gas europa germania scholz

BERLINO HA ROTTO IL GAS, BRUXELLES SI LIMITA A PIAGNUCOLARE – DOPO LO STRAPPO DI SCHOLZ, CHE HA ANNUNCIATO UN PIANO IN SOLITARIA DA 200 MILIARDI CONTRO IL CARO-ENERGIA, LA COMMISSIONE EUROPEA HA INVIATO UNA LETTERINA AI 27 PAESI CON UN TIMIDO AVVERTIMENTO (E SENZA MAI CITARE I TEDESCHI): “BISOGNA EVITARE DI FRAMMENTARE E ALTERARE IL MERCATO UE” – MA LA GERMANIA TIRA DRITTO E SI OPPONE ALL'IPOTESI DI UN NUOVO DEBITO COMUNE: “NON POSSIAMO REPLICARE GLI STRUMENTI CONTRO LA PANDEMIA”

1 – UE: GERMANIA,NON POSSIAMO REPLICARE STRUMENTI CONTRO PANDEMIA

christian lindner

(AGI) - "Dobbiamo fare progressi nell'acquisto congiunto di gas, dobbiamo cambiare il design del mercato, ma gli strumenti che sono stati utilizzati durante la pandemia di Covid non possono essere replicati uno a uno, in uno scenario di shock dal lato dell'offerta e inflazionistico".

 

Lo ha dichiarata il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, al suo arrivo alla riunione dell'Ecofin rispondendo a una domanda della proposta dei commissari europei Gentiloni e Breton di istituire un nuovo strumento di debito comune, in stile Sure, per rispondere alla crisi energetica.

 

2 – L'UE SCRIVE AI GOVERNI E AVVERTE BERLINO "FONDI COMUNI PER LO SCUDO ANTI-RINCARI"

Marco Bresolin per “La Stampa”

 

thierry breton

«Bisogna evitare di frammentare il mercato interno, di incoraggiare una corsa ai sussidi e di mettere in discussione il principio di solidarietà». L'avvertimento di Bruxelles non potrebbe essere più chiaro. È scritto in una lettera firmata dal commissario al mercato interno, Thierry Breton, che è stata spedita a tutti i 27 governi dell'Unione europea, ma che si rivolge a uno in particolare: quello tedesco. Il maxi-piano da 200 miliardi per contrastare il caro-energia, che aveva suscitato anche l'irritazione del premier italiano Mario Draghi, continua infatti a far discutere: ieri è stato al centro della riunione dell'Eurogruppo, dove i ministri delle Finanze dell'Eurozona sono arrivati ripetendo tutti (o quasi) due parole-chiave: «Coordinamento e solidarietà».

 

OLAF SCHOLZ

E proprio attorno al concetto di solidarietà ruota il ragionamento fatto dallo stesso Breton e da Paolo Gentiloni in un intervento pubblicato su alcuni media europei: i due commissari scrivono che bisogna «pensare a strumenti mutualizzati a livello europeo». Una mossa che ricalca quella già fatta durante la pandemia per lanciare il Recovery Fund, anche se Breton e Gentiloni questa volta non pensano a un Recovery Bis, ma suggeriscono di «ispirarsi al meccanismo Sure».

 

Ossia al programma di debito comune lanciato durante la pandemia per finanziare la cassa integrazione attraverso prestiti concessi agli Stati a tassi agevolati. Permetterebbe ai Paesi come l'Italia di finanziarsi, seppur a debito, a un costo inferiore rispetto alle condizioni offerte dai mercati. «Si tratta di una loro iniziativa personale» fanno sapere dall'entourage di Ursula von der Leyen, smarcandosi dalla proposta.

 

PAOLO GENTILONI

Coordinamento e solidarietà sono i due princìpi che proveranno a ispirare l'azione dell'Ue per contenere gli effetti collaterali di questa crisi e per evitare la disgregazione del mercato interno europeo. «Resteremo vigili per mantenere la parità di condizioni - scrive Breton nella lettera visionata da "La Stampa" e inviata ai 27 governi - in particolare per chi ha meno margini di manovra nel proprio bilancio. È fondamentale agire in modo collegiale e trasparente gli uni verso gli altri perché un problema in un anello della catena di approvvigionamento può avere ripercussioni sull'intero mercato unico».

 

La lettera, spedita nel week-end, non cita mai esplicitamente il piano di aiuti tedesco, ma nelle parole di Breton è impossibile non leggerci un riferimento. «Quando uno Stato membro si comporta in modo scorretto - ironizza una fonte Ue - di solito riceve una lettera da parte della Commissione che lo richiama alle regole. Quando invece è la Germania a comportarsi in modo scorretto, la lettera con il richiamo alle regole viene spedita a tutti i 27 governi».

 

PAOLO GENTILONI

Breton ha inoltre chiesto a tutti i governi di condividere con Bruxelles le analisi sull'impatto dell'attuale crisi sui rispettivi ecosistemi industriali. Il timore è per le possibili disparità interne, ma anche per la perdita di competitività nei confronti delle imprese americane.

 

La Commissione si è trovata in evidente imbarazzo di fronte alla mossa tedesca. Se da un lato ha sposato la linea di Berlino sul tetto al prezzo del gas, lanciando l'allarme sui possibili rischi per le forniture, dall'altro non può certo considerare il piano da 200 miliardi di Berlino perfettamente in linea con le indicazioni ribadite anche ieri dal vicepresidente Valdis Dombrovskis e inserite nelle conclusioni dell'Eurogruppo: «Gli aiuti devono essere temporanei e mirati».

 

MACRON - DRAGHI - SCHOLZ A KIEV

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha però respinto le accuse. Presentandosi al vertice in Lussemburgo ha difeso l'azione del suo governo dicendo che il piano è «proporzionato», se paragonato alle dimensioni dell'economia tedesca, e «temporaneo» perché durerà soltanto due anni.

 

Ma per i ministri delle Finanze dell'Eurozona è fondamentale «mantenere una concorrenza leale e affrontare la crisi uniti come contro il Covid, seguendo uno spirito di solidarietà», come ha ricordato il francese Bruno Le Maire. E qui entra in gioco la seconda parola del giorno: solidarietà. Nelle discussioni si sta affacciando sempre di più l'idea di mettere in campo un nuovo «Sure». Ma non tutti sono d'accordo. «Non abbiamo bisogno di altri strumenti oltre a quelli di cui già disponiamo in Europa» ha messo le mani avanti il tedesco Lindner, lasciando intendere che il percorso per arrivare a un accordo non sarà una passeggiata.

MEME SU PUTIN E IL GASDIFFERENZA PREZZO DEL GAS - USA - CINA - EUROPA GAS N ROSES - MEME BY CARLI prezzo del gas in europa

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…