alessandro di battista vacanze infinite

DIBBA TRAVEL – “ECCOMI A QUITO, POI L’AMAZZONIA. VOI COME STATE?”; “E COME STIAMO? AL CHIODO” – RONCONE SCATENATO SULLE “VACANZE INFINITE DI “DIBBA”, CHE, A 42 ANNI, RIPARTE E “PROMETTE” UN NUOVO DOCUMENTARIO - "IL CAPOLAVORO È CHE RIESCE ANCORA A FARSELI PAGARE. I SOLDI LI METTE 'TVLOFT'. A "SKY" CI SONO CASCATI SOLO UNA VOLTA: TELESPETTATORI IMBUFALITI PER IL PROGRAMMA CHE ALDO GRASSO DEFINÌ “IL PIÙ BRUTTO DELL’ANNO” - LA STILETTATA DI DI MAIO E LA POSSIBILE CANDIDATURA ALLE PROSSIME EUROPEE (ROCCO CASALINO E DIBBA, INSIEME, A BRUXELLES: CI PENSATE?)...

Estratto dell’articolo di Fabrizio Roncone per corriere.it

 

 

alessandro di battista in viaggio

Alessandro Di Battista è ripartito.

Va in Amazzonia.

Niente battute meschine, state calmi, fatevene una ragione: tanto quello è sempre in vacanza.

 

Primi post su Instagram per farci schiattare di invidia: «Ciao a tutti. Come state?». E come stiamo, Dibba: stiamo al chiodo. Noi. E tu?

 

 

 

«Ora sono a Quito, la seconda capitale più alta del mondo. Nei prossimi giorni discenderò uno degli affluenti del Rio delle Amazzoni e, poi, il “grande fiume” fino all’Oceano Atlantico».

 

Felpa, zainetto, barbetta da esploratore, già abbronzato, presto con la bandana d’ordinanza: più il solito sguardo piacionesco che si portano dietro un po’ tutti quelli che arrivano da Roma Nord, loro però condannati a Fregene, bruschette con le telline da Mastino e Rolex Submariner, mica come lui.

 

«Viaggerò dalle Ande all’Oceano, passando per Ecuador, Perù, una piccolissima parte di Colombia e Brasile. Mi aspettano 5.000 chilometri in barca».

alessandro di battista in viaggio

 

Promette uno dei suoi documentari. Il capolavoro è che riesce ancora a farseli pagare. I soldi li mette TvLoft. A Sky ci sono cascati solo una volta: telespettatori imbufaliti, l’account di Sky Atlantic costretto a rimuovere il tweet con cui annunciava la messa in onda del programma, Aldo Grasso lo definì «Il più brutto dell’anno».

 

Era l’autunno del 2019. Dibba partì con la moglie Sahra Lahouasnia (all’epoca 31 anni, una delle donne più pazienti del pianeta) e il figlio Andrea, appena cucciolo. Dalla California vennero giù fino in Guatemala, passando per il Chiapas, il Messico, il «caracol zapatista di Oventic». Bus, autostop, carri trainati da muli, giacigli di fortuna. Lui, Dibba, molto nella parte del rivoluzionario: un pomeriggio si collega su Facebook da «un luogo imprecisato» del Sud America (disse proprio così: tipo Subcomandante Marcos, ma senza passamontagna). Poi chiede ospitalità in un villaggio. Ma alcuni ricercatori italiani che lavorano laggiù — era la stagione del governo gialloverde — avvertono i companeros: «Guardate che il tipo impegnato a fare il terzomondista è, in realtà, il leader di un partito che in Italia va a braccetto con la destra». Comincia a girare un hashtag: «DiBattistaFueraYa». Lo inseguono con i forconi. Lui porta in salvo la famiglia, ma — ostinato — continua a spedire alcune corrispondenze al Fatto.

 

(...)

alessandro di battista in viaggio

 

Un mito. Il Foglio, in realtà, lo definisce un «mitomane a 5 Stelle». Il New York Times lo inserisce nell’elenco dei politici «ballisti». In effetti, da deputato: promise ai pugliesi di chiudere il Tap in due settimane, suggerì di trattare diplomaticamente con quelli dell’Isis, annunciò che in Grecia decine di cittadini esasperati dalla crisi economica si iniettavano il virus dell’Aids, convinse Luigi Di Maio ad andare in Francia ad abbracciare i gilet gialli (se chiedete a Giggino, oggi che è rappresentate della Ue per il Golfo Persico, vi risponde: «Non ricordo. Di Battista chi?»).

 

Dibba lo sa. Appena può, in tv, schiuma perciò veleno nei confronti dell’ex sodale e poi riprepara la sacca, fedele al suo personale motto, frase cult del libro A testa in su (Rizzoli): «È la vita che nobilita l’uomo, non il lavoro».

 

Sebbene lui, chiusa l’esperienza parlamentare, ci abbia pure provato a trovarsi un lavoro: prima, nella piccola azienda del padre Vittorio — «Preferirei essere chiamato camerata Vittorio» — specializzata in ceramiche ramo sanitari per il bagno: però i conti erano in rosso fisso; poi tentò un’esperienza da falegname, «mestiere affascinante, ma, oggettivamente, faticoso»; infine, nell’estate di due anni fa, lo pizzico con il fotografo Claudio Guaitoli a Ortona, sulla spiaggia privata dell’hotel Katia: ombrelloni in fila per nove e una specie di chiringuito con lui vestito da barman che — mentre boccia l’ipotesi di Mario Draghi a Palazzo Chigi, «Dio ce ne scampi» — spiega i segreti del suo Negroni («1/3 di gin, 1/3 di vermouth rosso, 1/3 di Campari, più una spruzzata di una cosetta che conosco solo io») e annuncia l’uscita del suo ultimo reportage sull’Iran: «Sentieri persiani».

alessandro di battista in viaggio

 

Perché Dibba viaggia. Non resiste. Il richiamo della vacanza di lavoro lo entusiasma. È stato pure in Russia. Durante la guerra. Una traversata di 13 mila chilometri in treno. Gli occhi di Dibba vedono le bugie che ci raccontiamo da queste parti. La Russia non ha invaso l’Ucraina. E Putin non è un pericoloso criminale. Soprattutto, scopre che «a Mosca non mancano le patatine fritte», e così ci spiega che le sanzioni inflitte al regime sono, di fatto, inutili.

 

Nient’altro da aggiungere.

 

Se non che i suoi ultimi post su Instagram hanno già commenti estasiati. La conferma di un pubblico fedele. Che, tra un anno, alle prossime Europee, lo voterebbe in massa (Rocco Casalino e Dibba, insieme, a Bruxelles: ci pensate?).

 

di battista

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…