SOTTO-MARINO SOTT’OLIO – BELPIETRO: “POLITICAMENTE PARLANDO, È UN MORTO CHE CAMMINA. LA SUA CARRIERA È FINITA. RESTA OSTAGGIO DI RENZI, CHE LO USA COME SCUDO UMANO PER EVITARE DI PERDERE ROMA. VOTARE ORA SAREBBE UNA DEBACLE PER IL PD”

Maurizio Belpietro per “Libero Quotidiano”

 

IGNAZIO MARINO VERSIONE NERONEIGNAZIO MARINO VERSIONE NERONE

Ignaro Marino non è ostaggio di Salvatore Buzzi, come a quanto pare invece erano molti degli uomini del Pd in municipio. Di sicuro però il sindaco è ostaggio di Matteo Renzi, il quale lo sta usando come scudo umano per evitare di perdere Roma. Da quando la Procura ha scoperchiato lo scandalo di «Mafia Capitale» l’attuale primo cittadino è un morto che cammina. Politicamente parlando, ovviamente.

 

Con molti consiglieri indagati o in carcere, un partito che gli ultimi sondaggi danno in caduta libera al 17 per cento e una popolarità fra i romani prossima allo zero per le molte gaffe accumulate in due anni di mandato, invece di fare il gesto della vittoria a chi lo contesta, Ignaro dovrebbe dimettersi subito. Se non lo fa, se non lo ha fatto già nei giorni scorsi, è solo perché a lui, ma soprattutto al presidente del Consiglio, è noto che le elezioni si risolverebbero in una débâcle per il Pd e per la sinistra, con la concreta probabilità di consegnare il Campidoglio ai grillini. Per Renzi la sconfitta nella Capitale sarebbe una botta peggiore della perdita della Liguria, anzi forse una botta letale.

buzzi e marino twittati da marcello fioribuzzi e marino twittati da marcello fiori

 

Già, perché è vero che il risultato di domenica scorsa gli è stato sventolato per giorni sotto il naso, in particolare da una minoranza interna che non sogna altro se non di regolare i conti. Ma perdere la città eterna sarebbe un danno d’immagine difficilmente superabile per il presidente del Consiglio. Come Berlusconi perse Milano avviandosi sul viale del tramonto (di lì a poco avrebbe perso anche Palazzo Chigi), così il capo del governo rischia di immolare sull’altare del Campidoglio la sua immagine vincente.

 

Certo, in altri tempi e soprattutto altrove, a togliere le castagne dal fuoco ci avrebbe pensato il prefetto, il quale di fronte ai molti scandali, ma soprattutto di fronte alle accuse di infiltrazioni mafiose nella pubblica amministrazione, senza aspettare le dimissioni avrebbe fatto da sé, decretando lo scioglimento del Consiglio comunale. Marino, come è avvenuto ad altri sindaci, sarebbe stato rimosso in ventiquattr’ore dall’incarico e al suo posto sarebbe stato insediato un commissario.

 

MARINO BUZZIMARINO BUZZI

Purtroppo Roma non è Bordighera. Infatti mentre la cittadina di villeggiatura in provincia di Imperia si vide sciogliere il Consiglio comunale e nominare il commissario di governo senza troppi clamori (una decisione presa dall’allora ministro dell’Interno Bobo Maroni), la rimozione della giunta della Capitale non passerebbe inosservata e la notizia farebbe il giro del mondo.

 

La parola Mafia sarebbe associata definitivamente al nome della città, con il battage pubblicitario alla rovescia che ne seguirebbe. Dal New York Times all’Asahi Shimbun, due tra i principali giornali internazionali, racconterebbero il marcio di Roma, spiegando a chiunque che l’organizzazione mafiosa è così radicata da aver stritolato perfino l’istituzione di una delle più belle città, se non la più bella, del mondo.

 

RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO RENZI FA CAMPAGNA ELETTORALE PER MARINO

Già le cronache marziane della spartizione abbondano, con racconti che sembrano presi direttamente da un romanzo criminale: il capobanda che si compra i consiglieri comunali e lo comunica ai quattro venti, inquirenti compresi, e il tesoriere del Pd locale, che non sapendo come pagare gli stipendi degli impiegati del partito si rivolge direttamente a quel Salvatore Buzzi che già aveva a libro paga assessori e consiglieri.

 

Immaginatevi che cosa potrebbe raccontare la stampa internazionale di fronte al Consiglio comunale di una capitale sciolto a causa di infiltrazioni criminali. Il fango di certo non si fermerebbe al primo piano, ma salirebbe anche a quello alto, ricordando di quando il dominus della Cooperativa “29 giugno” si attovagliò alla cena di raccolta fondi indetta da Matteo Renzi.

IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI IGNAZIO MARINO E MATTEO RENZI

 

Così se fino a ieri si è potuto scrivere che le schifezze le hanno inaugurate gli uomini di Gianni Alemanno, cioè i fascio amministratori, poi si scoprirebbe che a vendersi al miglior offerente sono stati in tanti anche a sinistra, i quali festeggiavano all’insaputa di Ignaro Marino la sua permanenza in Campidoglio: «Con lui altri tre anni e mezzo», dicevano, «ce magnamo Roma»).

 

ALEMANNO MARINO ALEMANNO MARINO

Insomma, per tutti questi motivi, il commissariamento pur essendo, dopo ciò che si è scoperto, la cosa più logica e ovvia non si farà. Anche se il sindaco ciclista ha le gomme sgonfie, Renzi ha bisogno che Marino resti al suo posto. Per questo ha deciso di tenerlo in vita artificialmente nonostante in Campidoglio non ci siano più segni di vita. Per impedire l’accanimento terapeutico praticato sull’allegro chirurgo, non resta dunque che lanciare un’operazione di salvataggio. Salviamo il soldato Ignaro, il solo che sorridendo e facendo in favore di telecamere il segno della vittoria dimostra di non avere ancora capito che per lui la carriera è finita.

 

BUZZI CARMINATIBUZZI CARMINATI

 

Ultimi Dagoreport

veronica gentili alessia marcuzzi roberto sergio giampaolo rossi myrta merlino

“QUESTO PROGRAMMA NON È UN ALBERGO”: AI PIANI ALTI DI MEDIASET SI RUMOREGGIA PER LE FREQUENTI ASSENZE DI MYRTA MERLINO A “POMERIGGIO CINQUE” (LE ULTIME RICHIESTE: DUE GIORNI A MARZO E PONTE LUNGHISSIMO PER PASQUA E 25 APRILE) – VERONICA GENTILI ALL’ISOLA DEI FAMOSI: È ARRIVATA LA FUMATA BIANCA – IL NO DI DE MARTINO AGLI SPECIALI IN PRIMA SERATA (HA PAURA DI NON REPLICARE IL BOOM DI ASCOLTI) – CASCHETTO AGITATO PER LE GAG-ATE DI ALESSIA MARCUZZI - LO SHAMPOO DELLA DISCORDIA IN RAI - IL POTENTE POLITICO DI DESTRA HA FATTO UNA TELEFONATA DIREZIONE RAI PER SOSTENERE UNA DONNA MOLTO DISCUSSA. CHI SONO?

donald trump paolo zampolli

DAGOREPORT - LA DUCETTA SUI TRUMP-OLI! OGGI ARRIVA IN ITALIA IL MITICO PAOLO ZAMPOLLI, L’INVIATO SPECIALE USA PER IL NOSTRO PAESE, NONCHÉ L’UOMO CHE HA FATTO CONOSCERE MELANIA A DONALD. QUAL È IL SUO MANDATO? UFFICIALMENTE, “OBBEDIRE AGLI ORDINI DEL PRESIDENTE E ESSERE IL PORTATORE DEI SUOI DESIDERI”. MA A PALAZZO CHIGI SI SONO FATTI UN'ALTRA IDEA E TEMONO CHE IL SUO RUOLO SIA "CONTROLLARE" E CAPIRE LE INTENZIONI DELLA DUCETTA: L’EQUILIBRISMO TRA CHEERLEADER “MAGA” E PROTETTRICE DEGLI INTERESSI ITALIANI IN EUROPA È SEMPRE PIÙ DIFFICILE – I SONDAGGI DI STROPPA SU PIANTEDOSI, L’ATTIVISMO DI SALVINI E LA STORIA DA FILM DI ZAMPOLLI: FIGLIO DEL CREATORE DELLA HARBERT (''DOLCE FORNO''), ANDÒ NEGLI STATES NEGLI ANNI '80, DOVE FONDÒ UN'AGENZIA DI MODELLE. ''TRA LORO HEIDI KLUM, CLAUDIA SCHIFFER E MELANIA KNAUSS. PROPRIO LEI…”

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...