renzi soldi

GLI HANNO ROTTO IL CASH - BELPIETRO: "C'È UN SOLO MODO PER CAPIRE CHE COSA STIA ACCADENDO A MATTEO RENZI E ALLA SUA CREATURA POLITICA ED È CERCARE LA PISTA DEI SOLDI - IL SENATORE DI SCANDICCI GRIDA AL COMPLOTTO, INVOCA L'INTERVENTO DEI COSTITUZIONALISTI, MINACCIA QUERELE. DICE DI AVERE FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA, TANTA FIDUCIA DA AVER APERTO 50 PROCEDIMENTI GIUDIZIARI, QUASI TUTTI PER DIFFAMAZIONE, DA CUI RICAVARE RISARCIMENTI. SÌ, PERCHÉ ALLA FINE SI TORNA LÌ, AL DENARO…”

Maurizio Belpietro per “la Verità”

 

belpietro

Soldi, soldi, soldi. C' è un solo modo per capire che cosa stia accadendo a Matteo Renzi e alla sua creatura politica ed è cercare la pista dei soldi. È questo il filo rosso seguito dai magistrati, che vogliono scoprire se quel fiume di denaro che affluiva nelle casse della fondazione Open servisse a finanziare illecitamente la politica e se quei milioni avessero finalità diverse da quelle apparentemente nobili di sostenere un dibattito culturale senza tornaconto economico né politico.

Marco Carrai con Matteo Renzi

 

Del resto, che i soldi siano la chiave di tutto lo ha involontariamente ammesso lo stesso ex presidente del Consiglio, il quale l' altro giorno, replicando via Facebook ai magistrati di Firenze che hanno spedito avvisi di garanzia in mezza Italia, ha detto che per finanziare Italia viva è meglio donare piccole somme, con il sistema del crowdfunding, e non mettere sul tavolo centinaia di migliaia di euro che poi -come nel caso della fondazione - finiscono nel mirino dei pm.

 

alberto bianchi

Così, senza volerlo, il senatore semplice di Scandicci ha accomunato Open a Italia viva, quasi confermando la tesi dell' accusa, che indagando sulla cassaforte del Giglio magico ha ipotizzato che la Onlus presieduta dall' avvocato Alberto Bianchi, eminenza grigia del gruppo, si muovesse come un partito e servisse da schermo per finanziare la corrente renziana. Sì, quello dell' ex segretario del Pd è stato un autogol, una excusatio non petita, una dimostrazione di scarsa lucidità.

 

Che l' uomo non sia perfettamente padrone della situazione, del resto, lo ha dimostrato anche ieri, con la seconda ondata di accuse ai magistrati di Firenze: una serie di tweet prima e una specie di monologo poi. Così Renzi è tornato a puntare il dito contro i pm che fecero arrestare - e poi condannare - i genitori. Le due toghe, che l' ex premier chiama giudici dimostrando di fare confusione fra chi sostiene la pubblica accusa e chi emette sentenze, sarebbero, secondo il fondatore di Italia viva, gli autori di una specie di persecuzione.

 

GIUSEPPE CREAZZO

E, per la seconda volta, l' ex presidente del Consiglio insiste sul concetto di partito, dicendo che non sono i giudici a decidere come lo si fonda. Ma i magistrati non indagano su Italia viva, su come sia nata, su chi l' abbia sostenuta. I pm vogliono conoscere i flussi di denaro della fondazione Open, ovvero del sistema che ha generato il renzismo. Il senatore di Scandicci grida al complotto, invoca l' intervento dei costituzionalisti, minaccia querele. Dice di avere fiducia nella magistratura, tanta fiducia da aver aperto 50 procedimenti giudiziari, quasi tutti per diffamazione, da cui ricavare risarcimenti. Sì, perché alla fine si torna lì, al denaro.

 

RENZI CARRAI

Soldi, soldi, soldi. Ma non c' è solo lo spauracchio delle azioni giudiziarie agitate contro i giornalisti. Il tema dei quattrini riaffiora come un fiume carsico anche nella vicenda della casa di Firenze, quella villa di cui La Verità rivelò in esclusiva l' acquisto dopo che Renzi aveva dichiarato di avere sul conto poco più di 15.000 euro. Ricordate? All' epoca, dopo aver raccontato l' affare immobiliare milionario, ci interrogammo su come fosse stato pagato e su chi lo avesse finanziato.

 

L' ex presidente del Consiglio tergiversò, sostenendo la regolarità dell' operazione, ma senza descrivere da dove giungesse quel denaro. Ora un' informativa giudiziaria svela un giro sospetto, ovvero un passaggio di denaro da 700.000 euro, partito dalla società Pidas in favore della signora Anna Picchioni (ovvero la madre di Riccardo Maestrelli, uno dei grandi finanziatori della Open) e da questa girato a titolo di prestito sul conto intestato a Matteo Renzi e alla moglie Agnese Landini.

 

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

Soldi poi usati dalla coppia per pagare la villa di Firenze, costata 1,4 milioni, ma anche restituiti in tutta fretta, ovvero pochi mesi dopo. Un andirivieni di denaro che ha fatto rizzare le antenne al nucleo della Guardia di finanza che si occupa di segnalazioni sospette. Da dove è arrivata la provvista che ha consentito di rimborsare la signora Picchioni? La risposta sta in una seconda informativa: da società italiane ed estere.

 

Quasi 120.000 euro da Celebrity speaker e Minds agency, oltre 450.000 dalla Arcobaleno 3 Srl e altri pagamenti disposti dal fondo Algebris Uk, riconducibile al finanziere Davide Serra. Si tratterebbe di soldi incassati con le conferenze e i programmi condotti in tv, cioè della seconda vita del senatore semplice di Scandicci.

 

RENZI DAL NOTAIO PER LA NUOVA VILLA

Un business che pare andare a gonfie vele. Al punto da spingere l' ex premier a ribattere alla notizia della segnalazione della Finanza con un rilancio. Quelli indicati nella nota sulla sospetta operazione sarebbero solo una parte dei suoi guadagni del 2018 e per il 2019 il «fatturato» sarebbe andato ancor meglio, raggiungendo il milione.

Dunque, come detto, alla fine con Renzi la questione è quella: i soldi. Perché l' uomo, più che un politico, sembra una società per azioni. Ma una spa può fare politica?

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….