etruria renzi boschi

LA GRANDE TRUFFA DEL GOVERNO RENZI: PRIMA DEL DECRETO DI GENNAIO CHE TRASFORMAVA LE POPOLARI IN SPA, BANCA ETRURIA HA FATTO BOOM IN BORSA E POI È STATA COMMISSARIATA. NESSUNO SAPEVA DEL CRAC? - PERCHÉ IL DECRETO SALVA-BANCHE HA ANCHE SALVATO I BANCHIERI, CON GLI AZIONISTI CHE NON POTRANNO FARGLI CAUSA?

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano

 

BELPIETROBELPIETRO

Matteo Renzi nega di aver favorito la banche. In particolare respinge l' accusa di aver dato un aiutino alla Popolare dell' Etruria, ossia all' istituto di cui era vice presidente e consigliere di amministrazione il padre del ministro Maria Elena Boschi. Il presidente del Consiglio scansa, definendoli retroscena, anche le polemiche circa un coinvolgimento in affari tra esponenti della sua famiglia e alcuni ex dirigenti della banca finita nel mirino dopo il suicidio di Luigi D' Angelo. Anzi, ha aggiunto: «Mi fa schifo chi strumentalizza la morte delle persone». Bravo.

 

Anche a noi. Ma ancor più ci fa schifo chi di fronte alla morte di una persona non ha il coraggio di ammettere i propri errori. E che errori ci siano stati da parte del governo è fuori di dubbio. Lasciamo perdere i controlli e l' assenza di vigilanza che ha consentito all' Etruria di rifilare titoli tossici nei portafogli di ignari clienti come il pensionato di Civitavecchia che si è tolto la vita: di quello risponderanno i vertici della Banca d' Italia e della Consob quando avranno smesso di giocare allo scaricabarile.

 

Veniamo invece a quello che Palazzo Chigi ha fatto e poteva non fare. Ci sono almeno due punti che meritano una risposta chiara, il contrario cioè di quella fornita ieri dal premier dal palco della Leopolda.

renzi boschi banca etruriarenzi boschi banca etruria

 

Prima questione: il decreto con cui all' improvviso e in tutta fretta l' esecutivo ha varato la riforma delle più importanti banche popolari italiane, trasformandole dalla sera alla mattina in società per azioni, ossia aperte al mercato e alla contendibilità. Il provvedimento fu preso il 20 di gennaio e annunciato il 16. Tra gli istituti di credito c' era anche la Popolare dell' Etruria, ossia una banca che già era in difficoltà, aveva una situazione patrimoniale a rischio e addirittura non era in grado di ottenere finanziamenti dal sistema bancario.

 

Averla inclusa nel decreto di gennaio consentì però alla banca di Arezzo di beneficiare di generosi acquisti. Il titolo che prima quotava 0,39 euro nel giro di pochi giorni quasi raddoppiò, portando il valore delle azioni intorno a 0,60. La fiammata fu in assoluto la più forte fra quelle delle banche coinvolte, tanto che qualcuno arrivò a sospettare che ci fosse stata una fuga di notizie di cui aveva potuto approfittare qualche investitore privilegiato. Ma al di là di come e perché la banca di cui era vicepresidente il papà del ministro Boschi abbia visto crescere le quotazioni di oltre il 60 per cento, c' è un aspetto che lascia perplessi.

 

La Popolare dell' Etruria viene trasformata in spa a gennaio e molti risparmiatori, pensando che sarà l' inizio di un nuovo corso, scommettono sullo sviluppo dell' istituto toscano. Ma neanche il tempo di acquistare il titolo ed ecco che a metà febbraio la Popolare viene commissariata dalla Banca d' Italia per gravi irregolarità e con il decreto di novembre il suo capitale è azzerato.

maria elena boschi banca etruriamaria elena boschi banca etruria

 

Domanda: come è possibile che a gennaio il governo riformi la governance dell' Etruria, lasciando intendere che l' istituto ha un futuro radioso davanti a sè, e a febbraio questa sia commissariata? Chi rimborserà gli azionisti che hanno creduto nella banca e hanno comprato i titoli tenendo conto del primo decreto del governo? Forse Renzi non prova sensi di colpa nei confronti di Luigi D' Angelo, ma nei confronti di quegli azionisti che hanno comprato un mese prima di vedersi commissariata la banca che prova?

 

Seconda questione. Forse è vero che non c' erano molte alternative al decreto di novembre con cui si azzerava il capitale dell' Etruria e si liquidavano con zero euro le obbligazioni subordinate. Forse è vero che non c' era altro modo per salvare i correntisti e i dipendenti dato che il governo aveva rinunciato a fare la voce grossa a Bruxelles, accettando - caso più unico che raro in Europa - di non poter mettere mano al portafogli per tenere in piedi gli istituti coinvolti nel crac. Ma a prescindere da tutto ciò c' è un aspetto che resta difficile mandare giù. Passi il salva banche, con i danni che ha provocato, ma perché dobbiamo accettare anche il salva banchieri?

LUIGINO DANGELO MOGLIELUIGINO DANGELO MOGLIE

 

Come abbiamo spiegato, con il decreto l' esecutivo ha messo una pietra tombale sulla possibilità per i piccoli risparmiatori di fare causa ai vecchi amministratori dell' istituto. Il provvedimento del governo infatti mette al riparo da iniziative di responsabilità sia i commissari che i vertici della banca, frapponendo fra i danneggiati e gli eventuali responsabili il giudizio dell' autorità di vigilanza, ossia di un soggetto terzo condizionabile dalla politica, cioè da Renzi, visto che il governatore di via Nazionale deve essere confermato e nominato dal governo.

 

BERLUSCONI RENZIBERLUSCONI RENZI

Risultato, ci troviamo nell' imbarazzante situazione in cui indirettamente un giorno il presidente del consiglio potrebbe dover dare il via libera alla causa di responsabilità nei confronti del padre di un suo ministro, oppure doverla negare. Comprendiamo che il conflitto d' interessi sia un argomento morto e sepolto da quando a Palazzo Chigi non c' è più Silvio Berlusconi. Ma la dignità non è ancora morta e sepolta e non bastano quattro frasi a effetto dette sul palco della Leopolda per tumularla.

 

maurizio.belpietro@liberoquotidiano.it

 

@BelpietroTweet

 

 

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? SAPETE DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DEL MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO ITALIANO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….