stefano cucchi

LA BATTAGLIA DEI CUCCHI NON FINISCE MAI - LA FAMIGLIA RICUSA IL GIUDICE DEL PROCESSO SUI DEPISTAGGI: ''TROPPO VICINO ALL'ARMA''. IL MAGISTRATO CHE DOVRÀ DECIDERE SE I VERTICI DEI CARABINIERI HANNO CONTRIBUITO A SVIARE LE INDAGINI SULLA MORTE DI STEFANO, HA PARTECIPATO A VARI EVENTI CON IL GENERALE TULLIO DEL SETTE, UNO DEGLI IMPUTATI

 

Carlo Bonini per ''la Repubblica''

 

 

La battaglia della famiglia Cucchi non è finita. E alla vigilia ormai del terzo processo che si aprirà il 12 novembre agli otto tra ufficiali e sottufficiali dell' Arma imputati a diverso titolo per i depistaggi che, nel 2009 e nel 2015, impedirono di arrivare tempestivamente alla verità sull' omicidio di Stefano e sui suoi responsabili, Ilaria e i suoi genitori Rita e Giovanni (e con loro tutte le parti civili private che si sono sin qui costituite, dunque anche gli agenti di polizia penitenziaria ingiustamente processati nel primo giudizio di merito), chiedono formalmente, con un' istanza che è stata depositata al presidente del Tribunale di Roma, che il giudice monocratico assegnato a quel dibattimento si astenga "per gravi ragioni di convenienza".

ilaria cucchi

 

Il magistrato si chiama Federico Bona Galvagno e, fino alla primavera scorsa, è stato giudice a Terni. Ma, quel che conta, per la parti civili del processo per il depistaggio degli ufficiali dei carabinieri, è stato ed è "troppo vicino" all' Arma. E in particolare a uno dei suoi ex comandanti generali, Tullio Del Sette, per altro attualmente imputato proprio a Roma per violazione del segreto di ufficio nell' inchiesta Consip.

 

«Da un casuale accesso a fonti aperte - si legge infatti nell' istanza depositata in tribunale - è emerso che il giudice Bona Galvagno ha partecipato, quale magistrato appartenente al Tribunale di Terni, a una serie di eventi (convegni, inaugurazioni, conferenze) tenutisi tra il 2016 e il 2018 che, sia per l' oggetto, sia per i partecipanti (tra gli altri, alti appartenenti all' Arma dei carabinieri), hanno attirato l' attenzione degli scriventi».

 

francesco tedesco all'udienza del processo sulla morte di stefano cucchi 4

In particolare, l' istanza ne elenca due: L' incontro dell' 8 maggio 2018, dal titolo "Sicurezza e Carabinieri: l' Arma oggi tra le forze dell' ordine" alla presenza dell' allora comandante generale Tullio Del Sette. E quello del successivo 22 novembre dello stesso anno - "Il ruolo dei Carabinieri nell' attuale mutamento socio-culturale", sempre alla presenza del generale Del Sette.

 

Troppo - a giudizio dei Cucchi - per scacciare il dubbio che quel magistrato coltivi un' istintiva e consolidata vicinanza o, comunque, una non sufficiente serenità, per sedersi da giudice monocratico nell' aula dove si dipanerà il filo del più importante forse dei tre processi celebrati per la morte di Stefano.

 

Quello sui depistaggi, appunto. Dove per altro il generale Del Sette, quale ex comandante generale dell' Arma negli anni in cui uno dei due depistaggi si consumò, verrà chiamato a deporre. E dove, inevitabilmente, uno dei nodi cruciali sarà comprendere per quale motivo un' intera catena gerarchica (quella dei carabinieri di Roma) cospirò per il silenzio lasciando che venissero accusati degli innocenti (tre agenti della polizia penitenziaria). E, soprattutto, se di quel silenzio fu o meno complice il vertice stesso dell' Arma (due i comandanti generali che si sono avvicendati tra il 2009 e il 2015, Gallitelli e Del Sette).

ilaria stefano cucchi

 

«La situazione di fatto che si è venuta a creare - si legge così nell' istanza di astensione - può concretare quelle gravi ragioni di convenienza che i difensori delle parti civili ritengono sussistenti in relazione allo specifico tema del processo () Inoltre, dato il clima di forte sospetto dell' opinione pubblica sul tema oggetto del processo, la divulgazione mediatica delle informazioni sopra riportate, potrebbero far nascere speculazioni che finirebbero per influire sul clima di sereno giudizio necessario al corretto svolgersi del dibattimento».

 

Si vedrà quale sarà la decisione del tribunale. Certo, questo incipit aiuta a comprendere quale sia la partita che andrà a cominciare tra due settimane (appena due giorni prima della sentenza che deciderà sui tre carabinieri imputati per l' omicidio di Stefano). Un processo dove l' Arma, per altro, sarà a sua volta parte civile e dunque accusa privata contro i suoi otto ufficiali.

TULLIO DEL SETTE

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