRILINI SPACCATI ANCHE SU PATUANELLI CAPO DELEGAZIONE: DI MAIO GLI FA GUERRA SOTTO TRACCIA PER IMPEDIRGLI L’ASCESA AI VERTICI DEL M5S - SULLE NOMINE PARTITA CASTELLI-BUFFAGNI

Federico Capurso per “la Stampa”

 

luigi di maio vito crimi 1

Quattrocento nomine di Stato: ecco cosa c' è davvero in palio a palazzo Chigi il giorno dopo le Regionali in Emilia Romagna e in Calabria. Eni, Enel, Leonardo, Terna, Poste, Enav e le tre controllate di Cassa depositi e prestiti (Sace, Ansaldo energia e Cdp immobiliare), sono solo alcune delle partecipate che saranno chiamate a rinnovare i loro vertici nel 2020. Nel quartier generale pentastellato, vista la debacle elettorale, adesso si vive con terrore l'attesa del confronto con gli alleati di governo.

 

LAURA CASTELLI

«Ci chiederanno il mondo - conferma un membro del governo - e noi, per non darglielo, dovremo comunque cedere metri. D'altronde, c'è una confusione all' interno dei gruppi che renderà complicata ogni resistenza». E alla prossima tornata di elezioni Regionali, in primavera, di fronte a un' altra carrellata di sconfitte, la situazione per i Cinque stelle potrebbe complicarsi ulteriormente.

 

Non è un caso che i commenti più forti, dopo la catastrofe elettorale, provengano da due colonnelli M5S in prima linea sulla partita delle nomine: il viceministro dell' Economia Laura Castelli, vicina a Di Maio, e il vice allo Sviluppo economico Stefano Buffagni, considerato un uomo di Davide Casaleggio.

 

LUIGI DI MAIO STEFANO PATUANELLI

Due personalità che all' interno del Movimento hanno sempre convissuto a fatica, ma che oggi si trovano allineate per prendere le distanze dal Pd e difendere l'autonomia del partito. E infatti, come loro, anche il capo politico reggente, Vito Crimi, respinge la proposta di costruire un fronte comune contro le destre, proveniente da Nicola Zingaretti e da Giuseppe Conte: «Non è il momento di parlare di posizionamento politico, ma di temi», ripete fino allo sfinimento davanti alle telecamere.

 

STEFANO BUFFAGNI

Ma è un tentativo di mettere le briglie al caos. Allo stato attuale, nel Movimento non c'è un capo legittimato da un voto degli iscritti, né una linea politica condivisa dai gruppi, spaccati tra chi difende la strategia della «terza via» di Di Maio e chi invece vorrebbe entrare in pianta stabile nel campo progressista. Non c'è nemmeno un' intesa sul capo delegazione al governo.

alfonso bonafede lorenzo fioramonti

 

La riunione tra i ministri M5S per trovare una quadra si terrà oggi alle 19. In vantaggio rispetto a tutti gli altri c'è il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ma non è un nome che mette tutti d'accordo. Di Maio, ormai, lo considera infatti un avversario interno per la leadership e gli starebbe provando a mettere i bastoni tra le ruote sondando altri nomi. C'è il Guardasigilli Alfonso Bonafede, dato però in svantaggio, e Vincenzo Spadafora, rientrato in queste ore. Ma c'è anche una suggestione: potrebbe essere proprio Crimi a ricoprire il ruolo di capo delegazione, come aveva fatto prima di lui Di Maio.

vincenzo spadafora foto di bacco (2)

 

Una mossa, questa, per assicurarsi il pieno controllo sul partito. Patuanelli, infatti, è su posizioni opposte rispetto a quelle di Crimi, perché disposto ad aprire un dialogo strutturale con il centrosinistra. L' attuale reggente M5S ha invece respinto le offerte dei dem e resta fedele alla linea della neutralità. Ecco perché Di Maio starebbe muovendo tutte le sue pedine per opporsi all' ascesa del ministro dello Sviluppo. Nel tentativo di salvare la sua eredità.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…